storia |
Guerra Fredda
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INTRODUZIONE |
Guerra Fredda Conflitto che a partire dalla seconda metà del 1945 vide come protagonisti gli Stati Uniti d'America e l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, paesi usciti dalla seconda guerra mondiale come le due uniche superpotenze.
Senza mai sfociare in uno scontro effettivo combattuto con le armi, grazie al potere deterrente del vastissimo arsenale nucleare posseduto da entrambe le nazioni contrapposte, il conflitto si risolse in uno stato di continua tensione politico-economica e diplomatica tra gli stati che costituivano i blocchi formatisi attorno a USA e URSS, nonché in una serie di guerre locali combattute soprattutto nel Terzo Mondo. La durezza del confronto tra i due giganti ebbe origine in primo luogo nell'inconciliabilità delle ideologie poste alla base del sistema statunitense e di quello sovietico (capitalista l'uno, comunista l'altro), che ispiravano quindi interessi geopolitici opposti. Il carattere di bipolarità prodottosi nello scenario mondiale semplificò d'altra parte il quadro internazionale, congelando molte delle dinamiche di scontro che avevano caratterizzato il precedente sistema, dominato da più potenze, con l'esito paradossale di garantire il più lungo periodo di pace nella storia dell'Europa contemporanea.
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ORIGINI DELLE OSTILITÀ |
Il successo del comunismo in Russia nel 1917 (vedi
Rivoluzione d'ottobre) e la formazione dell'Unione Sovietica furono visti con
forte sospetto dalle principali nazioni occidentali (Stati Uniti inclusi) e dal
Giappone, che intervennero nelle vicende successive del paese sostenendo le
Armate bianche controrivoluzionarie in lotta contro i bolscevichi, sino a tutto
il
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STRATEGIE POLITICHE E PRINCIPALI EPISODI DELLA GUERRA FREDDA |
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La Dottrina Truman |
Mentre nuovi motivi di tensione sorgevano in
seguito ai tentativi sovietici di estendere la propria influenza in Iran e in
Turchia, un discorso tenuto da Stalin nel febbraio del 1946, che confermava
l'inconciliabilità tra i sistemi comunista e capitalista, sciolse gli
ultimi dubbi statunitensi circa le reali possibilità di cooperazione con
gli ex alleati. Enunciando nel marzo del 1947 la dottrina Truman
in difesa dei diritti di libertà e autonomia dei popoli, il presidente
degli Stati Uniti inaugurò la politica di contenimento del
'pericolo sovietico', inviando aiuti economici e militari a quelle
nazioni (come
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Il piano Marshall |
Fu questo contesto di confronto a tutto campo che
il giornalista Walter Lippmann definì
'Guerra Fredda', termine che entrò subito nell'uso comune. Sul
fronte interno delle nazioni occidentali, un tratto caratteristico della Guerra
Fredda fu l'insieme di provvedimenti (molto diversi per estensione e
radicalità) adottati per controllare l'attività di partiti,
movimenti o semplici simpatizzanti comunisti; negli Stati Uniti la sindrome del
'pericolo rosso', particolarmente acuta negli anni Cinquanta,
trovò esemplare manifestazione nelle camne di denuncia del senatore Joseph McCarthy. Molto più
efficace fu invece l'iniziativa lanciata dal governo statunitense nell'estate
del 1948: un piano quadriennale di aiuti economici per oltre tredici miliardi
di dollari destinati alla ricostruzione dell'economia e del sistema produttivo
dell'Europa occidentale (il cosiddetto piano Marshall),
compresa
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Il riarmo nucleare e la guerra di Corea |
Estensione e portata della Guerra Fredda crebbero
peraltro nello stesso
Alla morte di Stalin nel 1953 seguì un
periodo di rallentamento della tensione, durante il quale il quadro generale
sembrò stabilizzarsi; nel 1955, mentre
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Il muro di Berlino e la crisi cubana |
Una nuova fase di tensione riprese sul finire degli anni Cinquanta a causa della costruzione, da parte di entrambi gli schieramenti, di missili balistici atomici intercontinentali: il muro di Berlino, eretto nel 1961, divenne il simbolo della Guerra Fredda. Nel 1962 sembrò essere imminente una guerra nucleare, quando l'URSS installò a Cuba, sua alleata, alcuni missili in grado di raggiungere il territorio statunitense; di fronte al blocco navale dell'isola ordinato dal presidente Kennedy, Mosca smantellò le basi missilistiche sull'isola (vedi Crisi cubana dei missili).
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Verso una coesistenza competitiva |
L'esito della crisi cubana dimostrò la
possibilità di passare da uno scontro frontale, teso all'eliminazione dell'avversario,
a una 'coesistenza competitiva' tra le due superpotenze, le quali
d'altra parte stavano assistendo a un progressivo ridimensionamento della
rispettiva egemonia: Mosca dovette subire la rottura dell'alleanza con
Con l'avvento degli anni Settanta veniva così inaugurata la politica della distensione, con i colloqui SALT (Negoziati per la limitazione degli armamenti strategici) intesi sia a rallentare l'ormai costosissima corsa al riarmo, introducendo forme di controllo degli armamenti, sia ad arginare il pericolo di guerre nel Terzo Mondo.
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ULTIME FASI E FINE DELLA GUERRA FREDDA |
Il processo di distensione subì un brusco colpo d'arresto con l'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979 (vedi Guerra dell'Afghanistan) e l'imposizione della legge marziale in Polonia nel 1981 per stroncare i moti di protesta guidati dal movimento democratico di Solidarnooæ; il governo statunitense decise dapprima di non ratificare il trattato SALT II, quindi, sotto la presidenza di Ronald Reagan, di rilanciare drasticamente la competizione nucleare, dando seguito al costosissimo progetto dello scudo di difesa spaziale, nonché di incrementare il sostegno ai movimenti di resistenza ai regimi comunisti in America latina, Asia e Africa.
Nel 1985 Michail Gorbaciov, esponente di punta di una nuova generazione di leader politici, giunse al potere in Unione Sovietica; lanciando le parole d'ordine glasnost e perestrojka, il presidente si accinse a riformare radicalmente il sistema sovietico per porre fine alla lunga contesa con l'Occidente, i cui costi erano divenuti per Mosca ormai insostenibili. Conseguenza diretta di ciò fu il crollo delle tensioni tra Est e Ovest (sancito dalla sottoscrizione di nuovi accordi sul disarmo nucleare e convenzionale), e all'interno del Blocco Orientale il ridimensionamento dell'egemonia sovietica.
La caduta del muro di Berlino nel novembre del 1989 e il successivo sfaldarsi dell'intero blocco comunista, la riunificazione delle due Germanie nel 1990, il collasso e la disgregazione dell'URSS nel 1991 furono le principali tappe che posero fine alla Guerra Fredda. Sembrarono maturati i tempi per l'instaurarsi di un nuovo 'ordine mondiale', ma questa prospettiva venne immediatamente smentita dal sopraggiungere di crisi come la guerra del Golfo o il conflitto in Iugoslavia, che hanno allungato molte ombre sulla futura fisionomia del quadro internazionale.
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