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LO SCONTRO FRA ROMA E CARTAGINE
La potenza di Cartagine
Cartagine era la più importante fra le colonie fenicie. Fondata in un'ottima posizione sul golfo di Tunisi, era diventata presto una potenza economica. La ricchezza si basava soprattutto sul commercio di: materiali preziosi, prodotti e manufatti del Mediterraneo. Alla prosperità contribuiva anche l'agricoltura: le fertili pianure del suo territorio erano coltivate con cura secondo sistemi efficaci. Inoltre le popolazioni dell'interno versavano ogni anno pesanti tributi sui loro raccolti. Quando giunse allo scontro con Roma, controllava le coste di tutto il Mediterraneo e invano aveva tentato di strappare la parte orientale della Sicilia ai greci.
La società e la politica di Cartagine
A capo dello stato cartaginese erano due suféti, che erano eletti ogni anno e avevano poteri supremi. Però non guidavano l'esercito, che era affidato a generali di professione che potevano subire dure punizioni in caso di sconfitta. I suféti erano affiancati dal senato, che sceglieva i rappresentanti dell'aristocrazia cittadina, che promulgava le leggi, stabiliva la politica estera, stringeva le alleanze e decideva della guerra e della pace. L'assemblea dei cittadini era interpellata solo in caso di divergenze tra i suféti e il senato. Si trattava dunque di un governo oligarchico. L'esercito era la maggiore debolezza perché era composto da mercenari che non lottavano con lo spirito di salvaguardare la patria.
La prima guerra punica (264-
La crescente potenza di
Roma rese lo scontro con Cartagine inevitabile. La causa delle prima delle tre
guerre dette "puniche" fu l'appoggio dato da Roma a dei mercenari campani in
lotta contro Siracusa che si alleò con Cartagine. Roma allora
dichiarò guerra a Cartagine. I romani riuscirono a trasformare i combattimenti
navali in combattimenti terrestri, grazie all'invenzione del "corvo", una
passerella imperniata a prua della nave romana e con un poderoso unico uncino
di metallo, questo veniva calato sulla nave nemica. Inoltre le navi di
battaglia romane erano ,unite di rostri. A Milazzo nel
La fine della guerra e il dominio di Roma sull'Italia
Il tentativo di spostare
la guerra sul suolo africano finì male e il console Attilio Regolo fu
ucciso insieme a molti dei suoi soldati. Roma compì uno sforzo tremendo:
allestì una nuova flotta e al largo delle isole Egadi il console Lutazio
Càtulo concluse la prima guerra punica con una grande vittoria navale
sull'esercito nemico che era guidato da Amilcare Barca, il padre del grande
Annibale. Così
La nascita delle province
La provincia fu privata di
tutte le libertà. I siciliani si ritrovarono ad essere sudditi di Roma;
perciò dovettero versare tributi assai consistenti e cedere molte terre.
Dopo
La seconda guerra punica (219-
Comandava le truppe
cartaginesi Annibale che dedicò tutta la sua vita alla lotta contro
Roma. Annibale attaccò la città di Sagunto e l'espugnò.
Roma dovette allora dichiarare guerra a Cartagine. Annibale la sciò
Le difficoltà di Annibale
Annibale e i suoi erano
stanchi e provati dallo scontro; risalirono la penisola e si fermarono a Capua.
L'impresa di Annibale aveva due punti deboli. Cartagine non mandava con
continuità gli indispensabili aiuti e rinforzi. Inoltre la ribellione
delle popolazioni italiche non era avvenuta. Annibale si basava sul
comportamento di Cartagine che trattava malissimo i popoli conquistati, ma la
politica di Roma era contraria e gli alleati le restarono fedeli. Annibale
finì per diventare quasi prigioniero. Nel
La battaglia di Zama (
Intanto Roma aveva
riconquistato Siracusa, mentre un giovane generale, Publio Cornelio Scipione,
accumulava nuove vittorie in Sna. Eletto console nel
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