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Paolo Uccello: chiamato così perché sopravviveva rappresentando animali, in particolare uccelli, che poi vendeva.
La sua prima opera importante è un affresco nel Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze, dedicato a un condottiero inglese assunto dai Fiorentini per combattere i Pisani nella famosa battaglia di Cascina.
Il colore verde distribuito uniformemente vuole imitare il colore delle statue di bronzo. Il basamento si vede prospetticamente dal sotto in su, il cavallo è leggermente sproporzionato per creare un'uniformità d'immagine vista in prospettiva dal basso verso l'alto. Il cavallo non è stato fatto seguendo la prospettiva del basamento, di modo che si sarebbe visto dal basso verso l'alto, perché essendo un affresco celebrativo non sarebbe stato elegante vedere la pancia del cavallo, anziché dare risalto al cavaliere. La sproporzione del cavallo è voluta perché Paolo Uccello per riuscire nella prospettiva ha studiato i trattati di mascalcia, che trattavano di cavalli: la loro anatomia, le varie razze di cavalli presenti nel mondo, il modo di rappresentarli .
Paolo Uccello si diletta nella riproduzione particolareggiata di oggetti di forma sferica, cilindrica, come ad esempio calici, allo scopo di rappresentarli in prospettiva.
Pian terreno di Palazzo Strozzi: tre grandi affreschi rappresentanti la battaglia di San Romano, di Uccello, ora smembrati in tre diversi musei (National Gallery a Londra, Galleria degli Uffizi a Firenze, Museo del Louvre a Parigi).
Uccello, in queste tavole, vuole narrare le gesta quasi fiabesche di valorosi condottieri, e si sofferma sui particolari, piuttosto che sulla violenza della battaglia, come ad esempio l'elmo, il cavallo imbizzarrito, l'armatura del cavaliere abbattuto. Raffinatezza gotica del gusto del particolare, varietà cromatica (cavalli rosa o color cenere che aumentano la percezione di un paesaggio fiabesco) che si sommano al piano prospettico.
Vi sono delle persone che osservano la scena e fanno parte del paesaggio, potrebbero dare un senso di realtà al quadro, se non fosse che osservano la scena con occhio indifferente.
Piero Della Francesca: scrive trattati sulla geometria di vari solidi per rappresentarli prospetticamente: matematica e geometria lette attraverso la prospettiva. Vede il corpo umano come un insieme di solidi geometrici da rappresentare in prospettiva.
Una delle sue prime opere è il battesimo di Cristo, nella quale si nota una nitidezza assoluta, un'atmosfera rarefatta, poiché ogni particolare, lontano o vicino che sia, è rappresentato con la stessa cura. La luce è diffusa, non c'è netto distacco tra luce e ombra. Il corpo di Cristo ha lo stesso colore dell'albero che ha accanto. Solidità delle ure, che sembrano statue di cera, riconducibili a ure geometriche. Tutto questo dà sensazione di irrealtà.
Un frate domenicano, Jacopo da Varagine, scrive storie sulla santità della croce sulla quale fu crocefisso Cristo. Rappresentazione pittorica di Piero Della Francesca che la rappresenta come un sogno, che si svolge nella notte. Quest'affresco si trova a San Francesco, ad Arezzo. Non si capisce bene dove stia il palo, non ci sono riferimenti prospettici. Questo è il primo quadro notturno italiano. Piero Della Francesca rappresenta una tipologia di luce diffusa, costretta fra la sentinella e la tenda: questa luce corrisponde alla nostra luce moderna.
Nella flagellazione Piero Della Francesca confronta la flagellazione di Cristo con la situazione politica, grazie al fatto che in quanto artista è libero di esprimersi. La luminosità è diffusa e dona un senso di immobilità totale. Inoltre, se si tappa con un dito la statuina, Cristo sembrerebbe attaccato alla colonna.
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