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L'origine delle dinastie moderne nell'Europa occidentale
La Borgogna di Carlo il Temerario
La sconfitta inglese nell'ultima fase della guerra dei cento anni era stata resa possibile anche dalla solenne riconciliazione fra Carlo VII di Francia e Filippo il Buono di Borgogna, avvenuta nel 1435.
In cambio del suo appoggio contro gli inglesi Filippo il Buono si era fatto riconoscere nuove acquisizioni territoriali e aveva potuto quindi lasciare al lio Carlo il Temerario (1467-77) un grande complesso politico ed economico. Per trasformarlo in una grande potenza statale occorreva superare i suoi due principali elementi di instabilità: il debole grado di unità amministrativa esistente fra le parti del dominio, acquisite in tempi e modi diversi dalla dinastia, e la discontinuità territoriale fra i Paesi Bassi a nord e i possessi borgognoni a sud. Obiettivi primari del quarto duca di Borgogna Carlo erano perciò l'eliminazione delle autonomie che le città dei Paesi Bassi erano riuscite a mantenere e la conquista del ducato di Lorena.
Per raggiungere il primo di questi scopi Carlo il Temerario si servì dell'arma del terrore sottomettendo nel 1468 la ribelle Liegi. Quanto alla Lorena, nel 1475 la guerra intrapresa dal duca di Borgogna sembrava prossima a concludersi con l'annessione del ducato.
La politica espansionistica di Carlo il Temerario era destinata a riaprire il conflitto fra la Borgogna e il regno di
Francia, anche nella forma di una rivalità personale fra Carlo e il re di Francia Luigi XI (1461-l483). Questa era cominciata nel 1465, quando Carlo, ancor prima di diventare duca, si era messo alla testa della rivolta della nobiltà feudale francese, che temeva di perdere i propri poteri tradizionali di fronte alla crescente potenza della monarchia. Luigi XI da quel momento in poi preferì evitare il conflitto diretto con Carlo il Temerario e cerco piuttosto di servirsi dell'arma della diplomazia per suscitargli quanti più nemici possibile.
La fine dell'avventura di Carlo si profilò allorché il duca scese in guerra contro i cantoni della confederazione svizzera (creata nel 1291 ed estesasi successivamente fino a includere Zurigo e Berna). Nel 1476 il duca di Borgogna fu sconfitto a Morat, mentre si stava dirigendo su Berna. Nel 1477 furono ancora gli svizzeri a sconfìggerlo nel corso dell'assedio della città lorenese di Nancy: fu qui che Carlo il Temerario trovò la morte. Liberatosi del rivale, Luigi XI fece valere i suoi diritti su tutti i territori che formalmente erano feudi del regno di Francia, annettendo la Borgogna e procedendo all'invasione delle Fiandre.
Un matrimonio politico, stipulato secondo la strategia che era stata in gran parte alla base delle fortune della dinastia borgognona, fermò l'azione francese: nel 1477 Maria di Borgogna, la lia di Carlo, aveva sposato il diciottenne Massimiliano d'Asburgo (l'erede del ducato d'Austria), portandogli in dote le Fiandre e tutti i Paesi Bassi. Allo stesso tempo, un altro possedimento borgognone, la Franca Contea, veniva rivendicato dagli Asburgo come antico feudo imperiale.
La guerra delle due rose e l'avvento dei Tudor
La fine vittoriosa della guerra dei cento anni si era così prolungata per la Francia fino alla dissoluzione del rivale ducato di Borgogna; per l'Inghilterra, invece, il dopoguerra fu un periodo di crisi dinastica e di violente guerre civili.
All'estinzione del ramo principale della dinastia reale, nel 1399, la corona inglese era passata al ramo collaterale dei Lancaster.
Nel 1453 il re Enrico VI Lancaster cominciò a dare segni di squilibrio mentale e attorno a questo re folle si ripeté un dramma molto simile a quello che aveva sconvolto la Francia nei primi decenni del secolo.
