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Le strutture sociali dell'Antico regime
IL concetto di Antico regime :
Nel periodo 1650-l670 vennero stabilizzandosi le gerarchie sociali,i sistemi di valori, i modelli istituzionali che erano maturati nel corso della prima rtà moderna.Per indicare il modello di società dominante in Europa viene utilizzata l' Espressione Antico Regime.
Le gerarchie sociali non erano definite dalla ricchezza e dalla posizione economica,quanto dal prestigio,dalla dignità e dalle prerogative riconosciuti ai diversi gruppi sociali.
L'Antico regime non era una società di classi ma di ordini(concetto di tipo giuridico);l'appartenenza ad un ordine garantiva all'individuo particolari privilegi,per es quelli di non are determinate imposte etc..La struttura per ordini organizzava anche le forme della rappresentanza politica ,giacché ciascun ordine dava vita a istituzioni icaricate di rappresentarne gli interessi presso il monarca,che incarnava il potere centrale.
Il modello fondamentale prevedeva 3 ordini : la nobiltà,il clero e il 3 stato che riuniva borghesi e contadini;il prestigio e il privilegio si concentravano nei primi 2 ordini.
Il privilegio caratterizzava tutta la società dell'Antico regime:anche città,province,regioni,categorie professionali potevano godere di privilegi,però non vigeva il principio dell'uguaglianza giuridica.
Comunità e individui :
La società dell'A.r era fondata sulla comunità;l'individuo erariconosciuto non in quanto tale,ma in quanto membro di un'ordine.Il concetto di libertà era allora un attributo dell'ordine o delle diverse comunità ,ciascuna delle quali godeva di determinate libertà garantite da sectiune ,statuti,consuetudini.Una prima conseguenza di questo assetto sociale era l'estrema complessità del sistema giuridico;vi era una pluralità di giurisdizioni,cioè fonti del diritto e istanze di esercizo della giustizia.
Gerarchie e staticità sociale :
Nell' A.r l'appartenenza ad un ordine tendeva a tramandarsi nelle generazioni e la nascita definiva già all'inizio il posto che l'individuo avrebbe occupato nella società.
Il clero:
c'è una distinzione fra clero regolare(gli ordini monastici dotati di una regola di vita) e secolare e diocesano.Il primo era costituito da ordini religiosi sovente caratterizzati da grande forza economica e culturale.L'altro clero comprendente i vertici delle gerarchie ecclesiastiche ,costituiva un' èlite ,dotata di cultura raffinata e notevole forza politica,cui aspettavano i più lucrosi benefici.Il basso clero reclutato per lo più tra la popolazione contadina e piccolo borghese,la preparazione culturale di questo clero scendeva a livelli spesso infimi nelle camne.
Il clero 700esco aveva una presenza vasta e capillare,deteneva il monopolio pressoché totale dell'istruzione e della pubblica assistenza,il parroco costituiva una ura fondamentale di riferimento.Il clero godeva di particolari immunità quella personale per cui il sacerdote veniva giudicato da un tribunale ecclesiastico,l'immunità locale che sottraeva i luoghi considerati sacri all'autorità della polizia o delle magistrature dello stato,l'immunità reale che esentava i beni della chiesa dal amento delle imposte.inoltre i beni di enti ecclesiastici erano soggetti al vincolo della manomorta che ne impediva la divisione e la vendita.
La nobiltà
<se esistono razze tra gli animali,ne esistono anche fra gli uomini:per questa ragione coloro che sono superiori debbono guidare gli altri,sposarsi tra loro e riprodurre una razza pura.questa è la nobiltà>così il Duca di Baden teorizzava il primato della nobiltà.Non tutta l'aristocrazia rappresentava se stessa e giustificava il proprio potere così ingenuamente:altri preferivano sottolineare il valore dei servizi resi dai nobili alla collettività e allo stato(nella guerra,giustizia e pubblica amministrazione) o esaltavano il ruolo dell'aristocrazia come baluardo nei confronti dell'assolutismo sovrano;altri sostenevano che la nobiltà avrebbe dovuto modernizzarsi.
Nel definire il nobile,confluivano prerogative giuridiche e valori simbolici.No0bile era chi disponesse di un titolo che lo riconosceva tale;il titolo dava diritto a determinati privilegi,piccoli e grandi:da quello di portare la spada e di avere riservati posti speciali nelle cerimonie pubbliche e quelli di essere giudicati da tribunali di pari,di avere accesso esclusivo alle alte cariche dell'esercito e delle magistrature,di godere di particolari immunità fiscali.
