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L'Italia nell'immediato dopoguerra
Dal punto di vista economico l'Italia era in condizioni critiche. Il debito pubblico quadruplicò, il valore della lira si ridusse tanto. L'unica cosa che non aveva risentito della guerra era lo sviluppo industriale ( industrie siderurgiche, meccaniche ) questo perché la guerra necessitava di queste lavorazioni.
Le difficoltà economiche avevano portato tra le varie classi sociali dei disagi e anche delle lotte. Ci furono molti scioperi nelle fabbriche. Anche i ceti medi, rappresentati dai funzionari statali, impiegati pubblici soffrirono in quel periodo.
Oltre alle difficoltà economico ci furono difficoltà anche politiche in quanto si vennero fuori delle voci affermanti che l'Italia non ottenne i meritati benefici dal congresso di Versails per colpa dei loro rappresentanti. La vittoria di Fiume veniva definita mutilata. Questo periodo di confusione fu definito BIENNIO ROSSO.
Questo periodo ebbe come principale evento quello dell'occupazione delle fabbriche.
Vista il debole governo il principale esponete del partito dei fasci (Mussolini) che aveva ottenuto dalle recenti elezioni un notevole successo decise di organizzare l'occupazione della capitale con lo scopo di conquistare il potere. Il potere, una volta raggiunto la capitale gli fu consegnato dal re. Questo segnò la fine delle istituzioni liberali e democratiche.
Il regime che venne instaurato era il regime fascista era di tipo totalitario e corporativo cioè: corporativo perché tutti gli organismi che rappresentavano i diversi interessi dovevano essere divisi in corporazioni. E totalitario perché non ammetteva libertà completa di stampa non ammetteva gli altri partiti.
Il rapporto che aveva inizialmente il fascismo con la chiesa non era ottimo poi con i patti lateranezi le cose migliorarono. I patti l. consistevano in una conciliazione tra stato e guerra, e dicevano: la santa sede riconosceva la sovranità dello stato con Roma capitale e lo stato riconosceva la sovranità pontificia alla chiesa di Roma. Dicevano anche che lo stato doveva versare una somma in denaro alla chiesa.
Inizialmente lo staoto adottò una politica liberista (favorì le libere iniziative economiche). Dal punto di vista politico lo stato, volendo rappresentarsi come uno stato forte agli occhi delle potenze europee, decise di intraprendere una politica di espanzione. Che poi portò solo sprechi di vite e economici.
Anche in Germania si affermò un orientamento alle idee di destra; a capo di queste rivoluzione vi era Hitler che riuscì ad ottenere un enorme successo popolare, scrisse un libro in cui raccolse tutte le sue idee intitolato 'la mia lotta'
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