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Contaminazione dell'aria per immissione di sostanze gassose, liquide o solide che ne alterano la naturale composizione. Queste sostanze risultano spesso nocive per la salute e il benessere degli esseri viventi, corrodono i materiali da costruzione, riducono la visibilità e in alcuni casi sono sgradevoli all'olfatto. Tra gli inquinanti atmosferici emessi da fonti naturali solo uno (il radon) è stato riconosciuto come altamente dannoso per l'uomo.
Molte sostanze inquinanti provengono da fonti direttamente identificabili: l'anidride solforosa, ad esempio, è emessa dalle centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili, come carbone o gasolio. Altre sostanze si formano per azione della luce solare su sostanze reattive dette precursori. Ad esempio l'ozono, un pericoloso componente dello smog, viene prodotto dall'interazione di idrocarburi e ossidi di azoto sotto l'influenza della luce solare. La presenza di questo gas negli strati più bassi dell'atmosfera è fortemente nociva per l'uomo e può causare gravi danni alle colture; negli strati alti dell'atmosfera, invece, lo stesso gas forma un sottile schermo che filtra i raggi ultravioletti del Sole. Negli anni Ottanta si è scoperto che alcuni gas rilasciati nell'atmosfera erano responsabili del progressivo assottigliamento della fascia di ozono; per questo motivo nei paesi industrializzati si sono adottate misure per ridurre gradualmente la produzione di questi gas.
In genere le sostanze inquinanti si diluiscono nell'atmosfera.
Normalmente, salendo in quota a partire dal livello del mare la temperatura diminuisce. Tuttavia, quando uno strato di aria fredda si incunea al di sotto di uno strato di aria calda viene ostacolata la dispersione delle sostanze inquinanti, la cui concentrazione, in condizioni di prolungati periodi di alta pressione stazionaria associata all'assenza di venti, può aumentare fino a livelli pericolosi per la salute.
Nelle aree fortemente industrializzate o urbanizzate a volte bastano tre soli giorni consecutivi di alta pressione stazionaria per far salire la concentrazione delle sostanze nocive oltre la soglia di allarme. Gli effetti prodotti dall'esposizione prolungata a piccole dosi di sostanze inquinanti non sono ancora del tutto conosciuti; tuttavia, è stato ormai accertato che i soggetti più sensibili all'inquinamento atmosferico sono i bambini, gli anziani, i fumatori, tutti coloro che nel proprio lavoro entrano in contatto con sostanze tossiche e gli individui che soffrono di disturbi cardiaci o respiratori. L'inquinamento atmosferico produce, inoltre, danni alle colture e agli animali d'allevamento.
Le minuscole particelle inquinanti sospese nell'aria riducono spesso la visibilità e, associate al vapore acqueo e alle polveri presenti nell'aria, producono una nebbia densa e scura, il cosiddetto smog. Spesso emanano, inoltre, odori sgradevoli che si diffondono nell'aria su vaste aree.
Gran parte dell'inquinamento atmosferico è causata dall'uso dei combustibili fossili (carbone e petrolio) e dei loro derivati. Le principali fonti di inquinamento sono: gli ossidi di zolfo, gli ossidi di azoto e il 40% delle polveri immessi nell'atmosfera sul territorio italiano vengono rilasciati da impianti di combustione alimentati con combustibili fossili (centrali elettriche, caldaie industriali e impianti di riscaldamento); invece il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto e degli idrocarburi rilasciati nell'atmosfera vengono prodotti da autoveicoli alimentati a benzina o a gasolio. Responsabili di una buona parte dell'inquinamento atmosferico sono anche i fumi e i vapori liberati dalle acciaierie, dagli impianti metallurgici, dalle fonderie (soprattutto quelle in cui vengono lavorati zinco, piombo e rame), dagli inceneritori di rifiuti, dalle raffinerie di petrolio, dai cementifici e dagli impianti per la produzione di acido nitrico e solforico.
I fattori inquinanti possono essere già presenti nei materiali utilizzati in un determinato processo di trasformazione chimica o di combustione o venire prodotti nel corso del processo stesso.
La funzione delle ciminiere installate presso i grandi impianti industriali non è quella di rimuovere gli inquinanti contenuti nei fumi, bensì, semplicemente, quella di portare tali sostanze a una certa distanza dal suolo, in modo tale da consentirne una maggiore dispersione nell'aria e ridurne quindi la concentrazione locale. Gli inquinanti così rilasciati possono, tuttavia, essere trasportati dai venti anche a grandi distanze e produrre effetti nocivi in aree molto lontane dalla fonte di emissione. Gli ossidi di zolfo e di azoto rilasciati in Gran Bretagna sono, ad esempio, responsabili della formazione delle piogge acide che ricadono sulla Norvegia e sulla Sa, dove hanno sterminato intere popolazioni di pesci. Anche la corrosione di molti monumenti e delle facciate degli edifici è provocata dalle piogge acide, o meglio dall'acido solforico in esse contenuto, che trasforma il calcare della pietra da costruzione in gesso
Di pari passo con il crescente uso di combustibili fossili, a partire dalla fine degli anni Quaranta, è aumentata nell'atmosfera anche la concentrazione dell'anidride carbonica. Come il vetro che costituisce le pareti di una serra, l'anidride carbonica consente all'energia solare di attraversare l'atmosfera, ma trattiene le radiazioni infrarosse riflesse dalla Terra. Di conseguenza anche il fenomeno noto come effetto serra si è intensificato e in un futuro non lontano potrebbe portare a un riscaldamento globale, tale da provocare il parziale scioglimento delle calotte glaciali dei poli, con effetti incalcolabili sull'equilibrio ecologico del pianeta. Tuttavia, numerosi rapporti prodotti dalla comunità scientifica negli anni Ottanta ribadiscono che l'effetto serra è una drammatica realtà e invitano tutti i paesi del mondo a prendere provvedimenti immediati e ad agire a livello internazionale per trovare una soluzione efficace del problema.
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