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IL FASCISMO

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IL FASCISMO


L'Italia del dopo guerra attende riconoscimenti e compensi per i sacrifici sopportati:

q    I contadini aspirano alla terra.

q    Gli operai sono scossi dalla rivoluzione sovietica.

q    I ceti medi sperano di consolidare sicurezza e prestigio.


Ondata di rivendicazioni:



Sorgono e si rafforzano le organizzazioni di massa socialiste (CGIL) e cattoliche (CIL). Nel 1919 dan Luigi Sturzo (democrazia cristiana) fonda il partito popolare italiano (PPI), che raccoglie il consenso del mondo cattolico e contadino con un programma di riforme democratiche:

q    Legge elettorale proporzionale.

q    Difesa della piccola proprietà.

q    Imposta progressiva.

q    Difesa della famiglia.

q    Autonomie locali.


Nascita del fascismo (1919):

Benito Mussolini (1883-l945), dopo essere passato all'interventismo nel 1914, e dopo aver fatto la guerra come caporale su posizioni socialiste rivoluzionarie, fonda nel 1919 i Fasci di combattimento, con un programma di irrisione delle convenzioni politiche liberali: a motivi nazionalistici:

q    Esaltazione dell'azione violenta.

q    Ruolo dirigente degli ex combattenti.

q    Unità delle forze nazionali contro la vittoria mutilata.

q    Corporativismo

unisce rivendicazioni inarco-sindacaliste:

q    Assemblea costituente repubblicana.

q    Legge elettorale proporzionale.

q    Nazionalizzazione dell'industria bellica.

q    Giornata lavorativa di 8 ore.

q    Esproprio dei beni di enti religiosi.

q    Sequestro dei profitti di guerra.

Sul fronte del socialismo, invece, nel congresso di Bologna (1919) il PSI accetta lo stato sovietico come modello di socialismo realizzato e condanna lo stato liberale, ma resta indeciso sulla via da seguire in Italia. Il riformista Turati risulta sconfitto.


Crisi dell'assetto liberale e il ritorno di Giolitti:

Le prime elezioni con il sistema proporzionale del 1919 vedono l'affermazione di Socialisti (156 seggi) e Popolari (100 seggi). Le forze liberali al governo no hanno più una maggioranza parlamentare → Nitti lascia il governo e Giolitti forma il suo quinto ministero, che affronta l'occupazione delle fabbriche (20-9) da parte dei metalmeccanici milanesi. I consigli operai sostenuti dai socialisti torinesi di "Ordine nuovo" (Gramsci, Togliatti, Terracini) si ispirano alla rivoluzione bolscevica. Giolitti lascia che l'occupazione si diffonda nel triangolo industriale (Milano, Genova, Torino). In effetti il direttivo del PSI e della CGIL approva la mozione che giudica prematuro un atto rivoluzionario. La prudenza di Giolitti appare però come un tentennamento alla borghesia nazionalista. Inoltre le sue riforme fiscali (progressività delle imposte e nominatività dei titoli) intimoriscono tanto la proprietà borghese quanto quella ecclesiastica. Nella Pianura Padana invece le squadre fasciste compiono azioni punitive contro le sedi socialiste e cattoliche, senza che la polizia intervenga. Il fascismo antisocialista acquista prestigio e consenso presso tutte le classi medie, che non si sentono sufficientemente difese dalle istituzioni liberali. Nel gennaio 1921 nasce a Livorno il partito comunista d'Italia, dai gruppi di sinistra de PSI (seguaci di Bordiga e di Ordine nuovo, che accettano i 21 punti di Lenin). Segretario è Bordiga. Mentre i Socialisti si dividono, Popolari e Liberali non trovano un'intesa stabile.


Avanzata del fascismo:

Mussolini intanto combina l'azione illegale antisocialista con i richiami all'ordine. Alle elezioni del maggio 1921 le sinistre divise perdono seggi, i popolari avanzano (108 seggi) e 35 fascisti entrano per la prima volta in Parlamento. Nel novembre 1921 Mussolini trasforma il suo movimento in Partito nazionale fascista, si candida alla guida del governo e toglie dal programma alcune pregiudiziali anticapitalistiche:

q    Rifiuta le statalizzazioni.

q    Sostiene una politica economica liberista.

q    Sostiene una politica estera imperialista.

q    Mostra ossequio verso la Chiesa.

→ i governi di Bonomi e Facta si mostrano deboli nei confronti della strategia fascista. → Mussolini si propone quindi come l'unico in grado di ristabilire l'ordine → nuova ondata di assalti neri. Nell'agosto 1922 il PSI proclama uno sciopero legalitario contro le violenze fasciste. Mussolini prende posizione a favore della monarchia e del papato, spiazzando gli esponenti liberali e don Sturzo. Ormai un ampio fronte di esponenti borghesi, militari, padronali ed ecclesiastici ritiene possibile associare il fascismo al governo, per scongere ogni velleità rivoluzionaria socialista e garantire stabilità al governo.


