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L'ESPANSIONE DELLA SOCIETA' BORGHESE E INDUSTRIALE
Il termine borghesia ha un significato ben preciso, che ci viene spiegato da Karl Marx e da Friedrich Engels. Questi sostengono che esso sia uno strato sociale che si caratterizza essenzialmente per la sua tendenza a forzare le inerzie e a spezzare le barriere geografiche e mentali del modello sociale in cui vive. Nel Medioevo il "borghese" abbandona le camne e fonda le città; nei secoli seguenti apre le porte del mondo all'Europa, con le esplorazioni e l'espansione dei traffici; nel 700, come Terzo stato accende la rivoluzione politica in Francia, mentre come ceto di imprenditori, a partire dall'Inghilterra, avvia il moderno sistema industriale.
1. La società di mercato
Mercato: un significato nuovo
Nel 800 la parola mercato acquisisce un nuovo significato. Fino a quel momento essa rappresentava esclusivamente la piazza in cui venivano scambiati quotidianamente i generi di prima necessità, mentre ora cominciò ad intendersi come l'insieme della produzione e l'intero volume degli scambi e delle transazioni economiche che ne derivano.
Dalla piazza del paese al mondo intero
Da questo nuovo concetto di mercato nasce una nuova scienza, l'economia politica, i cui fondatori sono Adam Smith e Ricardo. Questi infatti studiavano le leggi fondamentali che dovessero regolare la produzione e lo scambio, e allo stesso tempo proponevano nuove tecniche per far si che il mercato funzionasse sempre al meglio.
Contro i vincoli del passato
L'espansione del mercato presupponeva lo smantellamento delle restrizioni e dei vincoli in campo economico caratteristici dell'antico regime.
La libera concorrenza
Bisognava dare la possibilità agli individui di avviare senza problemi una propria attività, in quanto saranno poi le leggi naturali a deciderne il successo o il fallimento. Inoltre era necessario eliminare tutti gli ostacoli che non permettevano il libero transito delle merci da un Paese all'altro.
Alla ricerca del profitto
Queste proposte si erano già diffuse in Inghilterra nel 700, e successivamente anche negli Stati Uniti dove diventarono subito realtà. Anche in Francia, subito dopo la rivoluzione, queste furono attuate e, in corrispondenza con l'eliminazione delle classi privilegiate, portarono enorme successo a tutti coloro che avevano capacità imprenditoriali
Mercato e borghesia
La crescita del mercato si affiancava all'ascesa della borghesia, tanto che il termine borghese, che fin lì significava semplicemente cittadino, ora sta ad indicare i proprietari di beni; e quei beni potevano consistere in terre, immobili, capitali, o anche capacità.
Inghilterra e continente
L'affermazione della borghesia e del mercato portarono, nell'Europa dell'800, l'avvio dell'industrializzazione, prendendo come esempio,quello inglese, tanto che i primi decenni vengono chiamati periodo dell'emulazione continentale.
La permanenza del primato inglese
Per molti anni l'Inghilterra fu sempre al vertice del sistema economico. Tanto che nel 1851 fece una grande mostra al Crystal Palace di Londra, in cui raccoglieva tutte le invenzioni industriale nate sul territorio inglese in quel periodo. Questa mostra portò fu motivo di orgoglio per l'Inghilterra, mentre per gli altri Paesi fu la dimostrazione della loro povertà industriale.
Carbone, ferro, cotone
Il successo inglese era dato dal fatto che da quest'isola si estraevano i due terzi della produzione mondiale di carbon fossile, ovvero il combustibile necessario per azionare le macchine a vapore, e il materiale utile per realizzare leghe metalliche. Venti anni dopo l'Inghilterra continuava ad essere la numero uno, producendo la metà della ghisa mondiale.
I Paesi emulatori: Francia, Belgio, Germania, Svizzera
Molti Paesi
cercarono di stare al passo con l'Inghilterra. Soprattutto quelli che avevano grandi
giacimenti di carbon fossile, come
Il mercato crea benessere
Dove l'industria era più progredita, la società si faceva più ricca e generosa per tutti, ciascuno poteva fruire di maggiori servizi e beni.