Questo ceto sociale viveva una situazione di crisi;da un lato,l'emergere di nuove fonti di potere e di ricchezza,legate alle attività borghesi e del commercio e dell'industria;dall'altro,l'affermarsi dello stato moderno centralizzato e assolutista, che gli aveva sottratto sfere di potere e di autonomia.Ma la nobiltà era la classe dominante.
Le diverse nobiltà europee
Una importante differenziazione era quella fra nobiltà di sangue o di spada ,discendente da antichi legnacci feudali,e la più numero nobilta di toga,che aveva ottenuto il titolo acquistando una carica pubblica o compiendo servizi a favore del re.Fu questa la via che permise a moltiricchi borghesi di conquistare l'agognata nobilitazione.Nel 700 le 2 aristocrazie si erano ampiamente integrate ,pur mantenendo forti differenze reciproche.
Un ceto composito
Vi era una grande ,media e piccola nobiltà ;vi erano signori di straordinaria opulenza,ma anche blasonati di modesta fortuna o addirittura poveri, come i tanti hidalgos snoli immortalati da Cervantes nella ura di don Chisciotte .Il problema della plebe nobiliare nasceva dalla sproporzione fra stili di vita e mezzi reali e dal meccanismo che regolava le eredità,il meccanismo aveva effetti perversi,sia per l'economia perché sottraeva al mercato fìgrandi quantità di terra,sia per la nobiltà stessa:sovente il primogenito ereditava anche i debiti.
La terra ,base di ricchezza e potere
Dalla terra la nobiltà traeva la massima parte della propria ricchezza e il proprio prestigio.Nella proprietà signorile si realizzava l'intreccio fra sfruttamento economico e potere di comando sulle persone che costituiva il più forte carattere distintivo della nobiltà,sin dall'affermazione della signoria feudale.Il signore ricavava rendite sia dalle terre da lui coltivate per mezzo di affittuari o mezzadri sia dagli appezzamenti lavorati dai contadini,che erano tenuti a are un canone in denaro o in natura.egli deteneva inoltre il monopolio economico sull'uso di mulini frantoi forni torchi nonché il diritto di caccia.Aveva infine poteri giurisdizionali.
I due modelli di potere signorile:
I due tipi di potere nobiliare presenti nelle camne europee:Nella parte occidentale del continente erano per lo più ssi i due istituti fondamentali del sistema feudale ,la servitù della gleba e le prestazioni di lavoro obbligatorio(corvées) :i contadini erano giuridicamente liberi e le corvées si erano molto ridotte o erano state trasformate in tributi in denaro.Nell'Europa orientale servitù della gleba e corvées erano ancora la regola sia nelle proprietà nobiliari sia in quelle dello stato.Anche i poteri giurisdizionali del signore erano molto più estesi:mentre in occidente l'espansione della sovranità dello stato aveva ridotto la sfera della giurisdizione signorile all est il potere di comando del nibile era pressoché assoluto.
Signori e contadini:
All'est il contadino non poteva allontanarsi dal feudo,né cercare un lavoro migliore ,né sposarsi senza il permesso del padrone.All'ovest la libertà giuridica aveva ottenuto le forme più odiose dello sfruttamento feudale e fuori della riserva signorile il colono si era spesso trasformato in un piccolo proprietario di fatto,benchè giuridicamente le terre rimanessero intestate al signore.Si era anche creato uno strato più agiato di affittuari e mezzadri.Le condizioni di vita dei contadini erano miserabili:prima il signore con i suoi canini,poi la chiesa con le decime infine lo stato con le imposte.La tendenza al rialzo dei prezzi agricoli nel 700 indusse i proprietari a spremere ulteriormente i contadini per innalzare la rendita fondiaria.
Il termine borghesia indicava la condizione giuridica,con connessi privilegi di chi godeva della cittadinanza in una città.Racchiude diverse ure sociali e professionali come il banchiere, il mercantile,l'imprenditore o l'artigiano,il libero professionista ,il titolare di cariche pubbliche il funzionario dello stato o dell'amministrazione locale,molti erano anche o borghesi titolari di rendite fondarie.Nell'Europa orientale il ceto borghese aveva consistenza scarsa o nulla ,poiché la società era polarizzata fra l'aristocrazia feudale ,che godeva del monopolio della rendita fondiaria,e la sterminata massa di contadini e servi.
