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Formazione e nascita del Regno d'Italia
Dopo la Restaurazione
del 1815, per il ripristino dello 'status quo', il territorio
italiano si trovò, ancora una volta, ad essere colonia di molteplici
stati europei, primi tra tutti la Sna, l'Austria, la Francia. Questa
situazione, ormai insostenibile, diede luogo a moti e rivolte: i primi segnali
si ebbero nel napoletano, nel 1820, ad opera dei militari appartenenti alla
Carboneria; A capo dell'insurrezione erano i tenenti Silvati
e Morelli.
La tattica sembrò avere un buon esito, infatti il re Ferdinando I fu
costretto a concedere la Costituzione snola, ma in seguito alla sua
richiesta d'aiuto, l'Autria inviò un esercito
che stroncò la ribellione e restituì al legittimo sovrano pieni
poteri, di cui fece uso sfrenato, facendo impiccare i due tenenti e sciogliendo
l'esercito.
Allo stesso modo, in Piemonte, era sorta una rivolta, guidata non più
dal solo esercito, ma dagli aristocratici ispirati da Silvio Pellico e il suo 'Conciliatore', sostenitore
delle idee antiaustriache. Fu, dapprima, impedito nel
continuare il suo lavoro, poi, alla fine del 1820, fu arrestato dagli
austriaci, insieme al musicista Pietro Maroncelli. A
questo punto i liberali piemontesi confidarono in Carlo Alberto di Savoia, il
giovane erede presunto al trono. Insorti i militari, il re Vittorio Emanuele I
abdicò in favore del fratello Carlo Felice, provvisoriamente assente,
così la reggenza passò a Carlo Alberto, che, trovandosi in
difficoltà, concesse la Costituzione. Carlo Felice si sdegnò per
il suo comportamento, lo mandò via e chiese l'intervento degli
Austriaci, che sedarono la rivolta. Tutti gli stati italiani sembravano
destinati a sottostare all'Austria, qualsiasi tentativo di ribellione si
concludeva nel sangue e nell sconfitta, sia per la
sudditanza del popolo nei confronti degli Austriaci, sia per la poca
organizzazione delle squadre d'azione che pretendevano di mandarli via.
Ma dopo il 1830, una debole speranza sembrò provenire dalle idee di
Giuseppe Mazzini, estimatore e membro della Carboneria. La sua formazione
romantica egli ideali a cui si ispirò, lo spinsero a ricercare i motivi
dei precedenti fallimenti e a combatterli; a suo parere le società
segrete difettavano nell'organizzazione e nella finalità dei loro
programmi, in quanto coinvolgevano una piccola parte delle poche classi sociali
aderenti, e da regione a regione differivano notevolmente: alcune miravano
esclusivamente alla concessione della famosa Costituzione snola, altre
avevano ancora piena fiducia nei princìpi.
Per Mazzini era semplicemente assurdo tentare un'insurrezione non coinvolgendo
tutto il popolo, il quale doveva acquisire una coscienza di orgoglio nazionale,
perché l'Italia doveva essere una, libera e indipendente, basata sulla
democrazia e guidata da Dio.
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