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CLASSE OPERAIA
Va considerato qui separatamente il contingente dei salariati
delle grandi fabbriche urbane e delle piccole e medie industrie.
Classe operaia delle grandi fabbriche urbane.
Può suddividersi in tre strati:
a) Operaio massa: è quello cioè che lavora alla catena e nei
reparti ad alto quoziente di nocività, sottoposto ai ritmi più
massacranti; è anche quello meno tutelato nei suoi interessi pur essendo
il più produttivo, a in tal modo lo scotto della sua
combattività. Costituisce indubbiamente lo strato più
rivoluzionario che ha contribuito e contribuisce in maggior misura allo
sviluppo della lotta di classe in tutte le forme in cui si manifesta: legali ed
illegali, dal gatto selvaggio al sabotaggio, dalla occupazione delle fabbriche
alla dura punizione dei capi, dirigenti, fascisti, sino a diventare il nucleo
centrale della lotta armata per il comunismo.
b) Operaio professionale: si tratta per lo più di quei settori di
aristocrazia operaia che compongono la ura del lavoro professionale,
tuttavia l'introduzione di una tecnologia sempre più avanzata e la
progressiva divisione del lavoro ne riducono i ranghi a percentuali poco
significative. A voler essere più precisi si può addirittura
affermare che l'OP in quanto tale non esiste più e che il termine,
almeno nel contesto attuale, indica piuttosto l'operaio qualificato, che
è cosa assai diversa dal OP vero e proprio. Infatti se la
professionalità sottintende una qualificazione adeguata (intesa come
addestramento), la qualificazione per contro non implica affatto la
professionalità trattandosi semmai di adeguamento delle qualità
della forza-lavoro alla nuova composizione organica del capitale. Questo tipo
di operaio gode di alcuni 'privilegi' quali una relativa
stabilità del posto di lavoro, un lavoro qualitativamente superiore, non
ripetitivo, non stressante, con possibile autodeterminazione dei ritmi e una
parziale autonomia di decisione nelle modalità di lavoro. Ciò fa
in modo che sia particolarmente sensibile all'ideologia del lavoro sostenuta
dai revisionisti e alla loro politica, costituendone perciò la base
sociale; in seno al movimento operaio rappresenta pertanto una tendenza da
abbattere, comunque ancora suscettibile - soprattutto con l'acuirsi della crisi
- di essere recuperato, per lo meno in certe sue frange, all'iniziativa
rivoluzionaria.
c) Aristocrazia operaia: questa coincide con gli strati immediatamente superiori
agli operai qualificati (quindi con quel che resta degli operai professionali)
e con la burocrazia sindacale improduttiva. Questo segmento di classe, di
fronte alle proporzioni che va assumendo lo scontro, viene preurandosi
sempre più come strumento della controrivoluzione; costoro svolgono
ormai apertamente una funzione di supporto alle scelte di politica economica
della borghesia imperialista fornendo una base di legittimazione ed esercitando
nel contempo un'azione di controllo e di spionaggio dentro la fabbrica.
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