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Il Concilio di Trento

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Il Concilio di Trento


Le più alte autorità cristiane, vale a dire il pontefice Paolo III e l'Imperatore Carlo V, si trovarono d'accordo sulla necessità di convocare un Concilio che recuperi alla fede cattolica coloro che l'hanno abbandonata, in particolare arrestando la diffusione del protestantesimo.


Attorno al 1530 sostennero però due diverse linee d'azione:


_ Carlo V ed ecclesiastici moderati:    confronto e dialogo con i protestanti per ricomporre la frattura religiosa.


_ Paolo III e alto clero romano: combattere l'eresia senza prima cercare un confronto con essa e reprimere coloro che erano in errore per sanare una frattura irrimediabile.




Paolo III convoca a Mantova un Concilio per identificare gli errori dei protestanti, riformare i costumi della vita cristiana e restaurare la pace con i principi tedeschi per preparare una crociata contro gli infedeli.

Il Pontefice non mostra alcuna volontà di dialogo e confronto per ricucire la pace religiosa.


All'incontro di Ratisbona tra delegati protestanti e cattolici mostra una chiusura netta nei confronti dei riformati istituendo il Santo Uffizio dell'Inquisizione.

Nei confronti dell'eresia la Chiesa ha scelto la via dell'intimidazione e della repressione.


15 settembre 1547_    Sia apre il Concilio di Trento.


La Chiesa si pone l'obiettivo di:


_ rispondere agli attacchi dei protestanti;

_ riproporre principi e dogmi dell'ortodossia cristiana;

_ rinnovare la propria disciplina, i metodi di formazione del clero e di predicazione durante la messa;

_ perfezionare gli strumenti di controllo e difesa della fede cattolica.


Questo senza però mettere in discussione le tradizioni e le verità cui la coscienza dei cristiani si è costantemente richiamata, e che lo scisma protestante vuole contestare.


Il Papa non partecipa in prima persona, ma ne controlla l'attività attraverso i propri legati pontifici.


Il concilio che si concluderà solo nel 1563 affronta contemporaneamente questioni che riguardano la dottrina e problemi relativi alla disciplina del clero.

Dottrina


Con frequenti richiami alle posizioni dei protestanti, ufficialmente condannate, il Concilio affronta molte questioni che sono state oggetto di controversia ribadendo sempre la posizione tradizionale della Chiesa:


_ Fondamento della fede cristiana sono la Rivelazione divina, contenuta nella Bibbia e la tradizione ecclesiale (che i protestanti rifiutano;

_ L'interpretazione della Sacra Scrittura è privilegio esclusivo della Chiesa e non può essere (come vorrebbero i protestanti) lasciata al libero arbitrio delle coscienze individuali;

_ Viene riaffermata, in antitesi con la posizione dei riformati, l'utilità delle opere al fine della salvezza, delle indulgenze, la legittimità del culto di Maria e dei Santi, la sacralità dei Sette Sacramenti;

_ La Chiesa sottolinea in oltre (in contrasto più che altro con i calvinisti) che nessun fedele ha diritto di ritenersi predestinato alla salvezza.


Clero


Anche qui si vuole contrastare nettamente i protestanti e si richiamano di continuo norme ecclesiali già esistenti ma non seguite dai sacerdoti; ammettendo qualche mancanza da parte del clero i padri conciliari introducono in materia di disciplina e condotta dei sacerdoti qualche significativa innovazione:


_ Vengono istituiti Seminari con lo scopo di preparare i futuri sacerdoti ai doveri a loro imposti dalla vocazione;

_ Per offrire ai fedeli un'adeguata formazione religiosa, s'impone ai sacerdoti di insegnare la dottrina e ai vescovi di risiedere stabilmente nella propria diocesi e di farvi periodiche visite pastorali;

_ Per ripristinare la dignità del clero vengono ribaditi gli obblighi del celibato (che i pastori protestanti violavano), dell'abito telare e il divieto di accumulare benefici.


Grazie a questo rinnovamento nella formazione e nella moralizzazione del clero intende recuperare dignità e credibilità, offrendo ai fedeli esempi di vita cristiana e strumenti di educazione religiosa.


Il concilio infine si preoccupa anche di definire con precisione le caratteristiche dell'arte religiosa.




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