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IL NAZIFASCISMO E LO STATO TOTALITARIO MODERNO
Introduzione
La dittatura di Hitler in Germania fu di tipo fascista e totalitario. I regimi totalitari, contrariamente alle dittature, hanno un controllo politico, sociale e culturale assoluto sui loro sudditi, e di solito sono guidati da un leader carismatico. Il fascismo è una forma di totalitarismo di destra che subordina l'interesse dell'individuo a quello dello stato. L'ideologia nazi fascista comprendeva una teoria razziale contraria a ogni popolo non 'ariano', un nazionalismo estremo che rivendicava l'unificazione di tutti i popoli germanici, prevedeva organizzazioni paramilitari private per soffocare il dissenso e terrorizzare l'opposizione, e l'accentramento di ogni decisione nelle mani di un unico capo, cui era dovuta lealtà.
Il totalitarismo
Il totalitarismo è una forma di governo in cui lo stato si impadronisce di tutte le strutture sociali e si infiltra in ogni aspetto della vita pubblica e privata per controllarla; a questo scopo vengono usati strumenti quali la proanda di stato e la pratica del terrore. Le ideologie totalitarie respingono come corrotto, immorale e irriformabile il modello sociale preesistente, indicano un modello di società futura in cui questi difetti saranno corretti e un programma mediante il quale questo nuovo ordine potrà diventare realtà. Queste ideologie, appoggiate da camne proandistiche, pretendono un'adesione totale da parte del popolo.
Gli stati organizzati secondo queste ideologie richiedono un'obbedienza assoluta. Si tratta di società in cui vi è una gerarchia molto rigida, in cima alla quale sta un solo partito politico, e solitamente un solo leader. Il partito penetra capillarmente il paese mediante un'organizzazione regionale, provinciale, cittadina e di 'cellula'. Gruppi sportivi, culturali, professionali e giovanili favoriscono la politica di controllo del partito. Una polizia segreta paramilitare si occupa di mantenere l'obbedienza. Idee e informazioni vengono efficacemente organizzate controllando televisione, radio, stampa e istruzione a tutti i livelli.
Differenze tra regime totalitario e dittatura
I regimi totalitari sono diversi
dalle più antiche dittature o tirannie.
I regimi totalitari tentano di stabilire un controllo politico, sociale e
culturale assoluto, mentre le dittature tendono a un controllo più
squisitamente politico.
Nel Novececento si sono visti due modelli di
totalitarismo: il nazismo e il fascismo nati da estremismi di
destra, e il comunismo, evoluzione di estremismi di sinistra. Storicamente essi
sono sostenuti da classi sociali diverse. I totalitarismi di destra hanno il
loro maggior sostegno nei ceti borghesi, che tendono a mantenere lo status quo
sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista sociale. Quelli di
sinistra, invece, hanno avuto origine dai movimenti dei lavoratori, i quali
cercavano di eliminare le distinzioni di classe. I totalitarismi di destra sono
sempre stati sostenuti e finanziati dal capitalismo privato. Al contrario,
presso il comunismo il capitale è posseduto dalla collettività.
I regimi totalitari sono in grado di mobilitare politicamente le masse e di strumentalizzarle, e spesso sono guidati da personaggi carismatici che divengono oggetto di culto della personalità. Esempi di personaggi del genere nella storia moderna sono Mao Zedong (Cina) e Stalin (ex Unione Sovietica), che furono alla testa di regimi totalitari di sinistra, e Adolf Hitler (Germania) e Benito Mussolini (Italia), leader di regimi totalitari di destra.
I regimi totalitari di destra, e specialmente il nazismo, sono sorti presso società relativamente più avanzate e per prendere il potere si avvalevano dell'appoggio delle élite economiche tradizionali. Invece i totalitarismi di sinistra si sono sviluppati in paesi relativamente arretrati mediante lo scatenamento della violenza rivoluzionaria e del terrore. Violenza e terrore sono peraltro gli strumenti primari mediante i quali anche i regimi di destra mantengono e rafforzano la propria autorità.
Il fascismo
Il fascismo è un movimento politico
autoritario sviluppatosi in Italia e in altri paesi europei a partire dal 1919
come reazione ai profondi mutamenti politici e sociali dovuti alla prima guerra
mondiale e al diffondersi delle dottrine socialiste e comuniste.
Nome e simboli del fascismo sono mutuati dalla storia romana: il fascio
littorio era un fascio di verghe con l'ascia bipenne che veniva portato dai
littori, i quali precedevano i consoli o gli alti magistrati in segno di
autorità.
La fondazione del primo fascio avvenne a Milano il 23 marzo 1919 ad opera di
Benito Mussolini, che precedentemente era
stato un leader socialista rivoluzionario. I suoi seguaci, per lo
più ex combattenti, erano organizzati in squadre paramilitari; la loro
divisa era la camicia nera.
Il programma originario del fascismo era un miscuglio di idee di
sinistra e di destra intensamente nazionalista, produttivista,
antisocialista ed elitarista, e propugnava la
necessità di un uomo forte al governo. Le capacità oratorie di Mussolini, la crisi economica post-bellica, una profonda e
diffusa sfiducia nel sistema politico vigente e una crescente paura del
socialismo contribuirono a far ingrossare le fila del Partito fascista, fino ai
300.000 iscritti del 1921. Quell'anno furono eletti in parlamento 35 deputati
fascisti.
