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Cronologia e riassunto

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Cronologia e riassunto

Nel 509 a.c. i Tarquini, furono cacciati e ci fu l'avvento della Repubblica

A capo di questa c'erano due consoli eletti annualmente, inizialmente, solo fra i Patrizi.

Questo mutamento costituzionale, indebolì però, lo Stato Romano.

La successiva calata dagli Appennini di vigorosi popoli montanari: Equi, Volsci, Sabini, lo costrinse ad abbandonare una per una le posizioni di forza raggiunte nel Lazio.

Nella città, isolata e compressa, le condizioni di vita diventarono difficili per i ceti artigianali e imprenditoriali, costituenti, con gli altri ceti minuti, la Plebe.

Invano, essi reclamavano la propria parte di poteri pubblici, che il Patriziato, depositario del Mos Maiorum, di origine sacra, voleva, invece, tutti per sé.

Le lotte aspre che ne derivarono misero talvolta in pericolo la stessa unità dello Stato.




494: secessione della plebe sul monte sacro.


Solo verso la metà del V secolo con la codificazione delle XII Tavole, che assicurarono alcune garanzie ai ceti plebei, il contrasto si attenuò.

Quando poi, fu abolito il divieto dei matrimoni promiscui, gli esponenti della plebe, entrarono a mano a mano, nell'orbita del patriziato, tanto che, dopo il 367 a.c. anch'essi furono ammessi a coprire le cariche pubbliche.


356: primo dittatore plebeo


351: primo console plebeo


343-341:prima guerra Sannitica


340-338:guerra Latina


337:primo pretore plebeo


328-304 seconda guerra Sannitica


298-290: terza e ultima guerra Sannitica


281-275:guerra contro Taranto


Taranto, per difendersi, chiamò in aiuto Pirro, Re dell'Epiro.

Le vittorie riportate da questi sui Romani, a Eraclea e ad Asculum in Puglia nel 279, non intaccarono la vitalità di Roma che aveva riserve militari inesauribili.

Dopo un breve passaggio in Sicilia, Pirro cercò la soluzione della guerra in una grande battaglia a Benevento: questa volta ebbero la meglio anche sul campo, a Pirro non restò che tornarsene nell'Epiro.




La penisola italica, era tutta sotto il governo di Roma che ne promosse l'unità politica e sociale.



Nel meridione, però, Roma si trova faccia a faccia con i Cartaginesi, presenti in Sicilia dall'altra parte dello stretto.


Scoppiarono, così, ben presto 3 guerre per il predominio del mediterraneo, tra le due potenze.


264-242:prima guerra punica


I Romani occupano la Sicilia, che diviene la prima provincia di Roma, la Sardegna e la Corsica.


219-202: seconda guerra punica


216: battaglia di Canne


214-205: prima guerra contro la Macedonia


202:battaglia di Zama


I Romani, finalmente comandati da un generale all'altezza di Annibale (Publio Scipione), vincono.

La guerra è finita, Cartagine è costretta ad accettare una pace durissima:


-Perdita dei domini in Africa


-Pagamento di onerosi tributi


-Distruzione della flotta


-Rinuncia ad una propria politica estera



Cartagine, però cerca di risorgere,e, quando muove guerra alla Numidia, senza il consenso di Roma, questa trova il pretesto per distruggerla definitivamente con Scipione l'Africano:


La terza guerra punica,149-l46, corrisponde ad una semplice spedizione punitiva










Gaio Giulio Cesare

(Roma 100 ca. - 44 a.C.).

Il 'cursus honorum'

Nel 68 cominciò il 'cursus honorum' in Sna, come questore. Continuò poi come edile, accattivandosi il favore del popolo con grandi feste e spettacoli. Due anni dopo fu eletto pontefice massimo, la carica più alta nel sistema religioso del periodo, molto legata alla vita politica. In questi anni, fu spesso coinvolto in tribunale, per via della congiura di Catilina, che proprio in quegli anni veniva sventata. Nel 62, ottenne la carica di pretore; l'anno dopo, il governo della Sna. In questo periodo ripudiò la seconda moglie, Pompea, perché coinvolta in scandalo con Clodio. Intelligentemente, trattò quest'ultimo con mitezza, mirando all'appoggio politico che poteva trarne dall'amicizia. Nel 60, chiese al Senato la carica di console, ma non gli fu accordata, per via del suo irriducibile nemico Catone.

Il triumvirato e la conquista della Gallia.

Cesare, comunque, arrivò lo stesso al potere grazie a quella alleanza che in seguito sarà definita come 'I triumvirato': strinse cioè un accordo del tutto privato con Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, personaggi potentissimi, scontenti anche loro dell'atteggiamento del Senato nei loro confronti. Cesare sposava, poi, in terze nozze Calpurnia, e contemporaneamente dava in isposa Giulia, la proprio lia, a Pompeo. L'accordo portò i suoi frutti, e nel 59 fu eletto console. Da questo momento in poi, darà prova delle sue doti militari e politiche, distinguendosi e superando qualsiasi rivale: proconsole delle Gallie nel 58, ne intraprese la conquista, terminata nel 51.

La guerra civile: uomo più potente di Roma

La formidabile ascesa al potere cominciò a procurargli numerosi e reali nemici: il conflitto col senato e l'aristocrazia romana e lo scontro con Pompeo sfociarono (49) in guerra civile: vinti i pompeiani in Sna e a Marsiglia, Cesare raggiunse lo stesso Pompeo in Grecia, scongendolo a Farsàlo (48) e soffocandone definitivamente i focolai di resistenza. Intanto, padrone assoluto di Roma, Cesare ricoprì - talora contemporaneamente - dittatura e consolato, attendendo ad una radicale riforma della costituzione dello Stato.

Il cesaricidio.

Il 15 marzo ('idi') del 44, veniva tuttavia assassinato da un gruppo di aristocratici di irriducibile fede repubblicana, preoccupati per le tendenze aristocratiche e regali ch'egli sempre più andava assumendo.





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