Il carattere
decentrato del Sacro Romano Impero
Il
Sacro Romano Impero si formò verso la fine dell'700 ad opera di uno dei
più importanti uomini del Medio Evo: Carlo Magno. Egli intendeva
riproporre il glorioso Impero Romano, ma anch'egli sapeva che tra i due imperi
c'erano molte differenze sia dal punto di vista geopolitico, ma anche sociale,
economico e militare. Lo scenario storico e le diverse problematiche che si
proponevano all'epoca imposero a Carlo
Magno delle scelte obbligate riguardo alla struttura dell'impero. Infatti lo
storico R. S. Lopez afferma: "Per
governare il suo vastissimo impero Carlo Magno adottò l'unico sistema
allora possibile, assegnando le terre della corona ai suoi stessi comni
d'armi, non già in proprietà, ma in concessione, in cambio della
loro fedeltà e dei loro servigi". Dopo un periodo di ruralizzazione e di crisi
di tutta la società, dovuto sia alle incursioni di popoli arabi e
barbari sia al declino della città come centro militare, economico e sociale,
Carlo Magno cerca di riportare ordine, unità e sicurezza in tutta
l'Europa continentale. Egli intraprende una serie di spedizioni militari con le
quali conquista i territori dell'attuale Germania, occupati dai Sassoni, e
alcune zone della Sna, all'epoca sotto il dominio arabo: e sono proprio
queste conquiste militari che danno un fondamento riconosciuto alla sua
autorità. Il punto di forza dell'esercito era la cavalleria formata da
cavalieri scelti: per assicurarsi una totale disponibilità di questi
cavalieri già Carlo Martello aveva distribuito ai propri guerrieri dei
benefici e dei feudi. Ovviamente l'unità a cui mira Carlo Magno non
è una piena e reale unità politico-amministrativa ma più
che altro geografica: comunque il Sacro Romano Impero raggiunge la massima
unità possibile a quell'epoca. Carlo divide l'impero in distretti
chiamati contee, ognuna delle quali assegnata ad un conte (comes: comno) a cui spetta l'amministrazione della giustizia e da
cui dipende l'esercito della contea. Nelle zone di confine più contee vengono
raggruppate in unità territoriali chiamate marche, amministrate da un
marchese. L'imperatore affida il controllo dei conti e dei marchesi ai missi dominici, costituiti da un laico
ed un religioso, che rappresentano l'anello di congiunzione tra l'imperatore e
le amministrazioni delle zone periferiche. Questa struttura che pone le basi
del feudalesimo, si sviluppa soprattutto con la nascita del Sacro Romano
Impero. Essa è un'organizzazione inizialmente di tipo militare d'origine
germanica, che si basa sul "beneficio"( principalmente un terreno) che il
signore (in questo caso l'Imperatore) concede ad un suo fido che diventa
così "vassallo": egli in cambio ha il dovere di prestare servizio
militare all'Imperatore. Com'è facile dedurre, questo sistema conduce ad
un'inevitabile disgregazione del potere dello Stato. Si forma infatti una
disorganica rete di rapporti personali di dipendenza tra il signore e i propri
feudatari, in particolar modo con la delega ai vassalli di poteri di tipo
giuridico, amministrativo e militare. Conseguenza ovvia è la
costituzione di una miriade di centri di potere sparsi in tutto il territorio
dell'Impero a discapito della "capitale" Aquisgrana. Essa infatti è la
"capitale" solamente dal punto di vista formale in quanto vi risiede
l'imperatore e la sua corte: notevole differenza con la Roma dell'Impero Romano
che era realmente il centro politico, amministrativo, economico e sociale di
tutto l'Impero.