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LE PIANTE
Prima di passare ai dettagli delle stanze, sarà opportuno esaminare le piante di alcune abitazioni, che sono fedeli riproduzioni dei disegni dell'architetto. La prima è una casa costruita a Tokyo qualche anno fa. Il corpo principale misura ventun piedi per trentuno e la L misura quindici piedi per ventiquattro. I quadrati neri pieni rappresentano i sostegni per la L e per il tetto della veranda. Le zone segnate da linee parallele ravvicinate indicano la veranda, mentre la coppia di linee parallele indica i pannelli scorrevoli, e le linee nere piene, i divisori fissi. La cucina, la stanza da bagno e certe zone sono contrassegnate da linee parallele un po' più distanziate rispetto a quelle della veranda. Le linee oblique indicano una zone in cui le assi convergono in una scavatura centrale un po' più bassa del normale livello del pavimento. Qui è sistemata una grande vasca di terracotta o una tinozza di legno; l'acqua versata sul pavimento si raccoglie in una scanalatura e defluisce all'esterno. Le piccole zone scurite al tratto, all'esterno della casa, rappresentano i ripostigli o le casse in cui di giorno vengono chiuse le persiane da pioggia o le imposte di legno che di notte sbarrano automaticamente la casa. L'alloggio è composto da un vestibolo, un salone, sette stanze, esclusa la cucina, e nove armadi a muro. Con la nostra terminologia le chiameremo: studio, biblioteca, salotto, soggiorno, sala da pranzo, camera da letto, stanza per la servitù e cucina. Poiché in nessuna stanza esiste un mobile che assomigli a un letto (si dorme su trapunte imbottite stese al momento sui morbidi tatami) è ovvio che il giaciglio può essere preparato in qualsiasi punto della casa. La quasi totale assenza di mobili rende il pavimento un'unica spianata, e rappresenta senza dubbio una bella comodità quando inaspettatamente si devono alloggiare diversi ospiti. Certi armadi a muro vengono adoperati come ripostigli per le trapunte durante il giorno.
Colpisce particolarmente la totale assenza di soffitte, legnaie e altri fabbricati annessi e, poiché non esiste cantina, ci si chiede dove venga riposto il combustibile. In certi punti del pavimento della cucina ci sono delle assi mobili, e alcune recano sui bordi delle tacche per infilare le dita, in modo da poter essere sollevate una dopo l'altra e rivelare un ampio vano sottostante utilizzato come deposito per la legna e il carbone. Nel vestibolo, che ha il fondo in terra battuta, c'è una piccola piattaforma di legno alta quando il pavimento interno: anche qui si possono sollevare in cui si possono depositare fuori dalla vista gli zoccoli di legno e gli ombrelli. I vestiboli attrezzati in questo modo si trovano nelle case di gente abbastanza benestante ma, a quanto risulta, non nelle case dei ricchi. Nella casa in questione, la sala da pranzo e la biblioteca misurano sei tatami, il salotto (o sala di ricevimento) otto tatami, e il soggiorno quattro e mezzo; ciò vuole dire che il pavimento di ciascuna stanza contiene quel numero di tatami. Le ultime tre stanze stanza confinano con la veranda.
Il costo complessivo della casa ammontava a circa mille dollari. L'appezzamento su cui sorgeva era di circa 10.800 piedi quadrati, ed era valutato trecentotrenta dollari. La tassa imposta dal governo era di cinque dollari. Quando una casa è fornita di tatami non occorre molto altro per arredarla. Una casa confortevole, adatta ad ospitare una famiglia di quattro o cinque persone, può essere costruita con una somma di denaro veramente irrisoria, e le suppellettili indispensabili ad arredarla sono incredibilmente poche ed economiche. Quando si parla di un alloggio e di un arredamento così modesti, il lettore non deve pensare che la famiglia sia sacrificata per la mancanza di spazio o debba rinunciare a cose necessarie, perché gli occupano riescono a viverci molto comodamente. I giapponesi hanno pochi bisogni, e gusti semplici e raffinati: non ostenteranno alcun lusso, e nessuna velleità di simulare ricchezza li costringe a far debiti esorbitanti. Le fatture astronomiche per tappeti, tende, mobili, argenteria, piatti e quant'altro, che le nostre giovani massaie spesso si trovano ad affrontare per metter su casa (e la cui sola previsione molte volte fa andare a monte un matrimonio) sono calamità sociali che il giapponese, buon per lui, non conosce affatto.
La casa giapponese appena descritta sembra semplice, ma la disposizione delle stanze è assai varia, quasi come quella delle nostre. Anche in Giappone esistono, come da noi, case popolari con stanze che si susseguono secondo una sequenza ben precisa; ma se si presta attenzione, si scoprirà non solo una grande varietà nelle piante , ma una varietà ugualmente grande nelle finiture ornamentali.
In quest'altra pianta i particolari sono indicati come nella pianta precedente. Al pianterreno ci sono sette locali, oltre a cucina, ingresso e stanza da bagno. La cucina e la stanza da bagno sono contrassegnate, come nella pianta precedente, da linee parallele distanziate, mentre le linee oblique indicano, come nell'altro caso, la stanza da bagno o i lavatoi.
