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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE.


LE CLASSI SOCIALI IN FRANCIA ALLA VIGILIA DELLA RIVOLUZIONE. La monarchia aveva realizzato lo Stato assoluto, comprimendo il potere della nobiltà e riducendo la nobiltà di spada al rango di cortigiani.


DI SPADA= nobiltà di antiche tradizioni; aveva molti privilegi sociali ed economici, non a-

no le tasse, occupavano le cariche di corte e gli alti gradi dell'esercito, godevano nelle campa-

gne di antichi diritti feudali come amministrare la giustizia, esigere pedaggi, pretendere presta-

NOBILTA zioni di lavoro gratuite nelle proprie terre(CORVEES)



DI TOGA=alti magistrati di origine borghese che sedevano nei parlamenti; non aveva i privilegi

della nobiltà di spada, era esclusa dalle cariche di corte, era una vera e propria plebe nobiliare

che si rivaleva sui contadini, esercitando in forma vessatoria i diritti feudali.

PICCOLA NOBILTA= li cadetti


ALTO= vescovi, curati di estrazione nobiliare; diritti e privilegi pari a quelli della nobiltà di

da; usufruivano dei proventi delle decime(1/10 dei guadagni dei contadini), aveva vasti patri-

CLERO moni inalienabili(manimorte).

BASSO= sacerdoti in condizioni precarie; vivevano nelle parrocchie di camna ed erano si-

li ai contadini, percio' ne condividevano le aspirazioni e le rivendicazioni.

SECOLARE= sacerdoti che vivevano normalmente nel mondo

REGOLARE= monaci che vivevano nei monasteri(vivevano secondo una "regola")


TERZO STATO= costituito dalla grande e media borghesia degli affari, del commercio, delle professioni; era una classe attiva, aperta alla cultura del secolo, consapevole dei propri diritti. Man mano che il re si rivelo' un difensore dell'antico regime, si creo' un distacco sempre maggiore tra borghesia e corona fino ad arrivare alla frattura rivoluzionaria.


Grande borghesia(industrie)

TERZO STATO   Borghesia professionale(avvocati, medici, piccoli proprietari terrieri . )

Operai, artigiani, contadini .


QUARTO STATO= non possedevano nulla.


Dai gruppi politicamente più dinamici degli strati inferiori del Terzo Stato usciranno i SANCULOTTI che saranno fondamentali nella Rivoluzione, nella fase repubblicano democratica.



3.LA REAZIONE NOBILIARE.GLI ORDINI PRIVILEGIATI OTTENGONO LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI.LA BORGHESIA SI AFFERMA COME FORZA RIVOLUZIONARIA. Anche in Francia i riformatori avevano avanzato proposte volte a risanare il bilancio dello Stato facendo are l'imposta fondiaria alle classi privilegiate a e favorire la libertà d'iniziativa e di commercio. Il riformatore più famoso fu Robert-Jacques Turgot, ma il suo programma fallì.

Nel 1700 i nobili avevano perso molti privilegi e quindi cercarono di riconquistare le cariche ufficiali e le funzioni amministrative che nel frattempo erano state date ai PARVENUS. Queste rivendicazioni provocarono l'ostilità dei ceti medi e dei contadini.

La guerra combattuta a fianco delle colonie americane aveva spinto lo Stato verso la bancarotta; c'era la crisi economica, agricola, la carestia; la disoccupazione aumento'.

I nobili sollecitarono la convocazione degli Stati Generali(antica assemblea dei rappresentanti dei tre Ordini). I rappresentanti del Terzo Stato  strapparono ai ceti aristocratici l'iniziativa rivoluzionaria e si proclamarono Assemblea nazionale, assumendosi il compito di dare alla Francia un nuovo ordinamento costituzionale.


