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LE GUERRE PUNICHE SONO UN MOMENTO DECISIVO NELLA STORIA DI ROMA. LA VITTORIA NELLO SCONTRO CON CARTAGINE LE ASSICURA IL DOMINIO DEL MEDITERRANEO E LE SPIANA LA STRADA VERSO LA CONQUISTA DI UN IMMENSO IMPERO, COMPRENDENTE LA MAGGIOR PARTE DEL MONDO CONOSCIUTO. RICOSTRUISCI I PASSAGGI FONDAMENTALI DI QUESTO PIÙ CHE SECOLARE CONFLITTO, SOFFERMANDOTI SULLE SUE CAUSE E SULLE SUE CONSEGUENZE.
La nostra storia è stata sempre caratterizzata da tappe fondamentali che hanno sottolineato una svolta decisiva per diverse città e popoli.
Uno di questi momenti topici è stato sicuramente il conflitto tra Roma e Cartagine, e il successivo ampliamento dell'impero romano.
Infatti queste due città, diverse di razza, di cultura, di
religione e con profonde differenze di natura economica, erano riuscite sin dall'inizio
ad avere rapporti amichevoli, regolati però
da tre diversi trattati che determinavano le rispettive zone d'influenza
politica ed economica (trattato del
Quest'ultima motivazione fu infatti il "casus belli" che fece scoppiare
nel
Tutto iniziò con la richiesta di aiuto da parte dei Mamertini
prima a Cartagine, che rifiutò, e poi a Roma, che prese subito la palla
al balzo con la speranza di una nuova conquista. Roma si sentiva pronta per il
combattimento; si alleò subito ai
suoi "socii" guidati da Caio Duiglio,
utilizzando i "corvi", la nuova arma che doveva trasformare i combattimenti marittimi in
terrestri; da qui abbiamo la prima vittoria romana nel
Solo quando cartagine ritornò nelle mani dei Barcidi, con maggiore esponente Amilcare, la città riprese vita in particolar modo dal punto di vista espansionistico. Si partì infatti alla conquista della penisola iberica, assicurandosi tutto il territorio dalle colonie d'Ercole al fiume Ebro: un vasto possedimento ricco di metalli utile alla città per rinvigorirsi anche economicamente.
Inizialmente Roma vide di buon occhio le mire cartaginesi, pensando che quest'ultima avesse completamente distolto il suo interesse per la Sicilia; in seguito poi i romani incominciarono a preoccuparsi della rinascita della potenza punica. Così per porre riparo alla situazione Roma costrinse Cartagine alla stipulazione di un trattato, con il quale Asdrubale, lio di Amilcare, si impegnata a limitare le conquiste puniche non oltre il fiume ebro, scongiurando quindi una nuova espansione della potenza cartaginese.
I primi però a violare apertamente il trattato furono proprio i romani, alleandosi con la città snola di Sagunto, che si trovava al di sotto dell'Ebro, proprio in funzione anticartaginese.
Ma Annibale, lio di Amilcare, attaccò Sagunto, facendola
modulare nel
Annibale riuscì a passare prima i Pirenei e poi le Alpi; la sua intenzione era di cercare l'appoggio delle città alleate a Roma per scongerla. Riuscì a fate tutto questo, arrivando quindi nella Pianura Padana, scongendo Cornelio Scipione e ottenendo poi il sostegno dei Galli.
Consapevole di non poter attaccare direttamente Roma, Annibale si spostò nell'Italia Centrale conseguendo una vittoria sul lago Trasimeno. I romani quindi guidati dal console Quinto Fabio Massimo, nominato poi dittatore, adottarono la strategia di temporeggiare, ossia attaccare con continui agguati le truppe cartaginesi allo scopo di procurare numerose perdite.
Uscito di scena il dittatore, i due nuovi consoli romano decisero di
attaccare direttamente Annibale; da qui la famosa sconfitta romani a Canne nel
Roma però non si arrese decidendo di spostare il conflitto in Sna dove Publio Cornelio Scipione, lio dello Scipione detto l'Africano, riuscì a scongere Asdrubale. Quest'ultimo, approfittando della sconfitta cartaginesi, decise di andare in aiuto del fratello in Italia, ma venne fermato e ucciso nella battaglia sul fiume Metauro.
Cornelio Scipione, dopo la vittoria in Sna, si sposta con la guerra
in Africa; il senato cartaginese richiama quindi in
patria Annibale, il quale, durante il suo rientro, nella battaglia di Zama, nei pressi di Cartagine, viene definitivamente
sconfitto nel
Le conseguenze per i cartaginesi furono tragiche: furono costretti a are una pesante indennità di guerra ai romani, si impegnarono a consegnare direttamente al senato il loro generale, dovettero abbandonare la Sna e parte dell'Africa, affidate poi a Massinissa, re della Numidia, alleato di Roma.
Cartagine fu inoltre costretta a non dichiarare guerra a nessuna potenza nemica senza prima l'approvazione da parte dei romani.
Cartagine in questo modo cessava di esister come potenza, lasciando quindi a Roma il dominio del bacino del Mediterraneo occidentale.
La seconda guerra punica è sicuramente stata molto più travagliata e combattuta quasi fino "all'ultimo sangue"; la cosa che giunge subito all'occhio del è lampante pensare, è che le conseguenze per Cartagine dopo questo secondo scontro sono state sicuramente più tragiche rispetto al primo, tanto da essere stata ridotta ormai a semplice potenza regionale africana . .. ma come si sol dire " che la dura la vince", e Cartagine non si arrese.
Dopo questa inesorabile vittoria, Roma conquistò diversi territori facendoli diventare province romane; si alleò alle Leghe etoliche ed Achea ed al Regno di Pergamo avvicinandosi quindi al vicino oriente. Si coalizzò inolte a tutti quei regni divenuti indipendenti dopo la seconda guerra macedone, quindi la supremazia territoriale romana si estendeva ormai su un vastissimo territorio.
Mancava solo "la ciliegina sulla torta", ossia aggregare la Sna al
suo dominio. L'occasione giusta si presentò nel
Questa rivolta fu subito repressa e Cartagine fu rasa al suolo e data alle fiamme, dimostrando così agli altri popoli che Roma avrebbe punito tutti coloro che si sarebbero opposti alla stabilità dello stato romano, e ribadendo che la città era la principale potenza del Mediterraneo.
Successivamente nel
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