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Riforma o Controriforma?
Il termine 'Controriforma' fu coniato nella seconda metà del 1700 dagli illuministi nella loro polemica contro tutte le chiese e in particolare contro la Chiesa cattolica.
Non è un termine oggettivo perché contiene una condanna:
chiamare quanto avvenuto nel concilio di trento 'Riforma Cattolica' significa riconoscere che la Chiesa abbia preso atto da parte di una necessità di rinnovamento,
parlare di 'Controriforma' significa parlare di una semplice reazione alla Riforma Protestante e nello stesso tempo legittimare la Riforma Protestante stessa.
Sicuramente nel quarto decennio del 1500 la Chiesa iniziò ad avvertire la gravità della situazione poiché si era sviluppato il luteranesimo in Germania, stava prendendo piede il calvinismo, la riforma anglicana aveva staccato l'Inghilterra dalla chiesa cattolica.
Bisognava correre ai ripari e porre mano a una riforma radicale della Chiesa, invocata da oltre un secolo in tutto il mondo.
Due fazioni nella chiesa
All'interno della Chiesa si svilupparono due correnti, due fazioni: il partito degli evangelici e il partito degli intransigenti.
Gli evangelici vedevano negli eretici dei fratelli separati che avevano accettato solo una parte della verità ed erano nell'errore solo perché avevano fatto valere le loro verità non nell'ambito della Chiesa ma fuori. L'obiettivo degli evangelici era rinnovare la vita religiosa per cercare di riportare all'interno della Chiesa la maggior parte degli eretici.
Gli intransigenti, invece, avevano come obiettivo, come fine assoluto la crociata contro l'eresia, e la riforma era principalmente un mezzo per raggiungere quell'obiettivo. Vedevano comunque il pericolo dell'eresia e consideravano gli evangelici come ancor più pericolosi perché gli eretici erano nemici esterni dichiarati mentre gli evangelici erano vissuti come nemici interni.
Nella discussione interna alla Chiesa, però, via via che le differenze tra protestantesimo e cattolicesimo si aggravavano, facevano perdere al partito evangelico speranze di successo.
Il Concilio di Trento (1545-l563)
La discussione si aprì nel Concilio di Trento, convocato da Paolo III nel 1545.
A capo del partito degli evangelici c'era il cardinale Reginal Pole, che alla morte di Paolo III rischiò di diventare papa mancando di un solo voto la maggioranza di due terzi che l'avrebbe portato al soglio pontificio.
Il paradosso fu che pochi anni dopo, con la vittoria degli intransigenti al concilio, rischiò di essere tacciato d'eresia.
Furono molte le decisioni destinate a rivoluzionare la Chiesa e a condizionare profondamente la cultura dell'Italia e dell'Europa per tutto il resto del 1500 e per il secolo successivo.
Decisioni dottrinarie
il valore delle opere oltre che della fede contro la tesi protestante della salvezza per la sua fede
l'importanza della tradizione contro la tesi del puro e semplice ritorno alla sacra scrittura,
il valore oggettivo dei sette sacramenti,
la consacrazione dei sacerdoti mediante un sacramento specifico,
il riconoscimento della vulgata ossia della versione latina della Bibbia come unica versione ufficiale della Bibbia.
Decisioni organizzative
impose l'obbligo del celibato ecclesiastico,
l'obbligo per tutti i vescovi e preti con responsabilità pastorale di risiedere nella circoscrizione affidata,
l'obbligo della visita pastorale per ogni vescovo di tutti i paesi della sua diocesi,
la rinuncia al cumulo dei benefici,
l'istituzione presso ogni diocesi di seminari per l'educazione e la preparazione del clero,
l'uso del latino come lingua universale della Chiesa.
Le decisioni organizzative, in particolare, furono uno sforzo enorme per contrastare e stroncare il malcostume diffuso e radicato nella Chiesa, tant'è che si produssero in atto solo per gradi e attraverso un grande impegno.
Questo successo bloccò l'espansione del protestantesimo e riuscì a recuperare alcuni paesi all'obbedienza romana.
Il concilio di Trento diede forza al Santo Uffizio, costituito già nel 1542 e composto da nove cardinali che doveva sovraintendere il tribunale dell'inquisizione che aveva il compito di indagare sull'eventuale eresia degli imputati.
Venne creata inoltre la Congregazione dell'indice, venne cioè pubblicato l'indice dei libri proibiti la cui lettura era vietata ai fedeli per ragioni morali o filosofiche.
I Gesuiti
La controffensiva cattolica impegnò l'intera Chiesa ma ebbe le sue massime espressioni nel Concilio di Trento e in un nuovo ordine religioso fondato nel 1540 da Ignazio di Loyola: i Gesuiti. Ignazio di Loyola fu un nobile snolo, dedito alla vita di militare, che scoprì la vocazione al sacerdozio.
Fuse assieme la disciplina militare alla cultura cattolica.
Egli sarebbe diventato un soldato di Cristo che si sarebbe dedicato alla diffusione del cattolicesimo tra gli infedeli.
Convinto che solo una profonda cultura potesse permettergli di attuare i suoi propositi, frequentando l'università di Parigi diventò il capo di un gruppo di persone con le quali creò la cosiddetta 'comnia del Gesù', approvata da Paolo III; una milizia scelta al servizio della fede e del Papa.
La preparazione dei gesuiti si compie attraverso un severo tirocinio di esercizi spirituali, studi profani e sacri che dura più di 16 anni.
I gesuiti vengono poi ordinati sacerdoti e aggiungono ai voti di povertà, castità e obbedienza, un voto di obbedienza assoluta al Papa dal quale il loro ordine dipende senza la mediazione della gerarchia tradizionale.
I gesuiti hanno quindi autonomia da ogni potere. La comnia del Gesù è retta da un generale e gode di potere assoluto, fatta salva ovviamente la dipendenza dal pontefice.
Sono divisi in reparti militari ed esercitano su molti paesi un'influenza determinante.
L'organizzazione dei gesuiti è coerente con il loro modo di intendere la vita e la proanda religiosa. I I Gesuiti fanno valere un rigore etico profondo. Molto operosi e attivi, indifferenti ai beni di questa terra, si impegnano per conquistare le coscienze attraverso l'educazione.
Formano classi dirigenti per poter influire sulla società.
Si rapportano in maniera originale nei con il pensiero scientifico moderno.
Il loro atteggiamento nei confronti della cultura moderna non è un semplice tentativo di svuotare di contenuto le nuove scienze, ma è vissuto come impegno nell'assimilare al cattolicesimo quanto della nuova scienza potesse essere compatibile con la visione cattolica.
Per esempio rifiutarono i risultati che Galileo raggiunse raggiunto ma non il metodo di indagine scientifico.
Importante fu l'attività missionaria anche nel nuovo mondo e in Asia.
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