La filosofia del fascismo
Le radici del pensiero fascista vanno ricercate nella dottrina dei filosofi volontaristici (così detti perché prendevano a fondamento della realtà la volontà). Tra questi ricordiamo Arthur Schopenhauer, Friedrich Nietzsche, Henri Bergson, Georges Sorel ma anche il poeta italiano Gabriele D'Annunzio.
Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-l860) sostenne che la volontà è l'unica e ultima realtà e che tutto il mondo fenomenico è riducibile a una manifestazione della volontà. Gli esseri umani sono artefici del proprio destino, del proprio carattere o del proprio comportamento solo in quanto si oppongono alla spinta della volontà sovraindividuale. Egli teorizzò inoltre che spazio, tempo e causalità non sono principi assoluti, bensì soltanto funzioni dell'intelletto.
Friedrich Nietzsche (1844-l900), filosofo e poeta tedesco, noto soprattutto per il suo Così parlò Zarathustra, teorizzò l'esistenza di due codici morali: quello della classe dominante (la morale del signore) e quello della classe oppressa (morale del gregge). Il mondo classico greco - con le sue grandi realizzazioni letterarie e artistiche - nacque dalla morale del signore; di contro il mondo cristiano e la sua religione sono il prodotto di una morale del gregge che condanna i ricchi e i potenti, la scelta individuale e una libera sessualità. Nietzsche sviluppò il concetto del superuomo, l'uomo cioè che è misura morale e intellettuale a se stesso.
Nato da genitori ebrei, il francese Henri Bergson (1859-l941) fu, tra i filosofi del suo tempo, il più autorevole nel rifiutare il concetto che i principi scientifici possano spiegare l'esistenza intera.
Georges Sorel (1847-l922), filosofo sociale francese, influenzò enormemente Mussolini. Secondo il suo pensiero le società tendono naturalmente alla decadenza e alla disorganizzazione e questa decadenza inevitabile può tutt'al più venire ritardata da persone idealiste e pronte a usare la violenza per prendere il potere. Le sue opinioni politiche antidemocratiche e antiliberali e la sua visione pessimistica del ciclo vitale naturale di una società erano antitetiche al pensiero liberale ottocentesco.
Gabriele D'Annunzio(1863-l938), poeta, drammmaturgo, romanziere, uomo politico, eroe militare e sostenitore di Mussolini, venuto a conoscenza della filosofia di Nietzsche, ne estrapolò il mito del superuomo facendone il modello cui ispirare la propria vita e la propria opera letteraria.
L'ideologia fascista
L'ideologia fascista, in gran parte
elaborata dal filosofo neo-idealista Giovanni Gentile, poneva l'accento
sulla necessità che l'individuo si sottomettesse a uno stato
'totalitario' che doveva controllare ogni aspetto della vita
nazionale. La violenza come forza creativa era una caratteristica
primaria della filosofia fascista.
Un aspetto particolare del fascismo italiano era il tentativo di eliminare
la lotta di classe dalla storia attraverso il nazionalismo e lo stato
corporativo. Mussolini organizzò
l'economia e tutte le forze produttive, dai contadini agli operai agli intellettuali
agli industriali, in ventidue corporazioni, allo scopo di aumentare la
produttività e di evitare scontri fra industriali. Nonostante quanto
sosteneva la proanda di regime, il sistema non funzionò. Mussolini fu obbligato a scendere a compromessi
con i grandi capitalisti e con la Chiesa cattolica. Lo stato corporativo non
venne mai portato a compimento.
La natura intrinsecamente espansionistica e militaristica del fascismo spinse
l'Italia dapprima nelle avventure imperialistiche d'Africa e d'Albania e infine
nella seconda guerra mondiale.
Il nazismo
Si chiama nazismo la teoria e la
pratica totalitaria fascista abbracciata da Adolf Hitler e dal suo Partito nazionalsocialista tedesco dei
lavoratori dal 1920 al 1945.
Il nazismo predicava la superiorità della razza ariana, la razza
padrona destinata a dominare il mondo e le altre razze, e un violento odio per
gli ebrei, considerati colpevoli di tutti i problemi della Germania. Il nazismo
era inoltre una dottrina ultranazionalista, e chiedeva l'unificazione di
tutti i popoli germanici in un unico impero. Dal punto di vista economico esso
prevedeva un socialismo corporativo di stato, benché membri del partito
considerati di sinistra (e che quindi sostenevano un sistema economico di tal
genere anziché quello del capitalismo privato) fossero stati espulsi nel 1934.
Le organizzazioni paramilitari naziste
Il nazismo faceva uso di alcune organizzazioni per mantenere il controllo all'interno del partito e per stritolare l'opposizione. Violenza e terrore producevano acquiescenza.
Fra queste organizzazioni citiamo:
Il nazismo dava inoltre grande importanza agli sport e alle attività paramilitari per la gioventù, all'uso intenso della proanda (di cui si occupava Joseph Goebbels) per dar gloria allo stato, e all'utilità di lasciare ogni decisione al capo supremo, il Führer Adolf Hitler.
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