Contrastanti aspirazioni:
Questa borghesia costituiva un gruppo sociale in ascesa,strettamente coinvolto nello sviluppo della vita produttiva e culturale e interessato a una trasformazione profonda delle strutture economiche e sociali dell'A.r.
Povertà e marginalità nella società urbana:
l'incremento demografico e lo sviluppo economico portarono un aumento della popolazione urbana.Alla crescita delle grandi capitali si aggiunse il rapido sviluppo delle città legate ai commerci e all'industria.La città costituiva,per i poveri delle camne ,un occasione e una speranza,ed era quindi meta di consistenti flussi migratori:sopratutto nelle grandi città;la massa del popolo urbano viveva in una condizione di miseria.La mendicità e il vagabondaggio furono fenomeni sociali in vistosa crescita,gli stati e i governi cittadini:leggi che vietavano l'accattonaggio e l'espulsione dalle città dei vagabondi.S crearono case di lavoro dove i vagabondi venivano internati e costretti al lavoro coatto .
Lo scenario politico:monarchie e assolutismi
L'assolutismo:
La forma politica prevalente nell'A.r era l'assolutismo caratterizato dall'accentramento del potere nelle mani del sovrano
I limiti dell'assolutismo:
Il diritto,le teorie politiche e la realtà della vita sociale ponevano limiti all'assolutismo,vincolando il sovrano al rispetto di leggi per lo più non scritte ma immodificabili.Il limite più forte era rappresentato dalla variegata realtà giuridica dell' A.r che prevedeva corpi intermedi che difendevano privilegi e autonomie di ceti,professioni ,città.
Luigi XIV il re sole:
nel 1601 Luigi prese il potere.Gli obiettivi del sovrano furono il consolidamento dello stato e dell'istituto monarchico e rafforzamento del potere personale del re.La sua volontà è che chiunque sia nato suddito obbedisca senza discutere,la potenza sovrana si presenta cm un riflesso dell'onnipotenza divina;qualcosa di simile a ciò che il sole rappresenta nel mondo naturale :si spiega osì l'adozione da parte di L. dell'antico simbolo monarchico del sole.
L'accentramento del potere nelle mani del re:
L. volle concentrare nelle proprie mani ogni decisione,fino all'identificazione dello stato e del potere con la ura del re.
Il ritorno degli Intendenti
Tra i consiglieri di L. emerse Colbert:controllore generale delle finanze e come tale responsabile degli indirizzi della politica economica ,colbert si occupava in realtà di ogni aspetto della politica interna.Fu colbert ad attuare un'importante riforma dell'amminisrtazione dello stato,incentrata sulla reintroduzione degli intendenti,i compiti a loro affidati furono ispettivi:essi dovevano controllare per conto del re le ramificazioni locali dell'amministrazione punendo i funzionari infedeli o corrotti o segnalando a Parigi i casi più gravi.
Il centralismo amministrativo:
L'attivita ispettiva degli intendenti svolse un ruolo chiave nel rafforzamento della monarchia.Ne risultò nel complesso fortemente limitata la discrezionalità dei concessionari di cariche ereditarie i parlamenti locali e lo stesso parlamento d Parigi.Cominciò a delinearsi più nettamente rispetto al passato quel centralinismo politico e amministrativo che rappresenta ancora oggi un tratto peculiare del sistema istituzionale francese.
Versailles e la cultura del grand siècle
Anche l'obbligo di risiedere a corte rappresentò uno strumento di rafforzamento dell'istituto monarchico e di concentrazione del potere effettivo nelle mani del re.Per sccogliere adeguatamente la corte fu costruita la reggia di Versailles,era la massima espressione del mecenatismo di un re ben consapevole dell'importanza che il sostegno dato ad artisti scrittori e scienziati aveva termni di ritorno di immagine.Per iniziativa della monarchia e di Colbert furono fondate molte accademie.
