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La guerra del 1914 fu un avvenimento nuovo nella storia dell'umanità, perché fu la prima guerra di entità tale da coinvolgere pressoché l'intero pianeta.
Lo scontro implicò i maggiori stati, i quali impegnarono le capacità produttive dell'industria moderna e le risorse della tecnica per preparare più potenti strumenti di offesa e di difesa.
Si trattò in più di una guerra di massa, combattuta per terra, per mare e nell'aria con impiego di armi mai usate prima (carri armati, aerei, sommergibili) e con il ricorso di nuovi mezzi di lotta economica e persino psicologica. Fu combattuta dai belligeranti fino all'esaurimento e al crollo. E finì con l'apportare radicali sconvolgimenti anche nell'economia internazionale con conseguenze perduranti negli anni a venire.
Molteplici
sono le cause del conflitto e molte sono da ricercare nella situazione politica
europea, nei complessi sistemi di alleanze, le cui formazioni maggiori erano
Comunemente gli storici indicano tra le principali cause del primo conflitto mondiale:
il contrasto anglo-tedesco, determinato dal tentativo di primato dei tedeschi in campo politico e commerciale, soprattutto in quello marittimo;
il contrasto franco-tedesco determinato dal desiderio francese di rivincita dopo la sconfitta subita nel 1870 ad opera dei tedeschi:
il contrasto austro-russo per l'egemonia dei popoli slavi della penisola balcanica;
il contrasto russo-turco per la tendenza secolare della politica russa ad entrare nel Mediterraneo a spese della Turchia;
gli irredentismi per cui genti sottoposte alla
dominazione straniera miravano a liberarsi: l'Italia, aspirava alla liberazione
di Trento e di Trieste;
infine gli imperi centrali (Germania e Austria) avevano la sensazione di essere accerchiati e sotto la minaccia di un aggressione, tanto da portare al potere potenti caste militariste e reazionarie.
Causa
occasionale fu l'attentato a Sarajevo il 28 giugno
L'Austria,
d'accordo con
D'accordo
con
Per raggiungere il territorio francese Tedeschi non esitarono ad invadere il Belgio neutrale, causando così l'intervento dell'Inghilterra contro Germania e all'Austria (4 agosto) che vedeva minacciato il suo predominio nel Mare del Nord. Mentre gli inglesi attaccavano le colonie tedesche in Africa, il Giappone dichiarava guerra alla Germania (23 agosto) ed attaccava i possedimenti tedeschi in Asia. La guerra da europea era diventata mondiale.
L'attenzione
generale si concentrava sull'Italia che non era entrata in guerra, nonostante
facesse parte della Triplice Alleanza. I patti di questa alleanza erano
chiaramente difensivi, perciò era perfettamente legittimo che l'Italia
si astenesse da una guerra in cui l'attacco era partito dalle sue stesse
alleate. L'alleanza stabiliva inoltre che, in caso di mutamento ad opera
dell'Austria dello stato politico nella penisola balcanica, l'Austria avrebbe
dovuto prendere preventivi accordi con l'Italia e stabilire adeguati compensi;
invece l'Austria aveva attaccato
Le operazioni di guerra sino al 1915
Contemporaneamente sul fronte orientale i tedeschi, guidati dal generale Hindenburg, battevano nell'agosto e nel settembre del 1914 i russi a Tannemberg.
I
tedeschi e gli austriaci non riuscirono tuttavia a sfondare più a sud,
anzi vennero respinti dai russi che conquistarono
Ad aggravare la situazione della Triplice intesa contribuiva la
partecipazione della Turchia a fianco dell'Austria e della Germania, mettendo
Le sorti della guerra volgevano a favore degli Imperi centrali, quando sopravvenne il "miracolo della Marna". I tedeschi, giunti sino a Compiègne, furono sbaragliati dai francesi guidati da Joffre sul fiume Marna e costretti a retrocedere.
