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Camillo Benso, Conte di Cavour, nacque a Torino nel 1810, ed era lio del marchese Michel Benso de Cavour e di Adèle de Sellon, dama di origine svizzera. Aristocratico piemontese di idee liberali, in gioventù frequentò l'Accademia Militare, diventando a 16 anni ufficiale del Genio. Poco avvezzo alla carriera militare, abbandonò l'esercito e prese a viaggiare all'estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati documentandosi sulle innovazioni in tutti i campi come la Francia e l'Inghilterra, qui nel 1835 pubblica un 'Extrait' dell'inchiesta inglese sulla tassa dei poveri,formandosi così una cultura politica molto avanzata per l'epoca, in particolare aveva intuito alcuni aspetti del moderno capitalismo completamente estranei alla cultura politica italiana. Tornato in Italia, rivolge i suoi interessi alla pratica di nuovi sistemi di conduzione e coltivazione. Partecipa inoltre a diverse imprese e sodalizi, tra cui l'Associazione Agraria. Venne nominato all'età di ventidue anni sindaco di Grinzane dove la famiglia aveva dei possedimenti. Grinzane cambiò il suo nome in Grinzane Cavour come ringraziamento a Camillo Benso che ne fu sindaco per ben 17 anni.
Nel 1847 fonda il giornale
'Il Risorgimento' un giornale liberale moderato, che esaltava l'indipendenza
del Paese anche senza il Papa, e la concessione della libertà economica,
religiosa e politica.
Nel giugno del 1848, viene eletto deputato e nel 1850 diventa Ministro dell'Agricoltura
e del Commercio nel ministero e della Marina D'Azeglio. nel 1851 completa il
suo controllo della vita economica del Paese con l'aggiunta alle sue competenze
del dicastero delle Finanze Il 4 novembre 1852, assume la presidenza del
Consiglio dei ministri Raggiunta questa
carica Cavour Tenta di fare del Piemonte un paese moderno, Secondo Cavour
nessuno stato debole o arretrato economicamente sarebbe stato in grado di
decidere delle proprie sorti; le riforme liberali erano necessarie, ma non ancora
sufficienti; occorreva anche imboccare decisamente la via
dell'industrializzazione già percorsa dalle grandi potenze europee e su
cui il Regno sabaudo aveva accumulato molti ritardi. si diede al potenziamento
economico-industriale del Regno di Sardegna, favorendo la costruzione di
ferrovie, di strade e iniziando la costruzione del traforo del Frejus. Diede
nuova vita all'agricoltura introducendo nuove coltivazioni, facendo opere di
bonifica e costruzione di canali d'irrigazione, per Cavuor un'agricoltura ricca
e moderna era alla base per lo sviluppo dell'industria. Favorì la creazione
di un'industria siderurgica e il potenziamento di quella tessile Si diede un
fortissimo impulso alle infrastrutture stradali e ferroviarie, si
creò in pratica dal nulla la rete telegrafica; il commercio venne
favorito in ogni modo e la realizzazione di una vera marina mercantile fece
rifiorire il porto di Genova.Riformò l'esercito tramite il suo
collaboratore, il generale La Marmora, e fece costruire un arsenale marittimo a
La Spezia. Con un grande sforzo, il Piemonte si avviava a diventare uno Stato
relativamente moderno e ricco. Questa politica fu possibile anche perché in
Piemonte vi era un'antica tradizione di buona amministrazione pubblica, forse
limitata e poco innovativa, ma solida
In politica interna fu un fautore dell'ordine monarchico costituzionale, tutte le sue riforme erano dettate dal suo desiderio di impedire qualsiasi insurrezione democratica-repubblicana. si adoperò in ogni modo per ridimensionare il potere della chiesa nell'arretrato regno sabaudo, si fece promotore della costruzione di asili di infanzia, portò avanti una strenua lotta contro i Gesuiti che detenevano il monopolio dell'istruzione. Fece approvare una legge che sopprimeva gli ordini monastici a scopo contemplativo e che aboliva i privilegi della manomorta e del foro ecclesiastico. Questa legge sollevò un grande scandalo e incontrò l'opposizione del Re che forzò Cavour alle dimissioni, la cossidetta crisi Calabiana (26 aprile 1855). Dopo pochi giorni però il Re dovette richiamare Cavour al proprio posto, ma il disegno di legge venne in parte abbandonato.
In politica estera fu altrettanto abile quanto fortunato e spregiudicato, il suo obbiettivo era di creare un forte stato nell'Italia settentrionale sotto la corona dei Savoia, ma si rese conto che per ottenere un simile risultato il Piemonte avrebbe dovuto essere appoggiato dalle potenze europee. Nel 1854 scoppiò la guerra di Crimea: Francia e Inghilterra, alleate della Turchia, combattevano contro la Russia, che tentava di espandersi nella penisola balcanica. Cavour offrì l'alleanza del Piemonte alle grandi potenze, inviando in Crimea un corpo d'armata. Cavour non chiese alcun compenso per la partecipazione alla guerra, ma ottenne che una seduta fosse dedicata espressamente a discutere il problema italiano: egli poté quindi sostenere pubblicamente che la repressione dei governi reazionari e la politica dell'Austria erano i veri responsabili dell'inquietudine rivoluzionaria che covava nella penisola e che avrebbe potuto costituire una minaccia per i governi di tutta Europa. Nel 1858 egli si incontrò con Napoleone III a Plombièrs les Bains per ratificare un trattato difensivo-offensivo ai danni dell'impero asburgico. Nel 1859 scoppiò la guerra che vide da un lato la Francia ed il Piemonte e dall'altro l'Austria. La guerra portò all'annessione della Lombardia, ma i Francesi interruppero la guerra prima del previsto. Cavour rassegnò le dimissioni in segno di protesta. Nonostante la contrarietà di Vittorio Emanuele II nel 1860 Cavour torna ad occupare la carica di Presidente del Consiglio. Con abili mosse politiche, aiutato anche dall'appoggio del governo inglese, riuscì ad ottenere il riconoscimento dei plebisciti avvenuti in Toscana, nei ducati di Modena e Parma e nelle Legazioni Pontificie, per l'annessione al Regno di Sardegna. Per continuare ad avere l'appoggiò francese nel suo tentativo, che ormai era di unificare la penisola italiana, cedette alla Francia la città di Nizza e la Savoia. In modo non esplicito aiutò Garibaldi ad organizzare la spedizione dei Mille, e poi con la scusa di fermare quel pericoloso rivoluzionario ottenne l'assenso francese all'occupazione dello stato Pontificio, Roma esclusa. Raggiunto dall'esercito sabaudo Garibaldi fece dono a Vittorio Emanuele II del sud Italia, portando così ad una parziale riunificazione della penisola. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II venne proclamato Re d'Italia. Cavour a questo punto si lanciò in una grande opera diplomatica di accordo con il Papa, ma prima di poter arrivare alla conclusione delle trattative morì, probabilmente di malaria, nel palazzo di famiglia a Torino il 6 giugno 1861.
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