La prima cosa che si nota all'interno di questa casa è lo squallore generale delle stanze, o meglio, il vuoto; ma un po' alla volta la sua attenzione viene attirata dalla perfetta armonia fra le pareti dai colori tenui e le rifiniture delle opere in legno. I pannelli sistemati ordinatamente, con la carta decorata a bizzarri disegni tracciati con l'inchiostro a mano libera, o a motivi decorativi tradizionali, così tenui e vaghi che per comprenderne la natura bisogna dedicarvi un'attenzione particolare; i tatami comodi e puliti che coprono tutto il pavimento in modo uniforme; il legno naturale del soffitto e delle rifiniture strutturali della stanza, dappertutto a vista; le tradizionali nicchie con armadi a muro e mensole; l'architrave largo quanto la stanza e sormontato da grate o intagli minuziosamente lavorati: sono tutti elementi che lascerebbero su di lui impressioni indelebili del gusto squisito e della vera raffinatezza dei giapponesi.
All'interno di questa casa vi è un aroma particolarmente gradevole del legno con cui era costruita l'intelaiatura della casa impregnava l'aria delle stanze. Se uno straniero non apprezzasse la semplicità austera della casa giapponese e l'evidente povertà del suo arredamento, ma avesse buon gusto, sarebbe costretto ad ammettere che la scarsità di mobili e di tappeti gli risparmia il fastidio di certe spiacevoli sensazioni suscitate dalla mancanza di armonia.
In questa pianta si possono ricavare le dimensioni delle stanze dal numero di tatami in esse contenuti, tenendo presente che ciascuno misura circa tre piedi per sei. Si noterà che le stanze sono piccole, molto di più di quelle delle case americane della stessa categoria, anche se sembrano più spaziose per l'assenza di mobili. Le tre stanze che confinano con la veranda e che danno sul giardino si trasformano facilmente in una sola, e così si ottiene un salone lungo trentasei piedi e largo dodici, senza alcuna interruzione, salvo una piccola tramezza.
Nel modo di costruire si riconosce al meglio la qualità dell'arte costruttiva, e nella casa giapponese si vede questo principio portato alla perfezione. Il soffitto di assi, le travi poste negli angoli e al centro della parete, e i raccordi trasversali sono tutti completamente a vista. la tromba d'angolo che reggono il tetto hanno una funzione decorativa, poiché si slanciano possenti verso l'alto salendo del terreno sottostante. Una frangia di travetti inclinati innervata la superficie inferiore delle gronde ampiamente aggettanti, che a loro volta poggiano saldamente su un pilastro di legno grezzo che va da un capo all'altro della veranda come una trave maestra. Tutti gli arredi sono semplicemente incantevoli, e la casa è impareggiabile come il padiglione per gli interminabili mesi caldi dell'estate. Ma nei giorni invernali, piovosi, umidi e freddi, non è molto piacevole, almeno per uno straniero. I giapponesi non soffrono il freddo come noi e inoltre in casa indossano abiti molto più pesanti; e il poco riscaldamento artificiale di cui abbisognano è fornito da piccoli bracieri pieni di carbonella, vicino ai quali scaldano il corpo mentre tengono caldi i piedi standovi accovacciati sopra come galline sulle uova. La loro insensibilità al freddo è dimostrata dal fatto che spesso in inverno, quando si ricevono ospiti, le stanze sono completamente spalancate sul giardino, che magari scintilla per una recente nevicata.
Fra le case dei nobili e quelle dei samurai c'è quasi la stessa differenza che corre fra queste ultime e le capanne dei contadini. Le differenze fra le rifiniture interne delle case delle prime due classi sono progettate in puro legno, in uno stile semplice e con estrema cura dei particolari; ma la casa semplice e con una estrema cura dei particolari; ma la casa del nobile si distingue per un ingresso più maestoso, stanze e corridoi più ampi, e perché ha certe stanze e certi corridoi distribuiti diversamente dalla casa normale.
La pianta della casa di un Daimyo, presenta qui sotto, ci proietta nel rigido cerimoniale con cui gli ospiti o gli invitati ufficiali venivano ricevuti dal Daimyo è indicato dalla singolare modifica apportata al pavimento di un gruppo di stanze, che infatti è rialzato alcuni pollici rispetto a quello del resto della casa e una forma una specie di pedana. Intorno a queste stanze gira un corridoio interno, detto irikawa, che confina con la veranda.
Per essere più chiari, diremo che la sala di ricevimento principale contiene delle salette da shoji: una di queste, detta gedan, ha il pavimento a livello degli altri della casa. L'altra saletta, detta jodan, ha il pavimento rialzato di tre o quattro pollici rispetto a quello del gedan, e completamente bordato da un'asse lucida che in un certo senso incornicia i tatami. Sulla parete del jodan più lontana dal gedan si trovano il tokonoma e il chigaidana. Quando si entra in questa stanza della veranda si passa per il solito shoji, poi si attraversa una zona coperta di tatami detta irikawa, larga un tatami o più; a questo punto ci si trova di fronte un'altra fila di pannelli scorrevoli, che si aprono sulle stanze appena descritte.
Il Daimyo, quando riceve le visite per gli auguri di capodanno o in altre occasioni importanti, siede con gran sussiego nel jodan; il primo segretario e i membri del seguito occupano l'irikawa, mentre il visitatore entra dal gedan e si inchina a Sua Eccellenza il Daimyo.
Nella stessa pianta si vedono altre stanze confinanti, kaminoma e tsuginoma, delimitate anch'esse da un irikawa, forse adibite agli stessi usi. In questa pianta, le linee parallele ravvicinate indicano le verande, le linee marcate indicano le tramezze fisse e i quadratini neri i montanti. Gli shoji e i fusuma sono rappresentati da linee sottili, che insieme a quelle marcate delimitano stanze, corridoi e via dicendo.
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