Il
crollo dello stato liberale e l'avvento del fascismo
Dopo la sua espulsione dal partito socialista
,Mussolini aveva continuato la sua politica attraverso il quotidiano "Popolo
d'Italia" di cui era fondatore e proprietario. Il programma iniziale dei fasci
prevedeva l'estensione del suffragio alle donne e la giornata lavorativa di
otto ore. In realtà si trattava di un programma di Demagogia che nascondeva sotto
una verità diversa,cioè un movimento antisocialista. Inizialmente
il movimento fascista occupò una posizione marginale nella politica
italiana,ma nell'autunno del 1920 esso acquisì un carattere sempre
più aggressivo fino alla nascita delle squadre d'azione fasciste. Questo passaggio decisivo avvenne nelle
camne,dove furono i proprietari terrieri cioè gli agrari a stroncare il movimento
contadino,questa reazione fu causata dalle conquiste ottenute dai braccianti e
dai mezzadri. Le squadre fasciste erano formate da giovani e da ex combattenti
che si muovevano preferibilmente di notte,prelevando dalle loro case i
militanti socialisti,uccidendoli,minacciando e svergognandoli davanti a tutti.
Queste violenze aumentarono di intensità nel corso del 1921 e del
1922,arrivando anche all'occupazione di intere città. L'atteggiamento
delle forze dell'ordine e della magistratura fu poco deciso,anche perché vi era
una complicità di spirito antisocialista,quindi i fascisti poterono
agire senza contrarsi con le forze dell'ordine. Dalla fine della guerra al
primo governo Mussolini,cioè dal novembre 1918 all'ottobre 1922,si
susseguirono sei diversi governi che evidenziava l'instabilità politica
italiana. Con le elezioni del 1919 il Partito socialista e il Partito popolare
avevano conquistato la maggioranza in parlamento;ma queste due forze erano
troppo distanti per potersi alleare così nacque un'alleanza tra
nazionalisti e fascisti. I fascisti si presentarono all'interno di blocchi nazionali,cioè in liste
comuni ottenendo 35 seggi. Dopo questa elezioni si aprì una fase di
instabilità perché il parlamento risultò frazionato e instabile.
Mussolini approfittò di questa instabilità politica trasformando
il movimento fascista in una forza politica,così nel novembre 1921
nacque il Partito nazionale fascista.
Il suo programma prevedeva la diminuzione dei poteri del parlamento,esaltava la
competizione fra le nazioni dando un'impronta conservatrice e nazionalista. Al
congresso di Livorno tenutosi nel 1921 un gruppo di dirigenti dell'ala del
partito di sinistra si distaccò dando vita al Partito comunista d'Italia. Una seconda scissione si ebbe nel 1922
tra riformisti e massimalisti;i
riformisti diedero vita al Partito
socialista unitario che ebbe come segretario G.Matteotti. Ma maturavano anche profonde divergenze all'interno
del partito popolare dove la destra conservatrice si orientò a favore di
un'alleanza con Mussolini in funzione antisocialista. Nell'estate del 1922
Mussolini giudicò maturi i tempi per un'azione di forza. La cosiddetta marcia su Roma ebbe inizio alla fine di
ottobre con l'occupazione di uffici pubblici e il 28 ottobre le colonne
fasciste mirarono verso la capitale. Dal punto di vista militare i fascisti non
avrebbero potuto fronteggiare l'esercito italiano,ma questo non problema non vi
fu,perché il re Vittorio Emanuele III
rifiutò di firmare lo stato d'assedio per difendere Roma. Così la
presa di Roma fu facilissima e il 16 novembre Mussolini il suo governo al
parlamento con un discorso che rimase famoso. Il periodo che va dal 1922 al
1925 è da considerarsi un periodo di transizione verso il vero e proprio
regime fascista. Così Mussolini continuò quella politica che
garantiva le forze politiche e l'opinione pubblica garantendo l'ordine e la
pace sociale. Il fascismo veniva visto come una forza conservatrice capace di
opporsi con successo al regime socialista. La violenza squadrista continuava
impunita,e Mussolini continuava a giocare abilmente su "due tavoli",quello della manovra politica e quello
della violenza illegale. Altri provvedimenti furono presi da Mussolini come
limitazioni alla libertà di stampa,attuò una politica economica
favorevole ai posseditori di grossi patrimoni e la concessione del servizio
telefonico a società private. La stabilità del governo Mussolini
era sempre minacciata,oltre che dal partito socialista,da forze politiche non
fasciste come i popolari e i liberaldemocratici. Per togliere spazio a queste
opposizioni Mussolini riuscì a far approvare nel 1923 una nuova legge elettorale che segnò
il passaggio alla dittatura fascista. Il partito fascista si presentò
alle elezioni non da solo,ma all'interno di una lista nazionale composta da 356
candidati,che ottennero la vittoria con il 65% dei voti. Il 10 giugno 1924
Matteotti tenne un forte discorso alla camera dove denunciava gli imbrogli
fascisti,successivamente venne rapito da una squadra fascista e ritrovato morto
il 16 agosto. Questo delitto segnò profondamente l'opinione
pubblica,segnando per Mussolini un vacillo del potere.