4.L'APERTURA DEGLI STATI GENERALI.IL TERZO STATO SI PROCLAMA ASSEMBLEA NAZIONALE. Prima della convocazione degli Stati Generali le assemblee locali avevano promosso la stesura di una serie di documenti dei desideri, delle suppliche del Terzo Stato(CAHIERS DE DOLEANCES).L'Assemblea tenne la seduta inaugurale il 5 maggio 1789.Dopo la cerimonia di apertura si discusse sulla votazione. Il Terzo Stato voleva che si votasse per testa, un voto per ogni singolo deputato(perché erano in numero maggiore). Gli altri due Ordini volevano che si votasse per Ordine, a camere separate. Il Terzo Stato si autoproclamo', in quanto rappresentante della maggior parte dei francesi, Assemblea nazionale e giuro' di non sciogliersi prima di aver dato alla Francia un nuovo ordinamento costituzionale(GIURAMENTO DELLA PALLACORDA).

Il re vanamente dichiaro' nulle le decisioni del Terzo Stato. Gli Stati generali si trasformarono in Assemblea nazionale costituente, un'assemblea di deputati con diritto di voto individuale. Era la fine dell'assolutismo e dell'antico regime.


5.LA PRESA DELLA BASTIGLIA. LA RIVOLUZIONE MUNICIPALE. Luigi XVI licenzio' Necker, un ministro riformatore gradito alla borghesia e ordino' un forte concentramento di truppe intorno a Versailles. Cio' mise in allarme le masse cittadine. Il 14 luglio i Parigini scesero in piazza ed espugnarono la vecchia fortezza della Bastiglia che sorgeva al centro della città.

Venne successivamente costituito un nuovo consiglio municipale a Parigi: la COMUNE; i vecchi amministratori aristocratici vennero sostituiti da amministratori borghesi e per la difesa fu armata una milizia cittadina detta GUARDIA NAZIONALE, il cui comando fu affidato a La Fayette.

L'esempio di Parigi si estese a tutta la Francia. Luigi XVI richiamo' Necker e a Parigi approvo' quanto accaduto, consentendo che il nuovo sindaco della città, l'astronomo Bailly, gli appuntasse sul petto la coccarda tricolore, che univa il bianco dei Capetingi al rosso e blu del Comune parigino.


6.LA RIVOLUZIONE CONTADINA.LA GRANDE PAURA. L'ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI FEUDALI(4 AGOSTO 1789) . Nelle camne della Francia turbe di villani, esacerbati dalla carestia e dalla disoccupazione, assalirono i castelli signorili distruggendo gli archivi nobiliari, prova del loro servaggio. Questo periodo di emozioni confuse e contraddittorie passo' alla storia con il nome di GRANDE PAURA. La rivolta si placo' quando l'assemblea costituente dichiaro' aboliti idiritti signorili(niente più corvées, né pedaggi, né decime da are alla Chiesa, né tribunali signorili).

I contadini dovevano versare un risarcimento dei danni ai loro signori, ma questo denaro non fu mai versato; nel 1792 la Convenzione delibero' l'inutilizzazione del risarcimento(espropriazione senza riscatto).


7.LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO(26 AGOSTO 1789). L'Assemblea costituente formulo' la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che segnava la fine dell'antico regime e l'inizio di un'organizzazione politica basata sulla libertà e sulla nazionalità. In essa, accanto alle tesi di Rousseau e alla volontà di rompere con il passato per fondare una società nuova, appaiono delle contraddizioni. Infatti la proclamazione dell'eguaglianza è subordinata all'utilità sociale o riconosciuta solo per quanto riguarda la legge e le tasse. Cio' significa che la diseguaglianza derivante dalla ricchezza restava inviolabile.


8.L'INVASIONE DELLA REGGIA DI VERSAILLES.LA RIVOLUZIONE DELL'ASSEMBLEA SI SALDA CON LA RIVOLUZIONE DELLE PIAZZE(6 OTTOBRE 1789). Il re non approvo' la Dichiarazione dei diritti e il popolo si agito'. Alla notizia che alcuni ufficiali  del re avevano calpestato la coccarda tricolore, una folla invase gli appartamenti reali di Versailles e impose al sovrano di trasferirsi a Parigi nel palazzo delle TUILERIES sotto il controllo cittadino. Quindi la rivoluzione dell'Assemblea si saldo' con la rivoluzione delle piazze.

