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DALLA REPUBBLICA ALL'IMPERO
2.1 VERSO LA FINE DELL'ESPERIENZA RIVOLUZIONARIA
Obiettivo degli organizzatori del colpo di stato del 9 termidoro era quello di chiudere il processo rivoluzionario. La presenza di una consistente opposizione monarchica da un lato, e dal movimento dei giacobini dall'altro, resero più difficile tale compito. Il ruolo svolto dall'esercito a sostegno delle istituzioni divenne sempre più importante e l'ingerenza delle elites militari nella vita politica del Paese crebbe costantemente. In tale contesto si colloca l'ascesa del generale Bonaparte alla guida della Francia. Il regime dittatoriale da lui instaurato, e sfociato nel ripristino dell'istituto monarchico, segnò la conclusione del periodo rivoluzionario. Lo stesso regime bonapartista trovava la propria legittimazione nel rituale del plebiscito, forma stilizzata dal concetto di sovranità popolare.
2.2 LA FRAGILITA' DELLE NUOVE ISTITUZIONI REPUBBLICANE E L'ASCESA DI NAPOLEONE BONAPARTE
Nell'inverno 1795-96 la situazione economica della Francia registrò un brusco peggioramento. In questo periodo si era aggiunto anche un scarso raccolto di cerali ecc., e questo portarono ai contadini a far parte di ad una insurrezione in Vandea, che poi si estese anche nelle regioni del nord. La riapertura di alcuni club e la scarcerazione di molti giacobini spinsero al Direttorio di rimettere in vigore delle leggi molti repressive contro gli estremisti di sinistra e a orientare una politica a favore della destra.
Nel marzo del 1797 ci furono le elezioni per il rinnovo di un terzo del Parlamento, i monarchici ottennero un molto successo, oltre a conquistare la presidenza delle due assemblee parlamentari, riuscirono a introdurre Barthelemy come proprio rappresentante all'interno dello stesso Direttorio. La maggioranza dei membri del Direttorio, guidati dal termidoriano Barras, decisero di fare appello all'esercito di mettere in atto un colpo di Stato. Il 4 settembre del 1797 la scoperta di un presunto complotto guidato da Barthelemy e dal generale Pichegru, portò all'arresto di entrambi. In molti dipartimenti vennero annullate le elezioni e la libertà di stampa venne sospesa. L'esito del colpo di stato rea stato possibile grazie a Bonaparte e Hoche.
Bonaparte aveva attirato l'attenzione delle autorità governative anche grazie alla sua amante e futura moglie. Nel marzo del 1796 al giovane gli era stato affidato il comando dell'armata d'Italia, incaricata di togliere parte delle forze asburgiche dal fronte del Reno. Gli eventi si svilupparono molto differenti dal previsto: gli eserciti comandati da Moreau non riuscirono a sfondare le linee nemiche sul fronte tedesco, mentre Bonaparte otteneva molte vittorie sul suolo italiano. Il primo a fare le spese fu il re di Sardegna Vittorio Amedeo III, che firmò l'armistizio e inoltre si impegnava a consentire il passaggio dell'armata d'Italia sul territorio piemontese e ad assicurare i rifornimenti. Le forze austriache così vennero sconfitte sul ponte d'Adda presso Lodi. Pochi giorni dopo le truppe francesi entrarono a Milano. La resistenza opposta dal papa Pio VI costrinse Napoleone a invadere le regioni settentrionali dello Stato della Chiesa. Il pontefice così si vide costretto a riconoscere l'occupazione francese e ad accettare l'instaurazione di un presidio militare nel porto di Ancona. Ottenuta una serie di vittorie sulle forze austriache nell'Italia settentrionale, Bonaparte si diresse verso Vienna. L'imperatore Francesco II sconfitto da Moreau firmò un trattato di pace a Campoformio, così la Francia prendeva in possesso il Belgio, la Lombardia e dei territori alla sinistra del Reno.
2.3 LA CONQUISTA DEL POTERE
Napoleone in Egitto
Nella primavera del 1798 il Direttorio affidò a Bonaparte l'esercito in Egitto, per il conflitto contro la Gran Bretagna. Salpato il 19 maggio 1798, Napoleone raggiunse Alessandria d'Egitto, dove sconfisse nella battaglia delle piramidi i mamelucchi.
L'esercito inglese però il 1 agosto sconfisse l'esercito francese presso Abukir, e Napoleone rimase intrappolato con il suo esercito nel territorio egiziano. L'Inghilterra fece una seconda coalizione con l'Impero turco, l'Austria e la Russia. Nella primavera del 1799 l'esercito russo guidato da Suvorov annullava tutti i successi di Napoleone in Italia. Poco dopo la Russia decise di abbandonare l'alleanza e diede vita alla Lega del Nord composta da Danimarca, Russia, Sa e Prussia.
Il brusco ribaltamento italiana mise in gravi difficoltà il Direttorio, che già alle elezioni legislative aveva visto il successo dei giacobini ottenendo 104 seggi. In Francia ci fu un opposizione intere che aumentava anche grazie alle sconfitte di Napoleone in Egitto, e l'assenza di Napoleone in Francia era molto evidente. Prese corpo un piano per rovesciare le istituzioni. Anche questa volta l'esercito avrebbe dovuto costruire l'arma vincente per realizzare un colpo di Stato. Nel frattempo Napoleone era riuscito a tornare in patria, lasciando il comando dell'esercito in Egitto al generale Kleber. Il 9 novembre 1799 (18 brumaio dell'anno VIII) sotto il comandi di Napoleone le truppe fecero irruzione nell'aula del consiglio dei cinquecento e costrinsero a sciogliere l'assemblea. Sotto la minaccia delle armi il Consiglio degli anziani si vide affidare il potere del governo ad un consolato formato da Napoleone dove era primo console, Sieyes e Roger Ducos. Una nuova costituzione legittimava il passaggio al regime dittatoriale frammentando il potere legislativo in 4 consigli: il Tribunato, il Corpo Legislativo, il Consiglio di Stato e il Senato. La soppressione della libertà di stampa, la lotta al banditismo e ai focolai di rivolta, il risanamento del bilancio, la riforma dell'amministrazione pubblica e il potenziamento del controllo poliziesco furono gli obbiettivi del nuovo governo.
LA CONCLUSIONE DELLA GUERRA E IL CONCORDATO CON LA CHIESA
Accordi di pace con Austria e Gran Bretagna
L'esercito francese sconfisse quello austriaco in Italia con la vittoria di Marengo. L'Austria così fu costretta a firma un accordo ( la pace di Luneville), che ristabiliva gli accordi di Campoformio e impegnava il governo di Vienna a riconoscere la Repubblica batava e la Repubblica elvetica. Ci fu anche un accordo con la Gran Bretagna con la firma di Amiens, dove l'Inghilterra si impegnava a restituire Malta all'antico ordine cavalleresco.
Bonaparte firmò un concordato con la Chiesa cattolica. Il concordato da parte della Chiesa fu firmato dal cardinale Con salvi. Questo concordato riconosceva il cattolicesimo come religione praticata dalla maggioranza dei francesi e attribuiva al primo console il diritto di nominare i vescovi. Il papa si asteneva dal rivendicare i beni della Chiesa nazionalizzati durante la Rivoluzione.
L'ISTAURAZIONE DELL'IMPERO
Napoleone da console a imperatore
Nella primavera del 1802 Bonaparte ottenne il rinnovo del mandato consolare per dieci anni, poi fu nominato console a vita. Ci fu una nuova Costituzione, la dall'inizio della rivoluzione, che attribuiva al primo console il diritto di nominare gran parte dei membri delle assemblee legislative. Poi da parte del regime furono aumentati i controlli sulla vita culturale e sulla stampa, e la vigilanza contro ogni forma di opposizione assunse forme più rigorose. Nella primavera del 1804 il Senato proclamò Napoleone imperatore con il diritto di trasmettere la carica per via ereditaria.
La Francia si trovava a fronteggiare una nuova coalizione perché la Gran Bretagna non voleva lasciare l'isola di Malta. Così la Gran Bretagna si schierò con l'Austria, la Sa, il Regna di Napoli e la Russia, mentre la Francia era da sola. L'invasione dell'Inghilterra si rilevò devastante, vista anche la sua superiorità marina, che il 21 ottobre del 1805 nella battaglia di Trafalgar riuscì a distruggere la flotta francese. 9invece Napoleone sulla terra riuscì a scongere prima gli austriaci, poi le forze russe insieme a quelle austriache.
La pace firmata a Presburgo segnò la fine della guerra contro l'Austria, ma una nuova coalizione si era formata con l'ingresso della Prussia. Ma la Prussia venne sconfitta in tutte le battaglie disputate contro la Francia di Napoleone e così fu costretta a firmare il trattato di Tilsit dove l'Europa veniva divisa in due parti: francese a occidente, russa a oriente.
Napoleone però dovette affrontare anche un tentativo austriaco, che formò un quinta coalizione con la Gran Breatgna e la Sna. Ma anche qui Napoleone vinse tutte le battaglie contro la quinta coalizione e costrinse l'Austria a firmare il trattato di Schonbrunn. Il nuovo cancelliere austriaco avanzò una proposta a Napoleone, che era quella di sposare l'arciduchessa Maria Luisa, lia dell'imperatore asburgico. Napoleone decise di accettare la proposta e fece il divorzio con la moglie Giuseppina. Undici mesi dopo nasceva l'erede al trono di Francia, cui venne conferito "re di Roma".
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