storia |
La preistoria
L'origine del mondo è narrata come un improvviso sorgere della vita nelle sue varie forme dalla notte, dal nulla. Questa concezione rimase più o meno invariata nel mondo occidentale fino all'800. Nel giro di pochi decenni le ricerche scientifiche aprirono prospettive sconvolgenti. Nel 1830 Lyell pubblicò un libro nel quale esponeva la sua teoria, secondo la quale i tempi della storia non si misurassero in migliaia, ma in centinaia di milioni di anni. Nel 1859 Darwin pubblicò "L'origine della specie", dove espose la teoria dell'evoluzione. Secondo questa teoria gli esseri viventi hanno tutti un'origine comune da cui si sono successivamente differenziate e distinte le diverse specie. Questa teoria fu aspramente attaccata, perché sconvolgeva dalle fondamenta la concezione tradizionale che assegnava all'uomo un posto a sé nell'universo. La zoologia ha accertato che l'uomo appartiene all'ordine dei primati, ma non è stato ancora chiarito il periodo in cui fece la sua sa sulla terra. La specie attuale (Homo sapiens sapiens), è il risultato di un complesso processo evolutivo durato milioni di anni, in cui si sono sviluppati i cosiddetti ominidi, che presentavano un numero sempre crescente di caratteristiche considerate tipiche dell'uomo. Innanzitutto la faccia piatta, l'andatura eretta, il pollice opponibile, il volume del cervello, ma anche la capacità di progettare e costruire strumenti e l'elaborazione di un sistema di simboli che permettono di comunicare. Le conoscenze che si ricavano dal ritrovamento di ossa e strumenti sono parziali: infatti, non si può datare con precisione il momento in cui l'uomo e e comincia la sua storia.
I resti che gli uomini preistorici ci hanno lasciato, ci permettono di formulare ipotesi sul loro modo di vivere e di pensare. Infatti un uomo, o un gruppo di uomini, lascia facilmente delle tracce, alcune che sono destinate a cancellarsi rapidamente, altre che invece si possono conservare perfettamente se vengono protette in qualche modo dall'intervento di altri uomini o animali. La maggior parte delle scoperte è dovuta al caso, ma l'interesse per questi resti preistorici risale alla seconda metà dell'800, quando geologia e biologia misero in discussione la teoria sulle origini dell'uomo fino ad allora comunemente accettata.
Per datare questi reperti storici esistono vari sistemi:
Uno di questi è il sistema stratigrafico, che permette soltanto di dire se un ritrovamento è più antico o più giovane di un altro, infatti, se un reperto si trova più in superficie dell'altro, è il più giovane dei due.
Un altro sistema è quello della misurazione del carbonio radioattivo; infatti, tutti gli esseri viventi, nel corso della loro vita, accumulano del carbonio radioattivo (C 14); con la morte quest'accumulazione si interrompe e inizia un processo di eliminazione della radioattività. Poiché si conosce la quantità di carbonio presente in ogni essere vivente, e si sa che ogni 5568 ne viene eliminata esattamente la metà, è sufficiente misurare la radioattività del corpo esaminato per capire quanto è vecchio. Questo è il sistema che permette di datare con la massima precisione l'età di un corpo.
Un altro sistema è quello della lavorazione della pietra, in base alla quale sono stati fissati due periodi: paleolitico (della pietra antica), e neolitico (della pietra nuova).
Il paleolitico è un periodo lunghissimo, che riguarda tutte le regioni della terra, ma si dispone di una quantità molto ridotta di documenti riguardanti tale periodo. Uno dei periodi più ricchi di informazioni è quello chiamato civiltà dell'età della renna. Gli uomini di questo periodo erano molto simili a noi (Homo sapiens sapiens) e utilizzavano strumenti molto più complessi dei primi ciottoli scheggiati. Inoltre, nella loro vita, oltre alle preoccupazioni per la sopravvivenza, c'era posto anche per l'arte, la bellezza, il culto. Questi uomini vivevano di caccia e di pesca; i resti di Mammut fanno pensare anche ad una forma di organizzazione che permetteva la caccia di tale animale. I pochi resti di abitazioni possono confermare l'ipotesi di gruppi umani formati da poche decine di uomini. Infatti, per non distruggere completamente i branchi di animali necessari alla loro sopravvivenza, i cacciatori dovevano limitarsi ad uccidere solo le bestie per sfamarsi. Quindi ciascuna comunità doveva perciò occupare una regione abbastanza vasta. Si può quindi concludere che la Terra, nel paleolitico, era abitata da pochissimi uomini. Parallelamente alla caccia e alla pesca doveva essere intensa l'attività della raccolta di bacche, funghi, germogli, utili a integrare sostanze essenziali alla dieta di carne.
La caccia non forniva solo cibo, ma anche pelli ed ossa, utili entrambi a costruire strumenti migliori per la caccia e per la pesca. Per cacciare si usavano arco, frecce, lance, trappole, coltelli; per la pesca si utilizzavano arponi, contenitori, bastoni da scavo. Per lavorare le pelli c'era bisogno di raschiatoi, lame, punteruoli, raspe, bulini. I principali materiali utilizzati erano quindi l'osso, la pelle, il legno, e la selce, che al contrario degli altri materiali, era reperibile solo in determinate zone. Col passare del tempo l'uomo imparò ad ottenere da una pietra non uno o due ciottoli appuntiti, ma con lo sviluppo della tecnica di scheggiatura, parecchie decine, e con diverse funzioni. Poche pietre in tal modo costituivano una riserva che poteva durare parecchio tempo: si poteva dunque cacciare e vivere anche in zone lontane dai giacimenti. Oltre a queste affermazioni di cui gli scienziati sono quasi sicuri, esistono domande alle quali forse non avremmo mai risposta, del tipo "cosa spingeva gli uomini a pitturare nelle caverne? Come avevano appreso tale tecnica?". Osservando ure di animali trafitti da lance si è pensato che esse servissero per celebrare riti propiziatori della caccia, e quindi si è arrivati alla conclusione che questi uomini si erano interrogati sul senso della vita e sull'esistenza di forme superiori e avevano elaborato delle risposte complesse.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta