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Bismarck, Otto Edward Leopold von

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INTRODUZIONE  Bismarck, Otto Edward Leopold von (Schönhausen 1815 - Friedrichsruh 1898), statista prussiano, fu l'artefice e il primo cancelliere (1871-l890) dell'impero tedesco (Secondo Reich).

LA CARRIERA POLITICA lio di un nobile proprietario terriero, entrò in politica nel 1847 come delegato nella prima Dieta di Prussia. Si mise subito in luce per le posizioni rigidamente conservatrici e, allo scoppio della rivoluzione del 1848, si recò a Berlino per convincere il re Federico Guglielmo IV a soffocare la rivolta. Il consiglio fu ignorato, ma la sua lealtà venne riconosciuta e nel 1851 Bismarck fu nominato rappresentante della Prussia alla Confederazione germanica, formata dai 39 stati tedeschi. Nel 1859 divenne ambasciatore in Russia e nel 1862 si trasferì in Francia. Quello stesso anno si aggravò la disputa in corso fra il governo e il Parlamento prussiano che aveva come oggetto le spese militari e la riforma dell'esercito. Richiamato in patria dal re Guglielmo I per risolvere la questione, Bismarck venne nominato primo ministro e pose fine alla contesa con un'azione di forza. Rafforzò l'esercito e nel 1864 entrò in guerra a fianco dell'Austria contro la Danimarca, assicurandosi il controllo dello Schleswig-Holstein e guadagnandosi il favore dell'opinione pubblica.



L'ARTEFICE DELL'UNIFICAZIONE TEDESCA Due anni più tardi, garantitosi la neutralità francese e stretta un'alleanza con l'Italia in funzione antiaustriaca, Bismarck scatenò la guerra austro-prussiana. La vittoria di Sadowa (1866) consentì alla Prussia di annettersi nuovi territori e segnò la fine dell'egemonia dell'impero asburgico in Europa: Bismarck unificò tutti gli stati del centro e del nord della Germania nella Confederazione della Germania del Nord sotto l'egida della Prussia. Nel 1870 riuscì a provocare la Francia, che scese in guerra contro gli stati tedeschi (vedi Guerra franco-prussiana); la Prussia, vittoriosa, ottenne l'Algeria e la Lorena. Facendo leva sul sentimento nazionale, Bismarck si propose di convincere gli stati della Germania meridionale ad accettare la costituzione di un paese unificato. Il suo disegno ottenne il successo sperato: nel 1871 il Reich germanico, che comprendeva anche la Germania meridionale, prese il posto della Confederazione della Germania del Nord e il re di Prussia Federico Guglielmo IV divenne imperatore. Qualche mese dopo Bismarck fu nominato principe e cancelliere.

IL 'CANCELLIERE DI FERRO" In qualità di cancelliere dell'impero, Bismarck si preoccupò innanzitutto di consolidare il nuovo stato unificato. Sul piano della politica estera rafforzò la posizione della Germania stringendo una serie di alleanze difensive: si oppose con vigore alla restaurazione dei Borbone sul trono di Francia e cercò di mantenere la pace in Europa, isolando la Francia attraverso l'alleanza con l'Austria-Ungheria e la Russia (la cosiddetta lega dei tre imperatori del 1873, successivamente rinnovata nel 1881). Nel 1882 si legò all'Austria e all'Italia nella Triplice Alleanza. Sul piano interno combatté chiunque si opponesse al suo governo autoritario: leggi restrittive colpirono i cattolici, contrari a uno stato centralista, attraverso il cosiddetto Kulturkampf, e ugualmente dura fu la repressione del cancelliere nei confronti del Partito socialdemocratico e di quello liberale. Solo dopo l'elezione al soglio pontificio di papa Leone XIII, che succedette al più intransigente Pio IX, Bismarck tornò ad avvicinarsi al Partito del Centro cattolico. In materia di politica sociale varò importanti riforme a favore dei lavoratori (leggi sulle assicurazioni obbligatorie e sulla pensione), ma si oppose con determinazione, mediante leggi speciali, alla formazione dei movimenti operai. Sul piano economico sostenne lo sviluppo dell'industria e del commercio, varando leggi protezionistiche. Nel 1888 salì al trono Guglielmo II, che simpatizzava per il movimento socialista e mal sopportava lo statista; il loro contrasto si risolse nel 1890, con il definitivo allontanamento di Bismarck dalla scena politica.





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