L'Assemblea si preoccupo' e cerco' di mantenere il movimento rivoluzionario nel suo originario alveo borghese. Sarebbe bastato che Luigi XVI avesse accettato il nuovo ruolo di sovrano costituzionale, ma questo piano fallì.

Gli aristocratici erano decisi a ricorrere ad ogni mezzo per organizzare la controrivoluzione. Trovarono un terreno favorevole nell'Ovest e nel Sud francesi, dove erano più forti le tradizioni feudali. Alcuni si trasferirono all'estero in Germania e in Piemonte.


9.L'OPERA DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE. L'opinione pubblica era tenuta desta dall'opera dei clubs, circoli politici aperti ai cittadini, nei quali si discutevano, insieme ai problemi del giorno, le questioni di volta in volta affrontate in aula dai rappresentanti. Tra i clubs ricordiamo quello moderato dei FOGLIANTI, guidato da La Fayette, e quello più avanzato dei GIACOBINI, costituito da gruppi della borghesia media e medio-alta ma sensibile all'esigenza dell'alleanza con le masse popolari. Nei Giacobini si distingueva un giovane avvocato di Arras, Maximilien Robespierre. Ancor più radicale era il club dei CORDIGLIERI, che raccoglieva consensi tra i ceti medi e medio-inferiori e proponeva riforme economiche e sociali.

Nell'Assemblea invece si delinearono tre grandi raggruppamenti: gli aristocratici sulla destra, i monarchici al centro, i "patrioti" a sinistra. All'estrema sinistra era il cosiddetto "triumvirato". Infine i leaders del domani: Robespierre e l'abate Grégoire.

Il potere esecutivo fu affidato al re e ai suoi ministri, pur sottoponendolo al controllo dell'Assemblea legislativa, alla quale fu riservato il compito della legislazione. Il re poteva opporre alle deliberazione dell'Assemblea solo un veto sospensivo, dopo il quale l'Assemblea poteva appellarsi direttamente al popolo.

Il potere giudiziario fu affidato a un corpo di magistrati eletti nelle assemblee locali e perciò espressine della sovranità popolare. Il diritto di voto era riservato solo ai cittadini francesi maschi che erano forniti di un censo; perciò si dividevano in : ATTIVI che fruivano di questo diritto, e PASSIVI che ne erano privi. Analogamente le cariche amministrative erano riservate solo ai ceti più abbienti.

La Francia fu divisa in 83 dipartimenti, i dipartimenti in cantoni, i cantoni in comuni; i dipartimenti e i cantoni erano distinti con i nomi di monti, fiumi, pianure. Ogni dipartimento costituiva un piccola repubblica: al contrario di prima ora all'accentramento monarchico succedeva il decentramento.

Nel campo finanziario l'Assemblea Costituente deliberò la soppressione degli Ordini monastici e l'incameramento dei beni del clero; lo Stato provvedeva agli stipendi del clero e alle spese del culto; si giunse così ad una COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO, che trasformava vescovi e curati in funzionari dello Stato, obbligandoli ad un giuramento di fedeltà alla monarchia, alla nazione, alla Costituzione.

Il provvedimento gettò la Francia in una crisi religiosa ; molti rifiutarono di prestare il giuramento, arrivando così allo scisma : da una parte i preti giurati o costituzionali, dall'altra i non giurati o refrattari, che vennero allontanati dalle parrocchie, ma conservarono la fiducia dei loro fedeli.

L'incameramento dei beni ecclesiastici portò ad un miglioramento della situazione finanziaria, perché lo Stato, nell'attesa di vendere questi beni, procedette all'emissione di una speciale cartamoneta, gli assegnati, che però persero valore a causa della loro incontrollata emissione.