Un nuovo tentativo tedesco di tagliare i rifornimenti all'Inghilterra
alla Francia, la cosiddetta "corsa al mare" o "battaglia delle Fiandre", non
ebbe esito felice. I tedeschi furono costretti a trincerarsi in atteggiamento
aggressivo e difensivo: dalla guerra di movimento si passò alla guerra
di posizione o di trincea. Sul fronte occidentale erano quindi falliti i
tentativi tedeschi di occupare Parigi e schiacciare
Diversamente andarono le cose sul fronte orientale: i tedeschi con
Hindenburg proseguivano a nord l'avanzata sui laghi Masuri, così che il
comando austro-tedesco decise un attacco generale contro
L'Italia era rimasta neutrale allo scoppio del conflitto, ma l'opinione pubblica era nettamente divisa sull'atteggiamento da tenere. Tra coloro i quali volevano mantenere la neutralità erano i cattolici, sia per ideologie religiose sia per la posizione dell'Austria, ultima grande potenza cattolica, oltre che dalla maggioranza dei socialisti e da una parte dei liberali guidati da Giolitti. Fautori invece dell'intervento a fianco della Francia e dell'Inghilterra erano i nazionalisti ed una gran parte della borghesia intellettuale.
Questa neutralità era stata un atto a favore dell'Intesa; l'Italia aveva permesso alla Francia di sguarnire il fronte delle alpi portando quelle truppe alla battaglia della Marna.
Il Governo presieduto dal Salandra, allo scoppio del conflitto, aveva negoziato con l'Austria nel tentativo di ottenere compensi per la dichiarata neutralità, ma dovette presto accorgersi che l'Austria non intendeva accettare la sue richieste e mirava a guadagnare tempo. Inoltre si pensava che una vittoria austro-tedesca avrebbe messo l'Italia in una posizione difficile, così i ministri Salandra e Sonnino si volsero alle potenze dell'Intesa e stipularono il Patto di Londra (26 aprile 1915), con cui l'Italia si impegnava a scendere in guerra contro l'Austra entro un mese. Con tale accordo venivano garantiti all'Italia il Trentino, Trieste, l'Istria e la costa Dalmata (escluso Fiume).
Il trattato era segreto, ma il 3 maggio 1915 l'Italia uscì dalla triplice Alleanza, tuttavia il Parlamento, a maggioranza neutralistica, voleva imporre le dimissioni di Salandra per rimettere al potere Giolitti che da tempo andava affermando che l'Italia avrebbe potuto ottenere tanto dall'Austria una linea di neutralità. La guerra fu dichiarata all'Austria il 24 maggio 1915.
I recenti disastri della Russia avevano portato agguerrite truppe austriache sul fronte italiano; l'esercito italiano comandato da Cadorna era più numeroso di quello austriaco, ma inferiore per armamento.
Appena
dichiarata guerra, l'esercito italiano prese l'offensiva e tratti del
territorio furono strappati al nemico con battaglie sanguinose. Erano guadagni
modesti, però l'intervento italiano ebbe una grandissima importanza
nell'andamento generale della guerra; infatti proprio in quel tempo l'Intesa
subiva una grave sconfitta a Gallipoli, in un tentativo franco-inglese di
ristabilire le comunicazioni con
I coraggiosi attacchi dell'esercito italiano sia sul fronte trentino come su quello dell'Isonzo, anche se vittoriosi, finivano per infrangersi contro le fortificazioni austriache ed anche il nostro fronte si irrigidì nella guerra di posizione e di trincea.
Le operazioni militari nel 1916
Vittoriosi su tutto il fronte orientale, gli Imperi Centrali decisero due camne che avrebbero dovuto dare loro la vittoria anche sul fronte occidentale: la prima è la camna tedesca contro i franco-inglesi, la seconda quella austriaca contro l'Italia.
La camna tedesca è nota con il nome di battaglia di Verdun: imponenti masse tedesche, con materiale bellico, attaccarono con violenza il campo trincerato francese di Verdun per mesi e mesi, ma non riuscirono a sfondare; quasi mezzo milione di francesi e tedeschi caddero sul campo.