Enrico VI fu deposto da un altro ramo della famiglia reale, gli York, che come i Lancaster discendevano dai li cadetti del vecchio re Edoardo III. Fra le due fazioni cominciò allora una furibonda guerra civile, che fu detta in seguito 'guerra delle due rose', dalle rose rossa e bianca scelte come emblema dai Lancaster e dagli York. La nobiltà cavalleresca inglese, che era appena uscita dalla guerra del cento anni e aveva dovuto abbandonare i feudi e le rendite ottenute in terra di Francia portando con sé soltanto delusioni e rancori, si gettò con piglio barbarico e banditesco nella guerra civile, uscendone in gran pane sterminata.
La guerra si concluse nel 1485 con l'affermazione della nuova dinastia dei Tudor. Il re Enrico VII Tudor (1485-l509) raccolse un regno rovinato dalle distruzioni belliche ma anche liberato dall'opposizione della vecchia nobiltà feudale; egli potè allora procedere alla costruzione di un apparato statale in grado di reggere il passo con quello della Francia di Luigi XI. Stabilendo buoni rapporti con il Portogallo, i Paesi Bassi e la lega anseatica e inaugurando una politica di apertura nei confronti della nuova classe borghese (commercianti, finanzieri, navigatori) Enrico VII fu in grado di rafforzare le basi economiche e produttive dello stato e di reimmettere l'Inghilterra nei circuiti commerciali europei.
La penisola iberica nel XIV secolo era retta da tre dinastie principali: quella portoghese, quella di Castiglia e quella d'Aragona. Ancor prima della Francia e dell'Inghilterra la Castiglia aveva conosciuto un epoca di guerre civili tra fazioni nobiliari e di crisi dinastiche. Soprannominato 'il crudele' dai suoi nemici, il re Pietro (1350-69) dovette fronteggiare dal 1354 una grande rivolta nobiliare, alla testa della quale si pose poi il fratello bastardo Enrico di Trastamara. L'arrestarsi della guerra di riconquista contro il regno musulmano di Granada mise a disposizione delle due fazioni una gran quantità di cavalieri e piccoli nobili desiderosi di impieghi militari e di feudi. Mentre dalla vittoria di Enrico II (1369-79) usciva la dinastia dei Trastamara, dalla Castiglia Ì disordini si estesero anche ai due regni confinanti. La nobiltà feudale portoghese si sentiva attratta dalla Castiglia cavalleresca, ma a Lisbona esisteva anche una borghesia mercantile e imprenditoriale, creata dal ruolo che questa città aveva assunto all'interno della rete dì traffici fra il Mediterraneo e il mare del Nord dominati dai genovesi. Nel 1383-85 una vera rivoluzione antifeudale portò al potere la nuova dinastia di Giovanni I d'Avis, sotto la quale il Portogallo divenne in seguito una grande potenza marittima. Anche in Aragona il mutamento di dinastia avvenuto nel 1412 si accomnò a un periodo di conflitti interni. Il regno era composito, perché dalla parte della Catalogna e di Barcellona esso guardava alle Baleari e al commercio nel Mediterraneo (dove anche la Sardegna e la Sicilia erano possessi aragonesi), mentre dalla parte dell'Aragona, agricola e feudale, finiva per essere attratto dalla monarchia castigliana, da un ramo della quale era derivata la nuova dinastia aragonese. Solo il Portogallo uscì rapidamente dal periodo di crisi che coinvolse le monarchie iberiche fra il XIV e il XV secolo. Con Enrico IV (1454-74), ultimo del Trastamara e senza discendenti maschi, la Castiglia si stava invece avviando a una nuova crisi di successione. Due matrimoni politici posero allora il paese di fronte a un bivio: la lia di Enrico aveva sposato il re del Portogallo, mentre sua sorella Isabella era divenuta moglie dell'erede al trono aragonese, il futuro Ferdinando II. Fu questo secondo matrimonio, celebrato nel 1469, a segnare il futuro della Sna, preparando l'unificazione di Castiglia e Aragona.
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