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DALLA "GUERRA FREDDA" ALLA "COESISTENZA PACIFICA"

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DALLA "GUERRA FREDDA" ALLA "COESISTENZA PACIFICA"


La seconda guerra mondiale era costata circa quaranta milioni di morti; erano stati sterminati sei milioni di Ebrei e vi erano stati gravi danni materiali. Alla fine della guerra le grandi potenze promossero la nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il cui statuto fu approvato da cinquanta Paesi in una conferenza internazionale (1945); secondo tale statuto, tuttora vigente, l'ONU deve promuovere la collaborazione internazionale e il progresso economico e sociale di tutti i popoli; deve inoltre preservare la pace. I principali organi direttivi dell'ONU sono l'Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza.

Le questioni politiche fondamentali furono decise nelle conferenze anglo-russo-americane di Yalta e Potsdam (1945). Circa un anno dopo la fine della guerra, USA, URSS e Gran Bretagna stabilirono le condizioni della pace nella Conferenza di Parigi (1946). Il risultato di queste conferenze fu la divisione dell'Europa in due zone d'influenza: una zona occidentale, dominata dagli USA, ed una orientale, dominata dall'URSS. Stati Uniti e Unione Sovietica erano usciti dalla seconda guerra mondiale come le due grandi potenze egemoniche dell'intero pianeta. Entrambe le superpotenze mirarono ad allargare la propria sfera d'influenza e a procurarsi il più gran numero possibile di alleati subalterni. Intorno agli USA si formò il Patto Atlantico (1949), un'alleanza militare difensiva dominata dagli Stati Uniti e stipulata da USA, Canada, Francia, Inghilterra, Italia ed altri Paesi dell'Europa occidentale e settentrionale; l'alleanza fu resa più compatta ed efficiente mediante una speciale organizzazione, che dalle iniziali inglesi prese il nome di NATO (Organizzazione del trattato del Nord Atlantico). Il Patto Atlantico si proponeva di resistere alla proanda e alla penetrazione comunista, principio già teorizzato dalla Dottrina Truman fin dal 1947. A sua volta l'Unione Sovietica consolidò i rapporti con i Paesi dell'Europa orientale, istituendo nel 1949 un Consiglio di Mutua Assistenza Economica (COMECON) e stringendo con essi nel 1955 un'alleanza militare che, dalla città in cui fu firmata, prese il nome di Patto di Varsavia.



America e URSS pertanto condussero l'una contro l'altra la cosiddetta "guerra fredda", fronteggiandosi ostilmente in ogni parte del mondo: si trattava di una guerra ideologica, politica e diplomatica, non combattuta con le armi, ma sempre sul punto di esplodere. Gli Americani nel '49 promossero nella Germania occidentale la rinascita della Repubblica Federale Tedesca, cui i Sovietici contrapposero la Repubblica democratica tedesca.

La strategia estera delle due potenze fu diversa: l'URSS dominò sui Paesi satelliti con metodi sbrigativi, che degenerarono a volte nell'intervento militare, per avviare una piena ripresa dello stalinismo; gli USA invece controllarono l'Europa occidentale concedendo il proprio aiuto agli Stati che si mantenevano fedeli al liberalismo capitalistico, e negandolo a chi minacciava di allontanarsene (Piano Marshall).

Negli anni che seguirono la guerra, la Germania e il Giappone, occupati militarmente dai vincitori, riuscirono a conquistare l'indipendenza e a recuperare rapidamente un posto di notevole importanza fra le grandi potenze. Gli Stati Uniti favorirono la rinascita del Giappone per farsene un solido alleato contro l'URSS e la Cina comunista. Gli USA intervennero in difesa della Repubblica Sudcoreana, aggredita dalla Repubblica filosovietica nordcoreana (guerra di Corea, 1950-l953); dopo un sanguinoso conflitto, la situazione iniziale rimase praticamente immutata. A partire dal 1957 gli Americani inviarono forze armate sempre più consistenti nel Vietnam del Sud, per difenderlo dalle aggressioni del Vietnam del Nord, comunista (guerra del Vietnam).

L'impegno militare americano non fu però sufficiente a domare la lotta dei vietcong, comunisti, che godevano di vasti appoggi fra le masse contadine. Nel 1973 gli Americani abbandonarono l'impresa e il Vietnam fu unificato sotto un regime comunista filosovietico (1975).

Pericolosi attriti sorsero tra le due superpotenze in Medio Oriente, dove gli Americani sostenevano la Repubblica d'Israele (nata nel 1948 in Palestina), mentre i Russi appoggiavano i Palestinesi che, col favore degli stati arabi circostanti, combattevano contro Israele per recuperare le proprie terre. La guerra fredda minacciò di degenerare in uno scontro frontale fra USA e URSS nel 1962, quando Fidel Castro (che tra il 1958 e il 1959 aveva liberato Cuba dal dittatore filoamericano Batista, instaurando nell'isola un regime socialista) permise ai Sovietici di installare sul suo territorio dei missili, che minacciavano da vicino gli USA. Il pericolo di una guerra sembrò vicino, ma la crisi si risolse con un compromesso favorevole agli USA; anzi, in seguito, i rapporti fra Russia ed America migliorarono. Si aprì così il periodo della "coesistenza pacifica", caratterizzato da una situazione di equilibrio, sebbene precaria e fondata più sul terrore (dovuto al pericolo rappresentato dalle armi nucleari) che su un'autentica volontà di collaborazione. Questo processo fu favorito dal presidente statunitense Kennedy, che dal 1961 al 1963, opponendosi al precedente anticomunismo del senatore McCarthy, noto come maccartismo, favorì il miglioramento dei rapporti con l'Unione Sovietica; contemporaneamente in Russia, dopo la morte di Stalin (1953), si era attuato un lento processo di ritorno alla legalità e di parziale liberalizzazione del regime (destalinizzazione).




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