Cesare Beccaria
Tra gli
illuministi italiani il personaggio più originale fu Cesare Beccarla
(1738-l794).
Ispirato
dal giusnaturalismo di Hobbes e Locke, pubblicò nel 1764 il saggio "Dei
delitti e delle pene", subito tradotto in francese e accolto con entusiasmo da
Voltaire e dagli enciclopedisti. In questo scritto i concetti di reato e colpa sostituirono quello di peccato in un ambito in cui il giudice
risultava un tutore umano che garantiva i diritti dei cittadini secondo un
preciso ordinamento. La giustizia doveva educare il reo che, per quanto
colpevole, restava sempre un uomo. Sulla base di queste premesse Beccaria
poteva condurre una condanna alla tortura e alla pena di morte considerate non
sole illegittime, ma anche inefficaci. Sostenuto dall'idea di una società
tesa a eliminare la precondizioni che inducono al crimine, Beccaria
valorizzò la prevenzione rispetto alla punizione, considerando
necessarie pene anche gravi, ma strettamente commisurate all'entità del
reato.