SEPOLTURA DI CRISTO di Raffaello
Osservando quest'opera possiamo notare come
l'artista elabori il dipinto seguendo il passaggio da una rappresentazione
statica ad una urazione di movimento, ovvero ad una rappresentazione sacra
(in quanto originalmente l'opera era stata concepita come un compianto) ad una
rappresentazione storica, in quanto sviluppata come trasporto verso la tomba di
Cristo. E in essa è percepibile il fatto che Raffaele si ricolleghi
attraverso i personaggi, con Michelangelo e Leonardo. Infatti la ura di
Cristo assume una posizione disarticolata e le linee oblique del braccio
cadente e delle gambe, richiamano chiaramente la Maestà di Michelangelo;
anche la ura della donna che sorregge la Madonna con un movimento di
tensione, richiama alla memoria la Madonna di Tondo Doni. È proprio
nella pittura di Michelangelo il motivo della composizione basato su spigoli ed
angoli, che possiamo ritrovare nell'andamento del capo di Cristo, ma anche in
quello dei personaggi che popolano la scena. particolare importanza va
attribuita alla ura centrale, che Raffaello dipinge attenendosi ai canoni
fisici di Michelangelo: egli rappresenta chiaramente un personaggio
idealizzato, osservando per esempio la brezza che ne investe i capelli e le
vesti; contrariamente agli altri
personaggi si può capire che in qualche modo egli investe il compito di
collegare in due episodi (il trasporto di Cristo e lo svenimento della Madonna)
l'autore ne sottolinea il vigore fisico e la fermezza d'animo propria di un
personaggio dominante. Per quanto riguarda elementi compositivi
che ricollegano la pittura di Raffaello a quella di Leonardo, ne abbiamo un
esempio nella divisione per gruppi dei personaggi, un motivo già
riscontrato nell'Ultima cena (Leonardo Milano 1495-l497).
In quest'opera si nota appunto il distacco tra i tipi di composizione
storica e dai mondi opposti del fuori, naturale e spirituale.