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CRISI E DECLINO DELLA POLIS
Origine del conflitto
Durante la guerra del Peloponneso incominciarono ad ingrandirsi
le preoccupazioni di Sparta nei confronti di Atene, che stava adottando un
atteggiamento imperialistico. Il cambiamento da tensione a conflitto avvenne a
causa di 3 episodi. Il primo avvenne nel
Il secondo avvenne, quando Atene assediò Potidea una colonia di Corinto, ma membro della lega Delio Attica. Corinto intervenne in aiuto di Potidea e si ritrovò a combattere contro Atene.
L'ultimo episodio si verificò quando Atene negò a Megera, alleata di Sparta, l'accesso a tutti i porti delio-attici, che era molto importante, perché sennò l'economia sarebbe andata in rovina. Allora Sparta chiede di ritirare il decreto, ma non fu accettato, così scoppiò la guerra.
Peste ad Atene
La strategia di Atene era puntata sulla potente flotta Delio Attica, sulle riserve di metalli preziosi e sulla difesa delle mura che circondavano Atene e il Pireo. Sparta invece contava su un forte esercito e sulla supremazia terrena.
Nel
Gli anni di Cleone
Dopo la morte di Pericle, salì al trono Cleone, che
riuscì ad avere le simpatie con leggi gradite al popolo ma disastrose
per la città. Dopo la morte di Pericle Atene visse dei momenti di grande
difficoltà. Nel
La pace di Nicia
Sparta inviò un contingente, guidato dal generale
Brasida, attraverso
Nel
Le tendenze imperialistiche
La nuova pace non piaceva a nessuno e le sue clausole non furono mai rispettate. Atene ne approfittò per rendere più saldo il controllo sugli alleati e sul mare e per estendere verso occidente la sua sfera di influenza.
Il principale sostenitore di queste imprese fu Alcibiade. L'occasione per realizzare una grande impresa gli venne data, quando, in Sicilia scoppiò una guerra tra due colonie greche, Segesta e Selinunte. Quando Segesta chiese aiuto ad Atene, sua alleata, Alcibiade convinse gli ateniesi ad accettare dicendo che avrebbero riscosso un ricco bottino e avrebbero avuto il controllo di un ricco paese.
Fu quindi allestita una flotta da 135 trireme, che nel
Il disastro della spedizione in Sicilia
La spedizione ateniese in Sicilia non ebbe il successo sperato. Alcibiade fu accusato di aver fatto riti satanici e rispedito ad Atene, ma non ci andò, capendo che questo lo avrebbe portato alla rovina, si rifugiò a Sparta. Così la flotta ateniese fu privata del comandante migliore e Nicia e Lameco essendo in contrapposizione fra di loro non riuscirono a creare una strategia vincente: l'idea di conquistare Siracusa e di avere poi il potere su tutta l'isola si rivelò fatale.
Nell'autunno del
Si riaccende la guerra
Sotto la pressione dei corinzi e dei siracusani, Sparta, con il
suo esercito, entrò in Attica e sotto consiglio di Alcibiade
occupò la fortezza di Decelea, a 20km da Atene. Tutta la regione si
trovò indifesa di fronte ai continui attacchi spartani. Nello stesso
tempo Sparta aveva raggiunto un accordo con
In Grecia gli equilibri politici stavano cambiando e molti
approfittarono della debolezza di Atene per uscire dalla lega Delio Attica. Nel
frattempo
In Atene per rispondere alla situazione di emergenza, fu
istituita una commissione formata da 10 consiglieri chiamati probuloi. Per la
prima volta i poteri della Bulè e dell'assemblea popolare furono
aboliti. Questo fatto diede inizio ad un processo che avrebbe portato alla
rivoluzione oligarchica. Del
La rivoluzione oligarchica
L'atmosfera ad Atene era molto tesa. Gli oligarchici accusavano
i democratici della sconfitta subita a Siracusa e di pregiudicare gli esiti
della guerra. Nel maggio del
Atene sconfitta
Una svolta nella guerra si ebbe quando venne scelto come
comandante,Lisandro, con grandi capacità militari e diplomatiche. La
flotta ateniese riuscì a scongerlo alle Arginuse e molte navi
spartane affondarono, ma ci furono molte perdite anche fra gli ateniesi. Ad
Atene le tensioni e la paura si scatenarono contro i generali che vennero condannati
a morte, con l'accusa di non aver soccorso i naufraghi, questo non aiutò
Atene e nell'agosto del
Le condizioni di pace furono durissime: la flotta venne consegnata a Sparta e Atene rimase con 12 trireme e senza mura, dovette anche diventare alleata di Sparta e si sciolse la lega Delio Attica.
