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Prima guerra mondiale
-La guerra
nelle trincee:
Dal punto di vista tecnico la vera protagonista della prima guerra mondiale fu
la trincea, ossia la più semplice e primitiva tra le fortificazioni
difensive: un fossato scavato nel terreno per mettere i soldati al riparo dal
nemico. Concepiti all'inizio come rifugi provvisori per le truppe in attesa del
balzo decisivo, le trincee divennero la sede permanente dei reparti di prima
linea. In breve tutta la zone del fronte fu ricoperta da una fitta rete di
fossati disposti su due o più linee (la linea più avanzata si
trovava a volte a poche decine di metri da quella del nemico) e collegati fra
loro per mezzo di camminamenti. Con il passare del tempo le trincee furono
allargate, dotate di ripari, protette da reticolati di filo spinato e da
'nidi' di mitragliatrici, diventando sempre più difficilmente
espugnabili. La vita nelle trincee, monotona e rischiosa al tempo stesso,
logorava i combattenti nel morale oltre che nel fisico e li gettava in uno
stato di apatia e di torpore mentale. Soldati e ufficiali restavano in prima
linea senza ricevere il cambio anche per intere settimane; essi vivevano in
condizioni igieniche deplorevoli, senza potersi lavare, né cambiare.
Gli assalti, che iniziavano di regola nelle prime ore del mattino, erano
preceduti da un intenso tiro di artiglieria ("fuoco di preparazione") che in
teoria avrebbe dovuto scominare le difese avversarie, ma in pratica aveva
come risultato principale quello di eliminare ogni effetto di sorpresa. I
soldati che scattavano simultaneamente fuori dalle trincee e riuscivano a
superare il fuoco di sbarramento avversario finivano con l'accalcarsi nei pochi
varchi aperti dall'artiglieria nei reticolati, facilitando così il
compito ai tiratori nemici.
Pochi mesi di guerra nelle trincee furono sufficienti a far svanire
l'entusiasmo patriottico con cui molti combattenti avevano affrontato il
conflitto. Si diffuse così il fenomeno della renitenza e
dell'insubordinazione: mancati rientri dalle licenze, autolesionismo e
ribellioni collettive.
-La nuova tecnologia militare: Scoppiato al termine di un periodo di grandi progressi scientifici e di grande sviluppo economico, il primo conflitto mondiale si caratterizzò per l'applicazione intensiva e sistematica dei nuovi ritrovati della tecnologia alle esigenze della guerra. Artiglierie pesanti, fucili a ripetizione e mitragliatrici giocarono un ruolo decisivo nei combattimenti, ma non costituirono delle novità assolute. Del tutto nuova e sconvolgente fu invece l'introduzione di nuovi mezzi di offesa subdoli e micidiali come le armi chimiche, gas che venivano indirizzati verso le trincee nemiche provocando la morte per soffocamento di chi li respirava. Oltre a stimolare la produzione in grande serie di armi vecchie e nuove la guerra sollecitò notevolmente lo sviluppo di settori relativamente giovani, come quello automobilistico o che stavano muovendo i primi passi, come l'aeronautica e la radiofonia. Il perfezionamento delle telecomunicazioni, via radio o via filo, permise di coordinare i movimenti delle truppe su fronti vastissimi. L'impiego sempre più massiccio dei mezzi motorizzati consentì di far affluire rapidamente enormi masse di soldati dalle retrovie al fronte.
Si assistette anche all'esordio di un altro
protagonista delle guerre del '900: il carro armato. I primi mezzi
corazzati, le autoblindo (ossia autocarri ricoperti da piastre d'acciaio e
muniti di mitragliatrici), erano limitati nel loro impiego dal fatto di potersi
muovere solo su strada. Il passo successivo consistette nel sostituire le ruote
con i cingoli, che già venivano impiegati sulle macchine agricole e
permettevano ai veicoli di attraversare qualsiasi terreno e di essere usati per
attaccare e scavalcare le trincee nemiche.
Fra le nuove macchine belliche sperimentate in questi anni, una solo
influì in modo significativo sul corso della guerra: il sottomarino.
Furono soprattutto i tedeschi a intuire le possibilità del nuovo mezzo e
a servirsene sia per attaccare le navi da guerra nemiche, sia per affondare
senza preavviso le navi mercantili, anche di paesi neutrali, che portavano
rifornimenti verso i porti dell' Intesa.
-La guerra in Italia: tattica dell'infiltrazione, sconfitta di Caporetto Il 1917 per l'Italia fu sicuramente l'anno più difficile della guerra. Fra maggio e settembre il generale Cadorna ordinò una nuova serie di offensive sull'Isonzo, con risultati modesti e costi umani ancora più pesanti che in passato; tra i soldati, inoltre, le manifestazioni di protesta e i gesti di insubordinazione si fecero più frequenti. Fu in questa situazione che i comandi austro-tedeschi decisero di profittare della disponibilità di truppe proveniente dal fronte russo per infliggere un colpo decisivo all'Italia. Il 24 ottobre 1917 un'armata austriaca rinforzata da sette divisioni tedesche attaccò le linee italiane sull'alto Isonzo e le sfondò nei pressi di Caporetto. Gli attacchi avanzarono in profondità in Friuli, mettendo in atto per la prima volta la nuova tattica dell'infiltrazione, che consisteva nel penetrare il più rapidamente possibile in territorio nemico senza preoccuparsi di consolidare le posizioni raggiunte, ma sfruttando invece la sorpresa per mettere in crisi lo schieramento avversario. La manovra fu così efficace e inattesa che buona parte delle truppe italiane, per evitare di essere accerchiate, dovettero abbandonare precipitosamente le posizioni che tenevano dall'inizio della guerra. Alcuni reparti riuscirono a ripiegare ordinatamente, altri si disgregarono: 400.000 sbandati rifluirono verso il Veneto mescolandosi alle colonne di profughi civili e dando alla ritirata l'aspetto di un'autentica rotta.
-La guerra
lampo:
L'esercito tedesco, ricostruito da Hitler dopo essere salito al potere, era uno
dei più forti d'Europa al momento dello scoppio della seconda guerra
mondiale. La sua forza consisteva soprattutto nelle velocissime truppe
motorizzate, nell'aviazione e nelle divisioni corazzate, dotate di potenti
carri armati. Con questi strumenti Hitler cercò di realizzare una guerra
lampo caratterizzata da rapidi spostamenti di truppe, per affrontare e scongere
gli eserciti nemici prima che potessero organizzarsi e unire le forze contro la
Germania. Con la conquista della Polonia fu applicato per la prima volta questo
nuovo metodo di guerra basato sull'uso congiunto dell' aviazione e delle forze
corazzate, affidando a queste ultime il peso principale dell'attacco. L'impiego
su vasta scala dei carri armati e delle autoblindo e il loro raggruppamento in
speciali reparti "meccanizzati" rendevano di nuovo possibile la guerra di
movimento e consentivano, in caso di successo, di impadronirsi in pochi giorni
di territori molto vasti, tagliando fuori gli eserciti nemici dalle loro fonti
di rifornimento.
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