La camna austriaca contro l'Italia fu caratterizzata da una violenta offensiva sugli altipiani in direzione di Vicenza, nel tentativo di sfondare il fronte italiano e dilagare nella pianura. Ma l'esercito italiano resistette, determinando la caduta di importanti posizioni austriache e giungendo alla presa di Gorizia.
Sul
mare la flotta inglese si scontrava con quella tedesca nella battaglia dello
Jutland che si concluse riconfermando con una certa superiorità tedesca,
La guerra volgeva ancora a favore degli Imperi Centrali, ma anche questi cominciavano oramai a capire che si trattava di una guerra di logoramento, così tentarono una offerta di pace, mirando a conservare i territori occupati in: Belgio, Francia, Russia e nei Balcani. L'offerta naturalmente non fu accolta.
L'intervento americano 1917
Iniziava così il quarto anno di guerra, il più angoscioso.
L'intervento degli Stati Uniti, a fianco dell'Intesa, ebbe una grande importanza, perché l'America metteva a disposizione degli stati alleati, per il proseguimento della guerra, materiali e viveri in quantità illimitata ed in un secondo tempo anche degli uomini. Il contributo degli Stati Uniti risultò fondamentale nel momento che l'Intesa veniva a subire un gravissimo colpo a causa della rivoluzione russa.
Prima della rivoluzione il sistema economico russo era arretrato a causa di una borghesia molto debole; l'economia era basata sulla agricoltura con risvolti feudali.
In Russia si sono susseguite tre rivoluzioni: la prima nel 1905 che fallì e lo Zar rimase in vita; la seconda nel febbraio 1917 che determinò l'abdicazione dello Zar; la terza nell'ottobre dello stesso anno che portò al potere il comunismo e Lenin. L'esercito tuttavia era stanco e sfiduciato; si susseguirono scioperi a causa della scarsità di alimenti poiché esso era formato prevalentemente da contadini che, essendo in guerra, non potevano coltivare i campi.
Sorsero
così i primi soviet e
cioè consigli di soldati, operai e contadini che si diffusero
rapidamente e costituirono un governo del paese. In questo caos si fece avanti
un partito poco numeroso ma ben organizzato, il partito comunista o bolscevico
con a capo Lenin e Trotzki, che erano tornati in patria dall'esilio attraverso
Lenin
e Trotzki compresero subito la situazione delle masse e la forza dei soviet e
appoggiandosi a questi lanciarono il segnale della insurrezione generale
(ottobre 1917) per mezzo della quale si impadronirono del potere. L'esercito
russo poteva considerarsi dissolto: col trattato di Brest-Litovsk
Di conseguenza sul fronte italiano si concentrarono molte truppe austro-tedesche le quali sfondarono a Caporetto.
La nuova linea di resistenza italiana fu stabilita sul Piave, dal nuovo comandante Armando Diaz che concentrò tutte le forze disponibili sferrando una controffensiva, vanamente gli austro-tedeschi tentarono di sfondare le linee italiane.
La vittoria dell'Intesa
Approfittando del crollo della Russia, il comando tedesco iniziò sul fronte francese una serie di terribili offensive che ricondussero i tedeschi sulla Marna. Ma erano gli ultimi sforzi di un esercito ormai stremato.
Sul fronte italiano, per tutto l'inverno 1917-l8, gli austriaci tentarono tutti i mezzi per passare il Piave ed invadere il Grappa, attaccato per mesi e mesi con mezzi imponenti ma senza ottenere alcun successo. Il tentativo austriaco fu ripetuto nel giugno 1918 anch'esso senza successo.
Per mare, l'Austria tentò di forzare il canale d'Otranto sbarrato dalle forze italiane, ma le flottiglie di Rizzo costrinsero gli austriaci a ritirarsi. Il 24 ottobre il generale Diaz iniziò una grandiosa battaglia, la battaglia di Vittorio Veneto. L'esercito italiano passato il Piave, sfondava in tre punti lo schieramento nemico e ne accerchiava le posizioni; era il crollo dell'Austria.