Marcia su Roma (28-l0-l922):

Il 24 ottobre Mussolini annuncia la marcia su Roma delle camicie nere, ed esalta la casa Savoia. Vittorio Emanuele III non firma lo stato di assedio, propostogli da Facta, contro il sopruso fascista; infatti il re ritiene che Mussolini possa essere il capo di un liberalismo restaurato. Per Vittorio Emanuele il fascismo attuerebbe l'obbiettivo risorgimentale che tutti i leader liberali, da ultimo Giolitti, avevano mancato. Alle dimissioni di Facta, Vittorio Emanuele III convoca Mussolini (28-l0) e lo incarica di costituire un nuovo governo.


Mussolini al potere e l'assassinio di Matteotti (10-6-l924):

I pieni poteri di Mussolini:

q    Politica estera: indirizzo nazionalista.

q    Politica economica: liberista.

q    Politica interna: antisocialista e autoritario.

A dicembre istituisce il Gran Consiglio del Fascismo (gerarchi del movimento e principali ministri) e a gennaio istituisce la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Nel novembre 1923 il parlamento approva la legge Acerbo, che assicura i ⅔ dei seggi alla lista che raggiunga il 25% dei suffragi. Il 5/6-4-l924 le liste nazionali, con le squadre fasciste in azione, ottengano il 65% dei suffragi e 374 seggi. Il 30-5 il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia in parlamento le violenze e i brogli elettorali dei fascisti. Il 10-6 viene rapito ad ucciso. Il suo assassinio provoca una vasta reazione nel paese, i deputati dell'opposizione, guidati da Giovanni Amendola, disertano il parlamento (secessione dell'Aventino) e chiedono al re di ristabilire la legalità. Il sovrano non interviene.


La dittatura (3-l-l925):

Il 3-l-l925 Mussolini ammette in parlamento la responsabilità dell'assassinio Matteotti e impone le leggi fascistissime, che modificano lo statuto albertino e instaurano la dittatura. Mussolini assume l'appellativo di duce. I punti della dittatura:

q    Il duce detta l'ordine del giorno del parlamento, abolendo l'iniziativa parlamentare di proporre leggi.

q    Tutte le associazioni sono sottoposte al controllo di polizia.

q    Con il patto di palazzo Vidoni vengono messi fuori legge tutti i sindacati, salvo quelli fascisti.

q    Le amministrazioni di nomina elettiva vengono abolite: i podestà prendono il posto dei sindaci.

q    Vengono aboliti tutti i partiti tranne quello fascista.

q    Vengono soppressi i giornali antifascisti.

q    Istituito il confino di polizia per gli oppositori.

q    Istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, affidato ad una magistratura speciale.

q    Istituito l'Organizzazione per la vigilanza e la repressione dell'antifascismo (OVRA), polizia segreta fascista. → Gramsci viene arrestato e invece scappano: Amendola, Donati, Godetti, Nitti, Pertini, etc .

Nel 1928 viene approvata la legge elettorale Rocco: le tredici corporazioni nazionali stipulano una lista di 1000 nominativi, fra i quali e oltre i quali il Gran Consiglio indica 400 nomi, proposti poi all'elettorato che può solo assentire o dissentire in blocco.


Stato e chiesa:

Mentre i rappresentanti democratici dell'ordine cattolico sono costretti all'esilio, il regime instaura un rapporto diretto con il papato e gli ambienti ecclesiastici moderati. Con la firma dei Patti Lateranensi (29-2) l'Italia riconosce:

q    La Città del Vaticano come Stato sovrano e indipendente.

q    La religione cattolica come religione di Stato.

q    Il valore civile del matrimonio ecclesiastico

q    L'insegnamento obbligatorio della dottrina cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado.


Mussolini ↔ Hitler:

L'avvento al potere di Hitler, mentre conferma la presa politica del modello fascista, toglie a Mussolini il primato di dittatore modello. Mussolini riesce a contrastare l'annessione dell'Austria alla Germania e a sfruttare questo contrasto per attuare una propria politica di aggressione. La sua fermezza nei confronti di Hitler viene premiata dal ministro degli esteri francese Laval, che concede libertà di azione all'Italia in Etiopia, dove puntano le mire coloniali fasciste. L'Italia arriva ad ospitare (1935) la conferenza di Stresa, nella quale Francia, Inghilterra Italia si oppongono al riarmo tedesco, e contemporaneamente prepara l'aggressione all'Etiopia. Dopo un'efficace camna, il 9-5-l936 Mussolini può proclamare Vittorio Emanuele III imperatore d'Etiopia. La SdN dichiara solo delle inefficaci sanzioni. L'offensiva in Africa affianca l'Italia ai metodi tedeschi di perseguire con la forza i risultati politici desiderati. I due dittatori si trovano a condividere la lotta al comunismo e le condanne da parte della SdN. Mussolini invia 50000 volontari in Sna am sostegno di Franco, accetta infine l'annessione austriaca da parte del III Reich e, dopo l'annessione tedesca dei Sudeti, occupa l'Albania (4-39), per ribadire le proprie capacità di espansione, ma l'iniziativa politica spetta sempre alla Germania, che ne fissa tempi e modalità di esecuzione.



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