Pittore
e teorico dell'arte russo (Mosca 1866-Neuilly-sur-Seine 1944) . Compiuti a
Mosca gli studi giuridici, nel 1896 si trasferì a Monaco, dove
studiò pittura alle scuole di F. von Stuck e di A. Azbé, passando da
una conoscenza superficiale degli impressionisti (visti a Mosca nel 1895) alle
esperienze dell'ambiente monacense permeato dei nuovi
caratteri dello Jugendstil, di cui Kandinskij diede un'interpretazione in chiave neoimpressionista e simbolista, con una produzione (svolta
nell'ambito del gruppo Phalanx da lui fondato nel
1901) di tendenza illustrativa basata su temi allegorici e "cavallereschi", di
tratto romantico e visionario, che sfociò poi in forme espressionistiche
(Il cavaliere e la principessa, 1902, Monaco, collezione H. Ziersch;
La notte, 1907, Monaco, Städtische Galerie im Lenbachhaus).
I fatti più importanti e decisivi per la definizione teorica e la
sperimentazione della nuova pittura non oggettiva, con cui Kandinskij
iniziò il corso dell'arte astratta, maturarono nel breve periodo 1908-l4
. Nello svolgimento di quegli anni si collocano il fecondo soggiorno di Kandinskij a Murnau, nell'alta
Baviera, e la fondazione, nel 1909, della Neue Künstlervereinigung (da cui prese vita nel 1911 il Blaue Reiter); la mostra al
Secondo Salone internazionale di Odessa (1910), dove Kandinskij
espose alcune "improvvisazioni" e "composizioni", tra le quali urava, con il titolo di
Composizione N. 1, quello che viene considerato il primo acquerello astratto
(nel catalogo della rassegna l'artista intervenne con alcuni appunti sul
problema "contenuto e forma", che trovarono poi più ampio inquadramento
teorico nel saggio Über das
Geistige in der Kunst, scritto nel 1910 e pubblicato nel 1912, strumento
essenziale della poetica di Kandinskij). Ancora in
quegli anni vanno ricordati l'incontro con P. Klee
nel 1911 e l'edizione dell'Almanacco del Blaue Reiter (1912), oltre a un cospicuo numero di opere
altamente significative: Impressione V-Parco (1911, Neuilly-sur-Seine, collezione Nina Kandinskij);
la serie di acquerelli per la copertina dell'Almanacco del Blaue
Reiter (1911, Monaco, Städtische
Galerie im Lenbachhaus); Lirico (1911, Rotterdam, Boymans-van
Beuningen Museum); Con
l'arco nero (1912, collezione Nina Kandinskij) e Con
macchia rossa (1914, della medesima collezione). Attraverso tali opere
l'artista realizzò, in esaltanti cromatismi, una nervosa sintesi delle
diverse apparenze del riferimento reale: le forme si organizzano in presenze
autonome di organismi vibranti di segno e di colore, nell'ansimare vitale in
propri spazi prospettici e in precise dimensioni di tempo (serie delle 35
Improvvisazioni su temi del paesaggio bavarese), entro i quali l'artista riduce
ogni percezione visuale della forma, mediante la manipolazione di riflessioni
interiori, a cifra espressiva di astrazione pura . In questo processo estetico
concorsero le ricerche e le intuizioni per la realizzazione di sintesi "pittura-musica", sperimentate, oltre che da Kandinskij, dal lituano M. K. Ciurlionis
e dal ceco F. Kupka. Dal 1914 al 1922 Kandinskij soggiornò in Russia, dove svolse intensa
attività didattica e organizzativa negli ambienti artistici di Mosca. A
questo periodo seguì quello degli anni di insegnamento al Bauhaus di Weimar e di Dessau (1922-l923), ricchi di attività e di avvenimenti:
nel 1924 Kandinskij fondò con gli amici Jawlensky, Klee e Feininger il gruppo dei "Blaue Vier" (Quattro Azzurri); nel 1926 pubblicò la sua
opera Punkt und Linie zür Fläche;
nel 1928 realizzò nel teatro di Dessau la
messa in scena dei Quadri di una esposizione di Musorgskij;
nel 1929 tenne la sua prima personale a Parigi (Galleria Zack).
In questi anni la pittura di Kandinskij corrisponde,
per esigenze didattiche, a una costruzione compositiva
e a una scrittura urale di più plastica strutturalizzazione,
senza peraltro perdere in qualità e valore poetico (Zig
zag bianco, Venezia, Museo d'Arte Moderna, Ca'
Pesaro; Reticolo nero, 1922; Giallo-rosso-blu, 1925;
Accento rosa, 1926, della collezione parigina di Nina Kandinskij;
Freccia nell'arco, 1927, Parigi, collezione privata). Nel 1933 il pittore si
trasferì definitivamente a Parigi e tale periodo è noto come
quello della "sintesi" , perché nella vasta produzione di quegli anni l'artista
operò una specie di consuntivo di tutte le sue esperienze sul filo di
una meditazione che ha le sue radici nell'originario patrimonio culturale
russo, componente distintiva e qualificante di molte opere di questo ultimo
periodo, nelle quali ricorre altresì la componente musicale che provoca
nel cromatismo ritmi di sostenuta e serrata cadenza. Tra le ultime opere di Kandinskij si ricordano: Composizione (1937, Milano,
collezione G. Mattioli) e Semplicità (1943,
Berna, Fondazione Hermann e Margrit
Rupf, Musée des Beaux-Arts).BibliografiaW. Grohmann, Wassili Kandinsky: sa vie, son œuvre, Parigi, 1958; J. Lassaigne, Kandinsky. Ètude biographique et critique, Ginevra, 1964; M. Volpi Orlandini,
Wassili Kandinsky. Dall'Art Nouveau alla psicologia
della forma, Roma, 1968; idem, Kandinsky e il Blaue Reiter, Roma, 1970; F. La Targat, Kandinskij, Milano, 1988.