10.LA FUGA DEL RE (1791) E LA FINE DEL COMPROMESSO MONARCHICO-COSTITUZIONALE. Il 20 giugno 1791 Luigi XVI decise di abbandonare in segreto le Tuileries per rifugiarsi con la famiglia in Lorena, si proponeva di muovere su Parigi alla testa di truppe fedeli e di ripristinarvi la "legalità". Fu riconosciuto a Varennes e ricondotto sotto scorta a Parigi, dove fu accolto da una folla muta e ostile che fece ala al convoglio.

Dopo la fuga del re il movimento popolare divenne sempre più temibile, tanto che si cercò di far credere che il re era stato rapito e gli ridiedero i suoi poteri; dopo ciò una folle mosse al campo di Marte chiedendo la destituzione del re traditore. La borghesia si sentì minacciata e ricorse alla forza: la Guardia nazionale affrontò la folla disarmata e non esitò a sparare.

Nel novembre di quello stesso anno 1791 la Costituente si sciolse proclamando la fine della rivoluzione.


11.LA GUERRA E IL CROLLO DELLA MONARCHIA. I Francesi erano elettrizzati all'idea di una guerra, soprattutto dopo che Austria e Prussia avevano dichiarato di essere pronti ad un intervento militare se la rivoluzione avesse attentato ai loro troni.

Il 1 ottobre 1791 si era tenuta la sessione inaugurale dell'Assemblea legislativa: i GIRONDINI (provenienti dal dipartimento della Gironda) erano a favore della guerra sia per motivi ideologici(la guerra contro i sovrani per la liberazione dei popoli), sia perché vedevano in essa un mezzo per consolidare i nuovi ordinamenti e per verificare la lealtà del re. Anche gli aristocratici e il re volevano la guerra perché speravano la sconfitta della Francia e la restaurazione dell'Ancient Regime. Solo il gruppo di Robespierre era contro la guerra vedendola come una pericolosa avventura che esponeva il paese ad una dittatura militare. Votata quasi all'unanimità la guerra fu dichiarata il 20 aprile 1792.

La Prussia si schierò a fianco dell'Austria; ci furono le prime sconfitte francesi .A Parigi il popolo ottenne dall'Assemblea legislativa una serie di provvedimenti per proteggere Parigi dai nemici esterni e tenere in rispetto i nemici interni. Il veto opposto dal re riaccese i sospetti su di lui.

Il comandante prussiano chiese la resa incondizionata, minacciando la distruzione di Parigi se si fosse recato alcun danno al re e alla famiglia reale: qui fu evidente il tradimento del re.

Allora le sezioni parigine si impadronirono del municipio e vi insediarono una Comune insurrezionale. Una grossa folle penetrò negli appartamenti reali ; il re fu sospeso dalle sue funzioni e relegato con la sua famiglia nella prigione del tempio.

Fu eletta una nuova assemblea costituente a suffragio universale chiamata Convenzione nazionale. Col suffragio universale anche i cittadini passivi potevano entrare nella politica.


12.LE STRAGI DI SETTEMBRE.IL MIRACOLO DI VALMY(20 SETTEMBRE 1792). Nell'attesa delle elezioni per la nuova costituente è la Comune insurrezionale che domina la scena politica. Essa pretese un tribunale criminale  straordinario per giudicare i delitti contro la Rivoluzione.

Le colonne nemiche trovarono aperta la via di Parigi. Ora l'ossessione del tradimento diventava incontenibile: si presero d'assalto le prigioni e si uccisero i  cittadini sospetti ( Stragi di Settembre).

Dopo la decisiva battaglia di Valmy i Prussiani dovettero ripiegare, perché fermati dall'avanzata sanculotta. Lo stesso giorno di Valmy si insediò a Parigi la nuova Assemblea costituente, la Convenzione nazionale. Questa iniziò i suoi lavori dichiarando decaduta la monarchia, instaurando la Repubblica e proclamando una nuova era della storia dell'umanità, segnata con l'anno I del calendario rivoluzionario.




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