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Apartheid: il razzismo in Sudafrica

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Nel secolo scorso, moltissimi europei, attratti dai ricchissimi giacimenti d'oro e diamanti, immigrarono nel Sudafrica. Questa minoranza, per conservare il potere, proibì ai neri l'acquisto delle proprietà terriere e vietarono loro di usare gli stessi mezzi pubblici e di frequentare gli stessi locali e gli stessi negozi dei bianchi. La follia razzista arrivò fino a dividere in settori i giardini pubblici, marciapiedi e bagni, e di tutti questi servizi ai neri erano riservati le parti peggiori. La minoranza bianca comandava, la maggioranza di colore obbediva e lavorava per compensi bassissimi. Dal 1948, ad ogni nero fu fatto obbligo di portare una tessera di riconoscimento in cui era indicato, insieme alle generalità, l'origine tribale. Nel 1950 furono proibiti i matrimoni misti, e nel 1959 le autorità sudafricane istituirono Stati- riserva destinati ai diversi gruppi etnici, che venivano cosi privati della cittadinanza sudafricana.

Nel 1960, a Sharperville la polizia massacra sessantanove neri. Questo scatena forti camne di protesta da parte dei partiti neri, e nel 1961 il Sudafrica viene politicamente isolato in campo internazionale.

Nonostante l'ONU avesse apertamente condannato questi Stati- riserva, tra il 1960 il 1980, quasi quattro milioni di neri dovettero abbandonare le loro case per trasferirsi in questi posti inospitali e isolati. A causa di tutte queste condanne, il governo decise di uscire dal Commonwealth. L'unione sudafricana allora, si trasformò in Repubblica sudafricana, uno stato completamente indipendente dalla Gran Bretagna.

All'inizio degli anni settanta l'opposizione all'apartheid prese un nuovo impulso, e nel corso degli anni ottanta la situazione era venuta a peggiorare a causa delle continue e violente dimostrazioni della popolazione nera che la polizia non riuscì ad interrompere.

Due leader si affermarono in questo periodo: Frederick De Klerk, a capo del National Party, partito sostenuto dal voto dei cittadini di discendenza inglese, e Nelson Mandela, leader dell'African National Congress, sostenuto da africani, indiani e coloureds. La rinascita del Sudafrica e la sconfitta dell'apartheid, infatti, sono dovute soprattutto al dialogo e alla collaborazione che si è avuta tra i due leader dei partiti, con lo scopo di un nuovo stato multirazziale.

La prima svolta si è verificata nel 1990, con l'elezione a presidente della Repubblica di De Klerk. Egli legalizzò subito l'African National Congress (bandito dal 1960) e ne liberò i prigionieri politici, tra cui Nelson Mandela.

Il processo di rinnovamento è ormai inarrestabile e concreto.

Nonostante gli attriti ancora esistenti tra progressisti e conservatori, nel 1993 è stata approvata una costituzione provvisoria e la creazione di regioni al posto delle province e degli Stati- riserva che c'erano prima.  Inoltre, De Klerk, con grand'abilità, è riuscito a far sospendere le sanzioni contro il Sudafrica e a creare rapporti amichevoli con molti paesi.

Il 2628 aprile 1994, il Sudafrica ha assistito alle prime elezioni per eleggere un parlamento multirazziale. I risultati finali, comunicati ai primi di maggio, Hanno attribuito il 62% dei voti all'African National Congress. Il 4 maggio 1994, durante la prima seduta del nuovo parlamento, Mandela diventa presidente, mentre De Klerk è nominato vicepresidente. Egli dichiara di voler collaborare lealmente con il nuovo presidente. Il nuovo governo di Mandela non sembra particolarmente coinvolto nei problemi degli altri paesi, tuttavia anche le elezioni del '94 producono cambiamenti nel campo delle relazioni internazionali. Infatti, il Sudafrica venne reinserito nel Commonwealth e aderì all'Organizzazione dell'Unità Africana. In campo istituzionale, dopo le elezioni, il parlamento si è regolarmente riunito, ha completato e varato la nuova Costituzione ed ha istituito la Corte Suprema. Sono state approvate nuove leggi, tra cui la legge sull'aborto, che permette l'aborto su richiesta e si spera possa contribuire a sanare la piaga delle gravidanze indesiderate fra le adolescenti. Vengono garantiti posti di lavoro e migliori condizioni dei lavoratori; vengono riorganizzati i sistemi scolastici secondo il principio di uguaglianza, eliminando la segregazione razziale.

Ora, in Sudafrica, il problema non è più quello di combattere contro un regime nemico, ma di costruire un paese per tutti, accettando le diversità dei diversi parti senza schiacciarle.




Nelson Mandela: una leggenda vivente.

Nelson Mandela nasce nel 1918 ed è lio di un capo tribù. Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri. Nel 1944 entra a far parte dell'African National Congress, guidando per anni camne pacifiche contro l'apartheid. Arrestato nel 1963, dopo un lungo procedimento durato nove mesi è condannato all'ergastolo. Anche se è in prigione, il suo spirito da leader non viene meno; nel 1985 il presidente sudafricano di allora gli offrì la libertà, mirando implicitamente alla sua popolarità. Mandela rifiutò, scegliendo di rimanere in carcere. Nel 1990 è liberato e nel 1991 è eletto presidente dell'African National Congress. Nel 1993 riceve il premio Nobel per la pace insieme a De Klerk, e durante le prime elezioni libere del 1994 è eletto presidente della Repubblica e capo del governo. Resterà in carica fino al 1998. Egli diventò in poco tempo in tutto il mondo una ura di grande prestigio, dotato di intelligenza, intuizione e ambizione. l'eroe della lotta contro l'apartheid in Sudafrica. Per i neri umiliati da ingiustizie e privazioni, sottoposti a molestie e violenze quotidiane, Mandela è stato un capo spirituale e un idolo della resistenza. La sua ura è il simbolo della lotta per la dignità e per i diritti degli uomini. Oggi è impegnato, con la passione e la sensibilità di sempre nelle camne dell'UNICEF, sul fronte della difesa dei diritti minorili. L'unico difetto: una certa debolezza per le donne. Infatti, nel privato, Mandela ha avuto tre mogli. Una prima moglie di cui non si sa nulla. Una seconda, sposata nel 1958, di nome Winnie, che fu al fianco di Nelson Mandela anche nella vita politica. A causa del troppo potere acquisito però, nel 1989, mentre il marito era in prigione, è accusata di sequestro e omicidio. Il loro divorzio è ufficiale nel 1997 e l'anno seguente, alla tenera età d'ottanta anni, Mandela sposa Gracia, una cinquantacinquenne vedova del presidente del Mozambico (che era stato assassinato), un'adolescente se si paragona a lui!













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