Nell'entroterra Ligure il pensiero Mazziniano riesce a diffondersi non
tanto per le caratteristiche politiche presenti nel programma della "Giovine
Italia", ma soprattutto per l'interesse che Mazzini offre per la formazione
di associazioni operaie. Questo viene infatti testimoniato dalla presenza di
numerose lettere scritte dallo stesso Mazzini per le società di mutuo
soccorso. Egli era stato il primo ad interessarsi del problema operaio
rivolgendosi direttamente ai lavoratori, fornendo loro consigli e soprattutto
esprimendo la sua fiducia nell'utilità della cooperazione. Per
alimentare la diffusione del proprio pensiero, il Genovese invia da Londra alla
propria città natia un'azione di 20 lire per la consociazione degli
operai a favore delle scuole popolari. Egli cerca quindi di istruire il popolo
per far maturare in esso l'idea di una società democratica basata
sull'eguaglianza dei cittadini, qualora l'Italia avesse un governo nazionale.
Più volte nei suoi discorsi Mazzini sottolinea l'importanza della difesa
della patria da parte dei popolani qualora il governo avrebbe voluto limitare
il diritto di associazione: egli infatti, rivolgendosi agli operai, afferma che
"l'Associazione, unico mezzo di progresso, è un dovere; è una
facoltà umana. Nessuno ha il diritto di limitare una vostra
facoltà. Chi la tenta, nega Dio, il progresso e la inviolabile natura
umana . ". A difesa di questo é necessario estendere le fratellanze popolari
e sollecitare il compimento dell'unità nazionale incitando i giovani a
prendere le armi e ad ordinarsi militarmente ed infine bisogna raccogliere
fondi per liberare Roma e Venezia. Assicurata la vita della nazione e aperta la
via al progresso, allora tutte le classi popolari devono concorrere alla
questione sociale: l'emancipazione dei lavoratori dalle tristi condizioni di
vita. Solo unendo tutte le forze assieme i lavoratori avrebbero potuto ottenere
risultati concreti, trovando ascolto presso il "potere legislativo", riformando
inoltre l'economia. Mazzini prende anche in considerazione le difficoltà
a cui vanno incontro le donne lavoratrici, affermando che la loro emancipazione
si sarebbe affrettata attraverso una spinta morale, amando la patria e la
libertà. Solo attraverso i sacrifici e credendo profondamente nelle proprie
possibilità, le donne avrebbero potuto ottenere i loro diritti, ma con
notevoli difficoltà. Il crescente moto d'associazione nelle classi
operaie è la promessa più feconda per l'avvenire sociale
dell'Italia; quel futuro deve però rispondere alle aspirazioni popolari,
eliminando qualsiasi tipo di menzogna politica. Le associazioni operaie vengono
quindi ad avere un carattere politico: mediante l'unione delle loro forze si
sarebbe potuta promuovere una proanda per il ricongiungimento di Roma
all'Italia. Il progresso operaio si sarebbe ottenuto soltanto se, i due
principi di libertà e associazione avessero
convissuto tra loro in armonia: questo poteva essere attuato se i due principi
fossero stati rappresentati dalla nazione e non dalla singola società.
Una lettera del 17 giugno del 1871, inviata alla società fra gli operai
e i cittadini di S.Fruttuoso, sintetizza i concetti
base del pensiero Mazziniano: "Stringete sempre più i vincoli tra gli
uomini del lavoro industriale e quelli del lavoro agricolo: sono le due braccia
della nazione. Rendete ancora più intima e ordinata la vostra
fratellanza con tutte le società che tendono allo stesso fine. Fate
della classe artigiana un esercito. Preparate l'avvenire; ma ricordatevi che non
si compirà se non sotto una bandiera di popolo".
Successivamente, il 10 aprile, Mazzini afferma che "l'Italia è
nazione, non aristocrazia, ma di popolo, di destini maturati dall'opera del
sacrificio di tutti e realizzabili col lavoro ordinato di tutti deve essere a prò di tutti e che se una Nazione potesse mai
escludere dall'esercizio dei diritti politici e dal progresso morale una classe
e la più numerosa, non meriterebbe di esistere e non esisterebbe gran
tempo". Il Genovese incita dunque gli operai a continuare a lavorare per il
progresso economico della Nazione ed aumentare il numero di aderenti alle
associazioni che avrebbero portato alla conquista di nuovi diritti sociali. Il
risultato finale, l'emancipazione, potrà essere ottenuto quando una
rivoluzione nazionale farà un popolo di uomini liberi ed uguali. Mazzini
si lamenta quindi della situazione in cui venivano a trovarsi gli operai in
un'Italia senza anima, incoraggiandoli ad essere uniti e costanti. Egli afferma
che questi ultimi vivono in un periodo di transizione nel quale i monarchi rappresentano
un passato ormai logoro; il popolo operaio è l'immagine dell'avvenire
dell'Italia.