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LIBERALISMO
Il Liberalismo è quella dottrina politica imperniata sulla difesa della sfera d'autonomia del singolo dall'invadenza delle istituzioni o di qualunque gruppo sociale prevaricante. Le prime battaglie liberali segnarono l'avvento della modernità, e furono dirette contro le barriere di censo del sistema feudale, contro la censura religiosa della libera espressione individuale, e contro i monopoli e le politiche mercantilistiche che sottomettevano l'economia e la libera iniziativa al rigido controllo dello stato. Tuttavia, a partire dalla metà dell'Ottocento, si è sviluppato anche un progetto liberale 'positivo' che ha invocato l'intervento dello stato allo scopo di tutelare le libertà e i diritti degli individui appartenenti ai gruppi sociali più svantaggiati.Oggi i difensori del vecchio modello liberale 'negativo' deplorano questa inversione di rotta, sostenendo che il liberalismo positivo non sarebbe altro che autoritarismo camuffato. D'altro canto, i difensori del liberalismo positivo sottolineano che Stato e Chiesa non sono più i principali nemici da combattere, giacché i mali sociali, ad esempio l'analfabetismo e la povertà, impediscono a milioni di individui l'esercizio di scelte etiche e politiche fondamentali.
Ripercorrendo un po' quelle che sono state le tappe evoluzionistiche del concetto di liberalismo individuiamo diverse tendenze d quella che è stato un unico movimento.
Il pensiero liberale affonda le proprie radici nell'Umanesimo, ossia in quel vasto movimento culturale che, nel XV secolo, spostò il centro dell'indagine filosofico-politica dalla considerazione dell'ordine divino del mondo alla riflessione sulla condizione e sulle concrete potenzialità dell'uomo entro una dimensione terrena e laica del vivere associato. In seguito, quando grazie all'invenzione della stampa una più vasta cerchia di lettori poté accedere ai classici dell'antichità, in Italia gli eredi dell'Umanesimo si dedicarono principalmente alla speculazione filosofica e scientifica, mentre in altri paesi europei, in particolare in quelli che divennero protestanti dopo la Riforma, l'Umanesimo si scagliò contro gli abusi della Chiesa cattolica per rivendicare i diritti della coscienza individuale.
Esempio
Il "vero " liberalismo trova le sue radici nella patria anglossassone infatti, durante la guerra civile inglese si sviluppò un vasto dibattito sull'estensione del suffragio, sulle funzioni del Parlamento e sulla libertà di coscienza. In quell'occasione fu pubblicata l'Areoitica, uno dei testi classici del pensiero liberale, in cui i diritti delle minoranze sono difesi in nome della libera circolazione delle idee. Anche il filosofo Thomas Hobbes, pur non essendo un liberale, aprì la via allo sviluppo delle idee di eguaglianza dei cittadini e di legittimazione terrena del potere politico; il contributo fondamentale venne però dall'opera di John Locke, teorico della sovranità popolare, della tolleranza e del diritto di resistenza ai poteri iniqui.
Entro la cultura anglosassone l'eredità di Locke fu poi raccolta dal filosofo politico Thomas Paine e da Thomas Jefferson, confluendo nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America, mentre in Francia fu Montesquieu a elaborare il modello politico liberale fondato sulla divisione dei poteri, che ancora oggi è alla base delle democrazie parlamentari dell'Occidente. Sul terreno della proanda e della battaglia culturale il più noto apologeta del liberalismo fu Voltaire, il filosofo dell'illuminismo che meglio seppe usare le armi dell'ironia e della critica filosofica per invocare l'abolizione della censura ed esaltare le virtù della tolleranza.
Il liberalismo britannico si sviluppò entro la scuola utilitarista e giunse a piena maturità nel 1859, che costituisce una delle più eloquenti difese dei diritti delle minoranze dissenzienti e delle libertà individuali di pensiero e di azione.tuttavia questa forma di liberalismo andò pian piano deformandosi e proprio sulla questione del suffragio universale e della forma dello stato moderno i liberali si scontrarono con Jean-Jacques Rousseau e con gli ideali della Francia rivoluzionaria, assumendo tratti sempre più conservatori e cedendo il ruolo di forza progressista al nascente movimento socialista.
Fu però l'ottocento a essere il secol patria del moderno pensiero liberale. In particolare fece leva sulle teorie economiche di Adam Smith e David Ricardo per difendere la libera concorrenza e contrastare l'ingerenza dello stato nella gestione della proprietà privata e nella regolamentazione dell'orario lavorativo, prestando così il fianco alle critiche delle forze sindacali. La classe operaia iniziò a sospettare che la filosofia liberale proteggesse gli interessi dei più potenti gruppi economici, in particolare di quelli manifatturieri, e che incoraggiasse l'indifferenza e perfino la crudeltà verso i ceti meno abbienti. Pertanto, per un lungo periodo, il pensiero liberale non riuscì a incontrare i favori delle masse, restando appannaggio degli intellettuali e delle élite.
A partire dal secondo dopoguerra il liberalismo 'positivo', favorevole all'intervento dello stato in alcuni settori considerati vitali per il buon funzionamento deldemocrazia - Le elezioni - I gruppi parlamentari - Il governo - La Corte Costituzionale" class="text">la democrazia, ha incontrato in Occidente un consenso sempre più vasto. Molti pensatori hanno affermato che l'atteggiamento positivo è uno dei componenti essenziali dell'idea stessa di libertà. Altri, hanno sostenuto che il compito principale dello stato è proprio quello di intervenire in campo economico e sociale per agevolare l'autorealizzazione di ciascuno dei membri della comunità un indirizzo teorico venne invece detto 'libertarismo'.
Al di là delle metamorfosi subite dal liberalismo negli ultimi cinquant'anni, quasi tutti i liberali contemporanei ritengono comunque che l'obiettivo comune sia l'ampliamento dello spettro di opportunità offerte all'individuo per realizzare le proprie potenzialità e soddisfare le proprie istanze. Naturalmente il liberismo come qualsiasi altra dottrina deve essere visto secondo quelli che sono i suoi lati negativi e positivi. Certamente chi si trova in una posizione sociale affermata a cui la dottrina liberista garantisce solo vantaggi naturalmente non potrebbe che avere un opinione positiva, ed è qua che ritorna il principio secondo cui comunque il liberalismo è non può che trovare ampliamente consensi se non in quella fetta di società che per sua natura non necessita di particolari trattamenti sociali affinché venga garantito una minima vita dignitosa. Naturalmente ciascuno può e anzi deve avere la propria opinione ma il liberalismo, l'egoismo economico, è forse un qualcosa su cui molti dovrebbero soffermarsi un po' di più.
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