Versailles rappresentò la cornice monumentale in cui quotidianamente si svolgeva una sorta di culto monarchico.In un ambiente lussuoso e raffinato,la vita di corte si svolgeva nel rispetto di una rigida etichetta e secondo un complicato cerimoniale.Più che il linguaggio o l'antichità della famiglia,erano la vicinanza al sovrano e il favore di questi a definire le gerarchie sociali all'inerno della corte di cui Versailles costituiva il centro.
L. e la grande nobilà:
Versailles divenne una sorta di gabbia dorata dove le grandi famiglie aristocratiche dovettero assistere all'idebolirsi del proprio radicamento nelle province di provenienza,base del potere nobiliare.L'aristocrazia Francese fu costretta a rinunciare alle sue prerogative politiche e fu spinta a integrarsi definitivamente nella vita dello stato monarchico.Ma la nobiltà conservò ancora il suo status sociale di ordine privilegiato
Gli obiettivi della politica religiosa di L.
L era convinto che la religione rappresentasse un importante fattore di omogeneità politica del paese:i principali obiettivi del sovrano furono 3:
-lo sradicamento del giansenismo-l'affermazione della supremazia regia sulla chiesa francese-l'estirpazione del calvinismo ugonotto.
La repressione del giansenismo
I gians. Traevano il nome dal teologo olandese Cornelio Giansenio,la religiosità dei gian. Puntava sul valore dell'interiorità,in particolare sul problema della giustificazione ,cioè sul ruolo della fede e delle buone opere nella salvezza.Nel 1713 la condanna contenuta nella bolla Unigenitus ,richiesta nn solo dai gesuiti ma dallo stesso L. provvide a distruggere il convento di port-royal(centro di irradiazione delle idee gianseniste) e disperdendo i gians.
Il principale ostacolo dell'uniformità religiosa in francia era rappresentato dalla presenza degli ugonotti e delle garanzie che erano state loro assicurate nell'editto di nnantes di Enrico IV.
L'editto di Fontainebleau:
La persecuzione dei calvinisti venne ufficializzata con l'editto di F. nel 1685 che revocava l'editto di Nantes.L'editto di F. stabiliva la chiusura delle scuole protestanti,l'obbligatorietà bel battesimo per i bambini e la demolizione degli edifici di culto;imponeva la conversione in ,massa degli ugonotti al cattolicesimo.La francia si trovo così privata delle loro competenze tecniche e professionali.
L'adesione della monarchia al cattolicesimo non impedì a luigi XIV di impegnarsi in un aspro conflitto giurisdizionale con il papa romano.La controversia era sorta nel 1673 quando L. estese a 59 diocesi che ne erano esenti la cosiddetta regalia,ossia il diritto di percepire le rendite diocesane in caso di vacanza della sede episcopale e fino alla nomina del nuovo vescovo. Questa rivendicazione era coerente con la tradizione del gallicanesimo ,dottrina che nn riconosceva al papa alcun potere temporale sul suolo francese.La controversia si protrasse per alcuni anni,l'assemblea del clero approvò la dichiarazione dei quattro articoli redatta da bossuet teorico dell'assolutismo monarchico.
Colbert e il mercantilismo:
La politica economica fu guidata da Colbert ,egli si sforzò di ridurre le importazioni di merci provenienti dall'estero:a questo scopo promosse iniziative nelle colonie per evitare l'acquisto all'estero di prodotti coloniali,si impegnò a sviluppare la produzione industriale nazionale.
Per rendere competitivi i prodotti Colbert pretese che tutti gli artigiani si iscrivessero alle corporazioni.Per incrementare lo sviluppo della marineria francese Colbert confermò la pesante tassa di 50 soldi a barile sui carichi delle navi straniere.
Il problema del bilancio e le misure fiscali
Colbert cercò di migliorare la raccolta fiscale attraverso il controllo degli intendenti e aumentando le imposte indirette,cercando di colpire l'evasione di coloro che si fingevano nobili e dunque fiscalmente esenti.Colbert fallì l'obiettivo del pareggio del bilancio statale.
La politica estera e militare di L.
Gli obiettivi della politica estera militare erano:-allargare i confini dello stato francese-imporre la propria supremazia agli altri re d'europa,facendo della francia la potenza egemone del continente-rafforzare la presenza francese in campo coloniale.Il comando dei reparti militari rimase nelle mani della nobilà,ma il re si riservò l'effettiva direzione delle forze armate,per iniziativa di colbert fu inoltre rafforzata la marina da guerra.
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