Lo spazio urbano e il tempo del mercante
Spazio e tempo
acquistano, col sopraggiungere della società comunale un significato ben
diverso dall'età feudale: declina l'egemonia della Chiesa e si diffonde
una cultura di tipo alternativo, quella laica. Il mercante, infatti, l'uomo
fulcro di questa nuova società, ha una visione molto aperta dello
spazio, è capace di organizzarlo secondo le proprie esigenze, si
relaziona con la natura in modo razionale, non teme più ciò che
non conosce (bestiari), ma è alla ricerca di nuovi luoghi con cui poter
commerciare. L'uomo, quindi, non è più passivo rispetto
all'organizzazione divina (Adalberone), ma modifica l'ambiente che lo circonda
e "impara a conoscerlo" (sviluppo della cartografia). Piazza, palazzo comunale
e cattedrale sono il simbolismo della nuova città dominata dalle tre
supremazie: quella economica, quella politica e quella religiosa. Per motivare
queste affermazioni, si possono citare alcuni frammenti dell'esposizione di
ina 99 del libro di testo: " . la crescita della popolazione impone alla
città di costruire nuove mura . .imponendo nuove leggi che disgregano
l'assetto del territorio feudale . lo spazio cittadino è ordinato in
funzione di tre poli . " . Anche il tempo, come già avevo reso noto, perde
il suo valore spirituale e diviene, sempre più, uno strumento in
funzione dell'economia attraverso il legame con le ore* di lavoro e con il
prestito a interesse (usura).Quest'ultimo è condannato dalla dottrina
cristiana, poiché va contro il principio per cui "il tempo è dono di Dio
e non può essere venduto". Altro aspetto importante è il concetto
di "tempo della cronaca e della storia": nella città del XIII secolo
viene nominata la ura del notaio cronista, colui che annota in modo oggettivo
avvenimenti, date e nomi del periodo in cui vive. A mio parere, la
società sta rivendicando i secoli di oppressione spirituale e politica,
valorizzando i beni materiali e il denaro per uscire da tale subordinazione:
ciò che mi appare è un uomo (borghese) indipendente che vuole esprimere
se stesso, attraverso il commercio del proprio prodotto.