2. La crescita del sistema industriale
L'epoca della svolta: gli anni Cinquanta
L'epoca della svolta in cui ormai gran parte dell'Europa si era industrializzata era negli anni Cinquanta.
La coesistenza tra vecchio e nuovo
Tra il 1860 e il 1865 la vecchia industria dovettero cedere a quella nuova, basata sulle fabbriche e sulle macchine; in quanto l'abbassamento dei dazi doganali che aveva fino a quel momento protetto le produzioni tradizionali, provocarono la loro esposizione ad una concorrenza più elevata, difficile da sostenere.
La spinta verso il nuovo: le ferrovie
L'uso delle macchine a vapore per la locomozione e per il trasporto, era stato iniziato negli Stati Uniti nel 1807, con le prime navi a vapore. Successivamente questo si sviluppò anche in Inghilterra a partire dal 1812, e dopo le guerre napoleoniche, anche in buona parte dell'Europa. Ma la svolta si ha nel 1825, quando furono introdotte le ferrovie.
Ferrovie e mercato
La nascita delle ferrovie ridusse notevolmente i costi di trasporto, e quindi permise al mercato di espandersi in territori anche molto distanti. Allo stesso tempo, tutele attività che un tempo erano protette dalle distanze geografiche , furono costrette ad abbandonare il campo.
Metallurgia e meccanica
Inoltre le imprese ferroviarie, comportarono un'enorme crescita della domanda di ferro che diede un impulso decisivo a tutto il settore dell'industria metallurgica e meccanica.
Il grande capitale: le società per azioni
Per la costruzione di linee ferroviarie, però, un unico imprenditore anche se molto ricco, non bastava, e quindi si formarono le prime società di capitali, costituite da circa dieci detentori di capitali Queste a loro volta chiedevano aiuto alle banche, che per la prima volta iniziarono a svolgere la funzione che conservano ancora oggi: ovvero, raccolgono somme di denaro dei piccoli risparmiatori, per metterle a disposizione di operazioni economiche di larga scala e che non hanno una redditività immediata.
Grandi e piccoli capitalisti: banche e Borse
Quindi ora lo sviluppo del sistema industriale coinvolse non solo gli imprenditori, ma anche i piccoli risparmiatori. Stesa cosa accadde nella Borsa, dove anche coloro che possedevano piccole somme di denaro, iniziarono ad investire sulle società di capitali, che aumentavano sempre di più.
Il rischio di impresa: il fascino di un modello
Chiaramente gli imprenditori rappresentavano una porzione molto limitata della popolazione, ma il rischio era percepito da uno strato più ampio della società
Il ceto medio
Si trattava di uno strato che nel tempo rese il nome di "ceto medio". Questo era formato da persone che possedevano terre o immobili, da professionisti, i quali non svolgevano lavoro manuale, bensì aspiravano a godere pienamente dei benefici portati dall'espansione del mercato; inoltre erano radicati tanto in città, quanto in camna.
I valori borghesi
Il ceto medio costituiva anch'esso una parte ristretta della popolazione, ma ad esso ci si poteva accedere dimostrando le proprie capacità. Infatti questo era la dimostrazione che la società borghese godeva di un'aperta mobilità sociale. Se aristocratici ci si nasceva, secondo i principi dell'Europa dell'antico regime, borghesi ci si poteva diventare.
A est e a sud: la spinta si arresta
La società borghese,però, rimaneva in buona parte dell'Europa, più una tendenza che una realtà. Infatti come dice lo storico David Landes, più si procede nell'Europa dell'est, più questa società rappresenta un gruppo disprezzato dalla nobiltà e odiato dai contadini. Ciò accadeva anche a Sud, compresa buona parte della penisola italiana.
3. L'ambigua sopravvivenza delle forze del passato
Camna e aristocrazia
Accanto al mondo dell'industria, del mercato e della borghesia, continuava insomma a riprodursi e a risultare predominante quello della camna, dell'agricoltura e dell'aristocrazia.
Operai o contadini? Una azione europea
Nel
L'eredità del passato
Sebbene le sue
proprietà venissero sensibilmente decrescendo durante i decenni
intercorsi dall'inizio dell'800 agli anni 70, i nobili rimanevano il gruppo
dominante del mondo agrario. Nel
Una restaurazione dell'antico regime?
Dopo l'età napoleonica, molti di coloro che ricoprivano le più alte cariche negli Stati europei, erano spesso di origine nobile, quindi sembrava che ci si trovasse in una vera e propria restaurazione dell'antico regime. Ma questa tendenza iniziò a cessare agli inizi degli anni 30 e a diminuire notevolmente negli anni 50.
Il prestigio dei sangue blu
Tuttavia il prestigio degli aristocratici, ovvero di coloro che nelle vene avevano il cosiddetto"sangue blu", restò altissimo, in quanto molti esponenti della borghesia industriale, adottarono uno stile di vita simile a quello degli aristocratici, richiedendo ai sovrani del proprio Paese, e ottenendo spesso un titolo nobiliare.
Il potere dell'antico regime
Quindi l'800 viene
definito da molti storici, un periodo di transizione tra l'antico regime e la
società borghese,tanto che uno storico, Mayer, scrisse nel
I caratteri nuovi dell'aristocrazia ottocentesca
L'aristocrazia ottocentesca non godeva più dei privilegi legali e delle prerogative, che invece durante l'antico regime, avevano fatto della nobiltà un corpo separato dal resto della società
Terra e profitto: l'agricoltura come industria
La grande importanza che la società dell'800 continuava ad attribuire alla terra, non doveva essere visto come un sinonimo di arretratezza, di attaccamento al passato. Infatti spesso i ricavi che derivavano dalle proprietà fondiarie, erano maggiori rispetto agli investimenti industriali, creditizi e commerciali. In poche parole anche la camna produceva beni da immettere sul mercato.
Tramonto dell'aristocrazia
Fino agli anni 70 i maggiori patrimoni della società europea, continuarono a essere nelle mani dei nobili, ma quell'apparente forza dell'aristocrazia, rappresentava più il tardivo verificarsi di una situazione pregressa che la prova della sopravvivenza o addirittura di una rinascita dell'antico regime.
4. Conflitti nella società borghese
Contro la società borghese
In misura diversa tra i diversi Paesi, la società andava sempre più a caratterizzarsi come società borghese e di mercato, in quanto le persone erano più interessate agli andamenti dei titoli di borsa e al fumo delle locomotive, piuttosto che ai titoli nobiliari. Ma la borghesia non doveva affrontare solo l'aristocrazia, bensì anche la classe operaia, che mostrava una crescente insofferenza nei confronti delle regole dettate dal sistema della fabbrica.
Lo "scuotimento" delle condizioni sociali
Fino a metà dell'800 la classe borghese era stata definita come una classe rivoluzionaria, in quanto aveva portato tanti progressi che non si avevano mai avuto nelle ere precedenti. Il progresso materiale si era accomnato anche dall'incessante scuotimento delle condizioni sociali, che fanno differenziare l'epoca borghese da tutte quelle precedenti.
Una nuova classe sociale: il proletariato industriale
Lo sviluppo dell'industria porta alla nascita di un nuovo strato sociale, ovvero il proletariato industriale. È così che gli operai cominciarono a formare delle coalizioni contro i borghesi per difendere il loro salario; e la lotta iniziò a diventare sommossa.
Il conflitto tra borghesi e operai
Quindi secondo i due fondatori del movimento comunista, Marx e Engels, la sommossa sarebbe diventata rivoluzione, abbattimento della borghesia e del suo dominio sociale, così recente eppure già così in crisi.
Nascita del movimento socialista
Quindi nella nuova Europa che stava nascendo, vi erano persone completamente contrarie alle novità, che appunto proponevano soluzioni opposte ai nuovi principi. Al culto dell'individuo e della proprietà privata, quello della collettività e della proprietà socializzata; alla forza del capitale, quella del lavoro salariato; alla disuguaglianza delle fortune e dei redditi, il livellamento delle condizioni sociali. Di questi obiettivi si sarebbe fatto interprete a partire dagli anni 70, il movimento socialista.
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