"I TERRITORI DELLA STORIA"
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Il progetto assolutistico di Luigi XIV
prevede la concentrazione dei poteri nelle mani del solo sovrano, svincolato
dall'obbligo di sottostare alle leggi. Per realizzare ciò il re
innanzitutto privò dei poteri gli organi di governo regionale
preesistenti, quali ad esempio i parlementes,
che pur continuando ad esistere, non avevano più alcun potere
decisionale, che ora spettava unicamente al re ed ai delegati da lui scelti.
Quindi per poter contare su uomini di più provata fedeltà di
quanta ne garantissero i nobili (si ricordino le vicende delle Fronde) scelse
ministri, segretari di Stato ed intendenti tra i membri della borghesia (la
nobiltà aveva perso ogni vestigio di potere politico) che pertanto
dovevano solo al re la propria ascesa e che perciò erano maggiormente
propensi ad eseguire alla lettera gli ordini del re; inoltre la loro posizione
era precaria e continuamente minacciata dalle invidie e gelosie degli altri
politici, le quali il re stesso nei suoi progetti cercava di indurre. La ura
dell'intendente fu creata appositamente per rispondere all'esigenza di
creazione di uno stato assoluto in cui il potere era accentrato in Luigi. Gli
intendenti amministravano giustizia, polizia e finanze dei territori loro assegnati.
Comunque per quanto Luigi cercasse di concentrare solo su di sé il potere
decisionale i ministri potevano tuttavia indurlo alla decisione che loro stessi
avevano già preso, essendo meglio informati sui particolari e sulle
questioni di loro competenza.