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L'Italia dal crollo del fascismo alla Repubblica
L'Italia in guerra
Come noi sappiamo la seconda guerra mondiale, scoppiò il 1° settembre 1939 ma l'Italia entrò in guerra solamente nel 1940.
Infatti in Italia una grande fetta della popolazione voleva evitare questo secondo conflitto mondiale perché ritenevano che l'Italia non sarebbe stata capace a reggere uno scontro armato prolungato.
Mussolini però riteneva che la Germania stava per porre fine alla guerra e quindi se gli italiani vi avrebbero partecipato, il bottino di guerra sarebbe stato spartito anche con l'Italia.
Così, il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra anche se la gente aveva capito che sarebbero morti in guerra molte persone.
Mussolini inviò perciò, un contingente militare in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna per condurre così una guerra parallela a quella tedesca poiché era completamente autonoma anche se aspirava agli stessi ideali militari della Germania.
Inoltre, Mussolini, per far vedere la 'finta' potenza italiana, decise di attaccare la Grecia partendo dall'Albania.
Non solo vinse la Grecia, ma essa riuscì a conquistare anche un terzo dell'Albania.
E ciò fu solo l'inizio poiché in seguito l'Italia perse anche tutte le sue colonie (esclusa la Libia), e la flotta navale, fu messa fuori combattimento dalla Gran Bretagna.
Così in seguito l'Italia divenne una specie di 'Stato satellite' della Germania poiché Mussolini si trovava in uno stato di soggezione ad Hitler poiché ogni guerra che conduceva doveva chiedere sempre l'aiuto del Fuhrer.
In questo modo l'Italia, con l'aiuto della Germania, conquistò la Iugoslavia e la Grecia.
Nel 1941 però, la stessa Italia, fu costretta dal Fuhrer a mandare un contingente militare alla Germania per fare una spedizione nell'U.R.S.S.
Mussolini perciò mando 130.000 militari in guerra mandandoli così a morire: morirono 110.000 italiani per assideramento; altri furono o catturati o dispersi.
In Italia così si stava diffondendo un grande malcontento poiché la popolazione aveva capito che i giovani erano mandati a morire al fronte e anche perché le speranze nella vittoria erano completamente sfumate.
La resistenza partigiana
Nell'Italia, dopo l'occupazione tedesca, cominciarono a nascere tra la popolazione uno spirito di rivoluzione: nacque la resistenza.
Nel meridione però, questo movimento rivoluzionario non esisteva per niente poiché era già libero grazie agli anglo-americani.
Al centro dell'Italia invece, la resistenza durò poco poiché nel 1944 fu subito occupato dagli alleati.
Ricordiamo comunque i martiri delle Fosse Ardeatine: un attentato partigiano, uccise 32 soldati tedeschi, e i nazisti per rappresaglia, uccisero 335 ostaggi romani (che erano inermi) lungo la via Ardeatina che si trova a Roma.
Al nord invece, la resistenza ebbe modo di svilupparsi poiché durò dal 1943 al 1945.
Qui i partigiani, conducevano due tipi di guerra: una guerra di liberazione contro i tedeschi, e una guerra civile contro i fascisti della Repubblica di Salò.
In Italia, erano nati diverse formazioni politiche della resistenza: le 'Garibaldi', la 'Giustizia e libertà', e infine le 'liberali'.
Queste formazioni politiche erano guidate dal Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.) che raggruppavano tutti i partiti antifascisti.
Tra le enormi stragi sulle file della resistenza, oltre alle Forze Ardeatine, ricordiamo quella di Marzabotto dove morirono 1000 persone innocenti.
Dalla monarchia alla repubblica
Nell'aprile del 1945 gli Anglo-americani fecero una dura offensiva contro i tedeschi rompendo la linea gotica.
Così gli alleati insieme ai partigiani cacciarono via dall'Italia i nazisti uccidendo anche i fascisti della Repubblica di Salò con lo stesso Mussolini.
Da quel momento il 25 aprile, fu festa nazionale.
L'amministrazione pubblica, fu concessa ai Comitati di Liberazione con i seguenti gruppi antifascisti: il partito comunista, il partito socialista, il partito d'azione, il partito democristiano e infine il partito liberale.
In seguito però queste formazioni antifasciste, si riunirono a Roma per formare un nuovo governo guidato da Ferruccio Parri, sostituito in seguito dal democristiano Alcide De Gasperi.
Nel maggio del 1946 il re fu sostituito dal lio Umberto II che in seguito andò in esilio in Portogallo poiché il 2 giugno nacque la Repubblica italiana che dura ancora oggi; il capo provvisorio fu Enrico De Nicola.
Infine furono istituite le elezioni per decidere i membri dell'Assemblea Costituente: ebbe la meglio la Democrazia Cristiana, seguita dal Partito Socialista e dal Partito Comunista.
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