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storia |
Il guerra d'indipendenza
Le ostilita' fra il regno di Sardegna e l'Austria ripresero
il 26 aprile 1859. A fianco dei piemontesi si schierarono 120.000 francesi come
previsto dagli accordi verbali di plombières del 1859 concretizzati in
un formale trattato d'alleanza nel gennaio 1859. Le incertezze di cui diede
prova il generale Gyulai, capo delle forze austriache delle truppe
franco-sarde. sconfitti a monte bello il 20 maggio e a Palestro il 21 maggio,
gli austriaci furono ricattati oltre il Ticino. Il 4 giugno ebbe luogo lo scontro
di magenta. Gli austriaci avevano risposto con estrema decisione all'assalto
degli eserciti collegati e l'esito della battaglia fu incerto per diverse ore.
fu soltanto alla sera che Magenta cadde nelle mani dei franco-piemontesi, che
ebbero 4500 perdite contro 10000, ma i vincitori, probabilmente hi del
risultato ottenuto, non si posero all'inseguimento dell'esercito nemico, in
evidente difficolta' e mal diretto da Gyulai, poco dopo destituito dal suo
imperatore Francesco Giuseppe. Il successo arrideva anche al corpo di volontari
di Garibaldi che incorporato nell'esercito sardo, dopo aver occupato Varese
batteva a San Fermo il generale Urban. L'8 giugno Vittorio Emanuele II e
Napoleone III entravano trionfalmente in Milano. Francesco Giuseppe, che aveva
assunto il comando dell'esercito, coadiuvato dal generale Hess, riprese
l'offensiva che il 24 giugno si infranse a Solferino e a San Martino nelle
battaglie più combattute e sanguinose del risorgimento. Le perdite
dell'esercito francese e piemontese assommarono a oltre 2000 morti e 12000
feriti. Gli austriaci lasciarono sul campo 2000 morti e piu' di 10000 feriti
mentre prigionieri e dispersi superarono gli 8000. Dal canto suo Garibaldi
aveva occupato Bergamo e Brescia e si era aperta la via per il Veneto, mentre
la flotta franco-sarda aveva posto il blocco a Venezia. Nonostante la
situazione militare più che favorevole, il 5 luglio napoleone III,
preoccupato per gli avvenimenti politici interni e internazionali che
sembravano a lui sfavorevoli e in Europa, propose l'armistizio, fermato l'8
luglio a Villa Franca, dalle tre potenze. Tra la seconda e la terza guerra del
risorgimento va collocata la spedizione dei Mille condotta da Garibaldi, il
quale nel 1860 portò alla liberazione del mezzogiorno d'Italia.
Successivamente intervennero anche i piemontesi (l'ordine di Cavour è
dell'11 settembre) i quali liberarono l'Italia centrale e sconfissero le truppe
pontificie per poi dirigersi nel sud dove sostituirono Garibaldi e completarono
la conquista espugnando le fortezze di Gaeta il 13 febbraio 1861, di Messina
il12 marzo 1861 e di Civitavella del trono il 20 marzo 1861.
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