Il crollo austriaco determinò un gravissimo contraccolpo in Germania, il nuovo governo provvisorio chiedeva l'armistizio (11 novembre1918).
Iniziarono le difficili trattative della pace.
From Nineteen-fourteen To Nineteen-nine
The First World War is also
called the Great War.
The PEACE TREATY was signed at
Le condizioni dell'Italia dopo i trattati di pace; la questione di Fiume
Con il trattato di pace di Saint Germain l'Italia aveva ottenuto il
Trentino, l'Alto Adige,
La conferenza della pace aveva avutocome protagonisti i cosiddetti quattro grandi: Wilson, Loyd-George, Clemenceau ed Orlando. Wilson aveva tentato senza riserve di difendere il suo piano di pace, ma si era scontrato con il gioco più abile di inglesi e francesi, gioco di cui l'Italia stessa aveva fatto le spese.
La delegazione italiana, infatti, era giunta persino a ritirarsi per protesta, pur tornando successivamente (dopo aver ottenuto Orlando la fiducia del Parlamento, come gesto simbolico a sottolineare la piena solidarietà dell'intero paese) per non compromettere ulteriormente la posizione dell'Italia.
Tuttavia era troppo tardi: lavori si erano già conclusi in assenza dei rappresentanti italiani. Il malcontento italiano diveniva crescente per quella vittoria "mutilata", dato il trattamento ottenuto dal paese, nonostante gli accordi previsti nel Patto di Londra.
Su tali sentimenti fecero facilmente leva gruppi nazionalistici.
Significativa è l'iniziativa del poeta Gabriele D'Annunzio il quale, mentre il ministro Nitti cercava di trattare diplomaticamente per risolvere la questione di Fiume, reclutò alcuni reparti di soldati guidandoli da Ronchi fino a Fiume occupando quest'ultima.
Nato a Pescara nel 1836, D'Annunzio aveva composto il suo primo libro in versi "Primo Vere" a soli 16 anni.
Non aveva mai condotto a termine gli studi dedicandosi invece al giornalismo ed alla creazione di opere di varia natura e valore. Essendo uno degli interpreti più abili delle correnti di pensiero e delle mode letterarie europee, tra le quali l'esasperato sensualismo, l'estetismo raffinato e aneggiante, la tendenza ad ignorare la realtà sociale a favore di un mondo spirituale elevato ed esclusivo, egli era riuscito a proporsi con successo sia nel mondo letterario che in quello mondano, mettendo in atto quell'estetismo (non privo di scandali e polemiche) che il Decadentismo europeo aveva da poco concepito.
Terminata la prima guerra mondiale (durante la quale aveva preso parte ad imprese eclatanti quali la beffa di Buccari ed il volo su Vienna), il suo gusto per i grandi gesti lo aveva portato appunto ad occupare Fiume assieme ad un gruppo di volontari.
Tale iniziativa, del tutto individuale, aveva creato al governo italiano gravi problemi, anche perché il Comandante, per rifornire la città che era praticamente isolata, aveva dato ordine ai suoi avventurieri di saccheggiare le navi che transitavano nell'Adriatico.
La questione di Fiume divenne pertanto un affare internazionale, ciò nonostante D'Annunzio si rifiutò ostinatamente di abbandonare la città, come richiestogli dal governo italiano.
Nel novembre del 1920, fu firmato il Trattato di Rapallo, che fissava in via definitiva i confini fra Italia e Jugoslavia, e stabiliva che Fiume diventasse città autonoma.
Di conseguenza Fiume fu attaccata dalle truppe governative, e il 28 dicembre la città si arrese: l'avventura fiumana era conclusa ingloriosamente. Ebbe inizio da quel momento la decadenza del poeta, che morì nel 1938 nella sua villa di Gardone, sul lago di Garda.
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