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La monarchia di Luglio
Problemi economici portarono alle elezioni generali che nel 1827 sancirono la vittoria di una maggioranza liberale. Nell'agosto del 1829 Carlo nominò un Gabinetto ultrarealista inviso ai deputati liberali e alla stampa. Quando la maggioranza della Camera dei deputati, nel marzo del 1830, chiese la sostituzione del Gabinetto, il re sciolse la Camera e indisse nuove elezioni: di fronte al loro risultato, che confermava la maggioranza, il 26 luglio 1830 il re emanò una serie di ordinanze con cui venivano indette nuove elezioni, si riduceva il numero degli elettori e la libertà di stampa subiva forti restrizioni. Giornalisti e deputati liberali denunciarono una violazione della Costituzione e i lavoratori parigini si schierarono al loro fianco: dopo tre giorni di scontri e disordini, il re fu costretto ad abdicare. I deputati proclamarono re Luigi Filippo, duca di Orléans, capostipite del ramo più giovane della famiglia dei Borboni. La Costituzione subì una revisione in senso più liberale, eliminando il potere regio di emanare ordinanze ed estendendo leggermente il diritto di voto.
La monarchia di Luglio, il regime di Luigi Filippo, fu dominata dai proprietari terrieri e da pochi ricchi banchieri e uomini d'affari. I primi cinque anni furono scossi da rivolte e insurrezioni di repubblicani delusi e lavoratori urbani impoveriti, ma entro il 1835 il regime si consolidò. La crescita della produzione industriale accelerò dopo il 1840, favorita anche dalla costruzione di una rete ferroviaria nazionale: in pochi decenni la Francia, da paese agrario, si trasformò in una nazione industriale. Nei cinque anni che seguirono il 1846 la popolazione rurale diminuì per la prima volta nel secolo, mentre crebbero le migrazioni verso le città.
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