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Il governo De Gasperi decise di rinunciare ad una riforma agraria generale e di avviare alcune leggi per aree limitate volte all'espropriazione dei terreni scarsamente produttivi da distribuire alle famiglie contadine. La legge sila, riguardante un'area della Calabria, la legge stralcio, relativa al Delta padano, alla Maremma toscana, ai bacini del Fucino e del Flumendosa e ad alcune zone della Campania e della Puglia, nonché la legge di riforma agraria emanata dalla Regione siciliana furono i provvedimenti di riforma agraria varati nel 1950 in quella direzione.
La Democrazia cristiana diede vita alla Confederazione dei coltivatori diretti che avrebbe dovuto difendere i piccoli e medi proprietari terrieri ed assumere il controllo degli enti di riforma, apparati pubblici destinati a gestire la concreta realizzazione dei provvedimenti di riforma agraria.
I risultati globali dei suddetti provvedimenti furono l'espropriazione di circa 760000 ettari di terre, di cui il 60% appartenenti al Mezzogiorno, suddivisi in lotti pari in media a 6-8 ettari e assegnati a 113000 famiglie contadine.
La scarsa consistenza dei lotti assegnati riuscì ad assicurare il mantenimento degli assegnatari soltanto nelle aree dove furono realizzate infrastrutture, opere irrigue e case coloniche da parte degli enti di riforma, come avvenne in Maremma , in Val Padana e in alcune zone costiere del Mezzogiorno, mentre in altre aree del sud, che non usufruirono di questo tipo di interventi, i risultati della riforma furono largamente inferiori alle aspettative.
In complesso, però, gli interventi legislativi nel Mezzogiorno contribuirono a dare una spinta al declino della proprietà assenteista, cancellando i residui degli antichi privilegi di carattere feudale.
Un ruolo di fondamentale importanza ebbero gli enti di riforma, i quali accentrarono tutte le scelte, togliendo ogni spazio all'autonomia degli assegnatari e impedendo qualsiasi forma associativa e, al tempo stesso, rendendo eccessivamente costose le operazioni di realizzazione della riforma.
Allo scopo di assecondare la formazione di un largo strato di piccola e media proprietà contadina fu varato un piano di intervento nell'Italia meridionale mediante l'istituzione della Cassa per Mezzogiorno nell'agosto del 1950 ed emanata, circa tre anni dopo, una legge per la costituzione di istituti speciali di credito agevolato.
Bibliografia: Storia dell'economia mondiale E. Assante, M. Colonna, G. Di
Taranto, G. Lo Giudice
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