Dalla Grecia dei "secoli bui" alle origini della polis
Il periodo
dell'invasione dorica, tra il 1100 e l'800 a.C. è caratterizzato da una
frammentazione politica, dallo svuotamento delle città, dalla
difficoltà nelle comunicazioni e da un abbandono della scrittura. Questo
periodo di degradazione viene detto medioevo
ellenico. Le principali indicazioni su questo periodo si ricavano dalle
opere di Omero: l'Iliade e l'Odissea. La crisi favorisce la creazione e
l'accentuazione di comunità locali indipendenti, tutte governate da un
sovrano, il basileus che era
affiancato da un consiglio di nobili che
era un ceto aristocratico formato da
funzionari e da proprietari terrieri. Il ruolo militare dei nobili spesso porta
alla formazione di regimi oligarchici in altre parole lo Stato veniva governato
da poche famiglie eminenti. Col tempo anche grazie all'esercito aumenta il peso
dei proprietari terrieri non nobili e degli artigiani e mercanti di
città, che erano in grado di accumulare grandi ricchezze. I ceti
emergenti chiedono spazio politico e la creazione di leggi scritte ; con questa
maniera si diede inizio alla formazione della polis. Le nuove funzioni sociali si combinano con quelle vecchie
dando origine a ghene e fratrìe: il ghenos (al plurale:
ghene) era la famiglia intesa come stirpe, come un gruppo parentale allargato,
formato da più nuclei familiari ; le fratrie, letteralmente
"associazione di fratelli" erano raggruppamenti di più famiglie con il
compito di tutelare i diritti dei loro membri e proteggerne l'esistenza fisica.
La polis, che significa città,
è una comunità indipendente e autosufficiente, in cui vige una
legge valida per tutti, dove i membri sanno di avere un'identità civile,
culturale e religiosa comune ed è intesa come l'istituzione politica che
assicura all'uomo la massima libertà e dignità. Il cittadino
partecipa alla vita politica prendendo decisioni e ricoprendo cariche politiche
e amministrative. Per godere dei diritti civili bisogna essere maschio e nato
da genitori liberi. Nelle polis spesso ci sono forme di governo miste: il
potere dei monarchi non è assoluto né di origine divina: i re sono gli
esponenti del ceto aristocratico. L'oligarchia viene tradizionalmente assunta
dal dominio del ceto nobiliare e terriero. L'ideale civile della polis si
traduce con l'isonomia delle
città democratiche in altre parole la legge doveva essere uguale per
tutti i cittadini di qualsiasi ceto. Le rivendicazioni dei nuovi ceti spingono
verso nuove forme di governo come la timocrazia,
governo dei ricchi e spesso verso la tirannide
il dominio di un unico capo sostenuto da tutto il popolo contro l'aristocrazia.
In ogni regione della Grecia c'erano grandi templi che custodivano in una cella
interna e inaccessibile (il naos) l'immagine del dio che si venerava. Questi templi
erano molto frequentati quasi sempre per la presenza di un oracolo, cioè
sacerdoti che erano in grado di comunicare con le divinità e quindi di
far svolgere la loro volontà. In Grecia erano venerati molti dei: Zeus,
il dio supremo; Era, moglie di Zeus; Atena nata dal cervello di Zeus; Apollo
dio del Sole e della poesia; Artèmide sorella
di Apollo dea della Luna e della caccia; Ares è
il dio della guerra lio di Zeus e di Era; Efesto
lio di Zeus e di Era maestro nell'arte di forgiare i metalli; Ermes è
il messaggero degli dei protettore dei commerci; Afrodite dea della bellezza e
dell'amore; Estia sorella di Zeus protettrice del
focolare domestico; Poseidone fratello di Zeus e dio
del mare; Demètra sorella di Zeus dea dei
raccolti; Ade fratello di Zeus dio degli inferi.
Attorno ai santuari più famosi si riunirono associazioni di più
città che avevano come scopo comune quello di adorare le divinità
comuni e di proteggere i santuari prescelti. Ogni città versava un
tributo in modo da poter finanziare le celebrazioni di riti religiose e di
feste con giochi sportivi. Queste società vennero chiamate anfizioni vale a dire comunità
di coloro che abitano intorno.