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LA RIVOLUZIONE IN FRANCIA
Crisi monarchia liberale di Luigi d'Orleans .L'opposizione era composta dai progressisti liberali, democratici, dai bonaparisti e dai socialisti. Obiettivo dei democratici era raggiungere il suffragio universale, ossia la concessione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi senza distinzioni. Lo strumento di protesta dei democratici fu la CAMPAGNA DEI BANCHETTI: riunioni svolte in forma privata che aggiravano i divieti governativi e consentivano ai capi dell'opposizione e ai loro seguaci di tenersi in contatto e di far proanda per la riforma elettorale.
La proibizione di un banchetto previsto per il 22 febbraio a Parigi, innescò la crisi rivoluzionaria. Lavoratori e studenti organizzarono una grande manifestazione di protesta, per impedirla il governo ricorse alla Guardia nazionale istituita nel 1789. Il 24 febbraio venne costituito un governo favorevole alla Repubblica e si convocò un'assemblea costituente da eleggere a suffragio universale. Il governo affermò il diritto al lavoro fondato sul pieno impiego. Furono istituiti degli ateliers nationaux (officine).
Elezioni di aprile: vincitori i repubblicani moderati. Chiusura degli ateliers nationaux.
Insurrezione operaia di giugno: Molti popolani scesero in piazza così che l'assemblea costituente concesse pieni poteri a Cavaignac, ministro della guerra. A novembre l'assemblea costituente approvò una costituzione democratica che prevedeva un presidente della repubblica eletto dal popolo (durata 4 anni) e una assemblea legislativa eletta a suffragio universale.
Elezioni presidenziali: i repubblicani si presentarono divisi, mentre i conservatori fecero blocco sulla candidatura su Luigi Napoleone Bonaparte.
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