L'egemonia di Sparta
La caduta di Atene non significò la libertà sperata dai greci, ma di un passaggio ad una forma di governo più dura. L'egemonia di Sparta si basava sul sostegno economico persiano, anche se era inadatta a controllare altre città avendo una popolazione troppo ridotta per poter controllare vasti territori.
Quasi ovunque gli spartani favorirono l'insorgere di regimi oligarchici, anche aiutati militarmente. Con la fine della lega Delio Attica i mari divennero meno sicuri e rifiorì la pirateria. Il nuovo ruolo di Sparta fu negativo anche all'interno della città, perché aumento la brama di ricchezza, di corruzione e iniziarono ad esserci contrasti sociali tra i cittadini a pieni diritti e quelli che non ne avevano.
I 30 tiranni di Atene
Dopo la conclusione della pace fra Atene e Sparta, quest'ultima continuo a far pressione su Atene in modo che cambiasse la costituzione in oligarchia. Per far questo Lisandro mandò un consiglio di 30 persone, passate alla storia come i 30 tiranni, per cambiare la costituzione. Questi erano guidati da Crizia che divenne per breve tempo capo di Atene. I 30 non solo abolirono di nuovo i sussidi e ridiminuirono a 3000 i cittadini con pieni diritti, ma cominciarono ad utilizzare il loro potere per eliminare gli eventuali avversari e per creare un clima di terrore.
La salvezza per Atene giunse dall'esterno, tutti i democratici scappati da Atene si riunirono, entrarono nell'Attica e si impadronirono della fortezza di File e dopo il Pireo. Poco dopo, ad Atene, venne ripristinato il regime democratico.
Sparta e i Persiani
Per impadronirsi del potere Ciro tramò la morte del
fratello maggiore Artaserse II e Sparta lo appoggio inviando un contingente. Il
piano fu scoperto e gli eserciti dei due fratelli si scontrarono a Cunassa nel
I greci contro Sparta e "la pace del re"
I rapporti fra Sparta e
L'egemonia tebana
Sparta venne di nuovo odiata da tutti. Atene costituì una
nuova legge marittima. Tebe era stata occupata dall'esercito spartano perché
non voleva riconoscere le clausole della "pace del re" e si ribellò
ottenendo la libertà. Ben presto si pose a capo di una lega di
città della Boezia divenendo così potente da poter annientare
Sparta. Nel
Socrate
Socrate non ha lasciato testimonianze scritte, di se, ma
sappiamo tutto di lui dal suo discepolo Platone. Dai contemporanei è
considerato un sofista, ma lui cercò di distinguersi da loro e dai filosofi.
Il suo studio si incentro sull'uomo, sul bene e il male, la giustizia dell'uomo
e l'uomo nella società. Per questo fermava le persone per strada
interrogandoli. Nel
Platone e l'accademia
Gli insegnamenti di Socrate furono raccolti da Platone che scrisse dialoghi, dove riproduceva le discussioni tenute dal suo maestro.
Rimase molto colpito dal disastro della guerra del Peloponneso e
dalla ingiusta morte di Socrate. Platone iniziò così a riflettere
sulla crisi della democrazia, sul valore dei suoi ideali e ne cercò
altri, che potessero garantire all'uomo la felicità personale e alla
città una vita giusta e prosperosa. Da questa riflessione nacquero due
opere, anche queste scritte in forma di dialogo:
In questi testi Platone scrisse delle idee per creare la "città dei filosofi", che cercò di ricreare a Siracusa.
Nel
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