storia |
Bisanzio dopo Giustiniano: riforme e minacce dall'esterno. .104
Le forti spese militari che si ebbero nell'epoca di Giustiniano portarono ad una forte crescita del peso fiscale. In questo modo vennero mandati in rovina i piccoli proprietari costretti ad indebitarsi con i grandi latifondisti o a vendere loro le proprie terre. La migliore soluzione di questo problema la trovo Eraclio con le sue riforme. Egli fece sì che il territorio bizantino venisse diviso in dei distretti militari chiamati temi, che venivano assegnati ai soldati. Questo sistema riuscì a provvedere autonomamente alle spese militari ed inoltre si favorì la colonizzazione delle terre incolte creando delle leggi molto rigide che vietavano la vendita o l'ipoteca di questi territori.
CARATTERISTICHE DEI TEMI
Dislocazione permanente di truppe |
Nelle regioni più esposte al pericolo di incursioni o invasioni, venivano stanziati stabilmente dei soldati, gli stratioti, che facevano capo ad uno stratego |
Terra in cambio del servizio di difesa |
Gli stratioti venivano compensati mediante la concessione di terre che erano invendibili e che potevano essere trasmesse agli eredi; ai soldati spettava dunque il compito di difendere i territori dell'impero, ma anche quello di coltivare la loro terra |
Le funzioni dello stratego |
Egli aveva pieni poteri civili e militari sul territorio affidatogli e rispondeva del suo operato direttamente all'imperatore |
La Persia tornò ad essere un nemico temibile al tempo del re Cosroe I. La guerra, divenuta intensa nel 572, rivelò che Bisanzio non era capace di lottare per la supremazia in Mesopotamia e in Armenia e al tempo stesso di controllare il Mediterraneo. A causa di ciò, con l'indebolirsi dei bizantini ad Occidente, l'Italia cadde in mano ai longobardi. In questo periodo iniziarono i primi spostamenti degli slavi nei Balcani. La regione tra i Balcani e il Danubio fu spesso soggetta alle invasioni degli avari, una popolazione nomade che si stanziò in Pannonia dopo aver cacciato i Longobardi. Dal 542 arrivò poi una terribile sciagura per l'impero Bizantino: la peste. L'epidemia spopolò vasti territori contribuendo all'avanzata degli Slavi. Verso il 700, la conquista slava dei Balcani era ormai conclusa: le tradizioni, la lingua slava avevano soppiantato quelle greche. Bisanzio potette intervenire contro gli slavi solo dopo la guerra coi persiani e dopo aver fatto fronte all'attacco arabo. L'impero rese le tribù slave dapprima tributarie e poi iniziò una opera di riellenizzazione di Tracia, Macedonia e Grecia. La riconquista di questa zona terminò soltanto nel IX sec. Erano intanto si in Mesia i bulgari. Essi presero a slavizzarsi nella lingua e nel genere di vita anche se dimostrarono una maggiore attitudine nel sapersi dare strutture politiche. Nel periodo tra il 611 e il 627 l'impero d'Oriente sembrava ad un passo dal crollo. Dopo che l'impero era stato saccheggiato dagli avari e invaso dagli slavi, il re Cosroe II,che aveva occupato Siria ed Egitto, strinse nel 626 Bisanzio all'assedio finale. La capitale era però imprendibile poiché difesa benissimo dalla flotta e da una triplice cinta muraria. Eraclio, a cui era rimasto l'Anatolia, si diresse direttamente verso la Persia. In due anni, l'esercito degli stratioti sconfissero l'esercito persiano mentre gli avari venivano ricacciati in Pannonia. Lo sconfitto Cosroe II venne trucidato dai suoi stessi soldati nel 628.
PERCHÉ BISANZIO ERA INESPUGNABILEBisanzio risultava militarmente quasi imprendibile; la città era infatti circondata su tre lati dal mare e difesa da una potente flotta da guerra. Il lato terrestre era chiuso da un sistema di tre cinte di mura, intervallate da larghi fossati, su un fronte di circa sette chilometri. La flotta da guerra poteva disporre di un'arma davvero micidiale: il cosiddetto "fuoco greco". A prua delle navi bizantine (gli agili dromoni) c'era infatti un tubo con cui spargere un liquido, a base di petrolio, contro le navi nemiche prima di appiccarvi il fuoco. |
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