varie |
Le tecnologie dell'informazione e
delle comunicazioni (TIC) * permettono
di accelerare il progresso tecnico, la modernizzazione e l'adattamento
strutturale dell'economia. Poiché le TIC incentivano in ampia misura la
competitività, l'Unione europea (UE) dovrà sfruttare appieno le possibilità
che esse offrono per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di
Lisbona * . Il ruolo delle TIC è quindi fondamentale in
tale processo. Con la presente comunicazione, |
Comunicazione della Commissione del 19 novembre 2004 al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle regioni: 'Le sfide per la società dell'informazione europea oltre il 2005' [COM(2004) 757 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].
La presente comunicazione raccomanda una maggiore diffusione delle TIC. Una più ampia adozione di tali tecnologie dipenderà dalla capacità dell'UE di risolvere i numerosi problemi connessi al loro utilizzo e di evidenziare maggiormente i vantaggi per gli utenti. Occorrerà inoltre fare in modo che ne benefici il maggior numero possibile di persone. In questa prospettiva, l'iniziativa eEurope lanciata dalla Commissione europea nel giugno 2000 si è rivelata molto positiva.
Contributo delle TIC agli obiettivi di Lisbona
L'UE è ancora lungi
dallo sfruttare tutte le possibilità offerte delle TIC per la realizzazione
degli obiettivi di Lisbona. Un uso più ampio di tali nuove tecnologie avrebbe
un influsso positivo sia sulla produttività e competitività europee che sulla
società in generale. Si tratta infatti di uno dei settori più innovativi e più
produttivi, che nel
Le politiche in materia di società dell'informazione
Dato l'enorme potenziale di crescita del settore è necessario attivare politiche specifiche e adeguare le politiche attuali ai nuovi sviluppi. È necessario collegare tra loro le diverse iniziative europee in materia di società dell'informazione, rimuovendo i confini settoriali e garantendo una diffusione omogenea delle TIC nella società.
A livello mondiale, il
mercato delle TIC si sta espandendo rapidamente, soprattutto in paesi come
Anche se l'UE e gli Stati membri già sostengono lo sforzo di ricerca delle imprese europee, i bisogni in materia di ricerca e sviluppo (R&S) in questo settore continuano ad aumentare. Parallelamente è sempre più urgente sviluppare la ricerca sull'impatto socioeconomico dell'applicazione delle TIC nei vari settori.
Sfide della futura politica della società dell'informazione dopo il 2005
I cambiamenti indotti
dall'attuazione delle TIC non sono solo di ordine tecnico: nascono nuove
strutture socioeconomiche e nuove forme di gestione degli affari pubblici che
comportano nuovi modi di comunicazione e interazione tra cittadini, imprese e
amministrazione. Al riguardo
il contenuto e i servizi: l'UE deve sostenere i fornitori di contenuti e favorire lo sviluppo di servizi innovativi. Occorre eliminare i vari ostacoli che rallentano lo sviluppo di nuovi servizi e contenuti per permettere a utenti e imprese di beneficiarne;
valorizzazione delle TIC da parte delle imprese: è ormai assodato che l'utilizzo efficace delle TIC da parte delle imprese rappresenta uno dei fattori determinanti della competitività europea, per cui è necessario che le imprese, in particolare le piccole e medie imprese, le utilizzino di più.
Nei prossimi anni
l'Unione europea dovrà superare vari scogli nel settore delle TIC: oltre ad
essere importante di per sé, si tratta infatti di un settore cruciale per la
crescita, per l'aumento di produttività e per il miglioramento dell'esercizio
della cittadinanza e della qualità della vita. L'adozione effettiva di nuovi
processi e modelli economici che permettono di sfruttare il potenziale delle
TIC resta una sfida aperta.
Anche se finora quasi tutti gli Stati membri hanno rilasciato licenze per le comunicazioni di terza generazione, la diffusione dei servizi mobili di terza generazione (UMTS o '3G') è più lenta del previsto e si trova di fronte ad una serie di difficoltà. La presente comunicazione offre una sintesi della situazione del settore e identifica le principali sfide da cogliere perché i servizi 3G svolgano appieno il loro ruolo per l'affermarsi di una società dell'informazione competitiva e dinamica. |
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni, dell'11 giugno 2002 - Verso una completa introduzione delle comunicazioni mobili di terza generazione [COM(2002) 301 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].
CONTESTO E OBIETTIVI
I servizi mobili di terza generazione (UMTS () o '3G') stanno diventando solo gradualmente una realtà commerciale in Europa. La loro diffusione - inizialmente prevista nel 2002 - è più lenta del previsto e le aspettative legate alla loro introduzione contrastano fortemente con le difficoltà cui il settore è confrontato.
La presente comunicazione fornisce un quadro d'insieme della situazione attuale delle comunicazioni mobili 3G e analizza i principali ostacoli finanziari, tecnici, commerciali e normativi che incontra la diffusione dei nuovi servizi 3G. Si passano rassegna anche le varie linee d'azione volte a sostenere il processo di diffusione di tali servizi per permettere all'Unione europea di rimanere all'avanguardia dei progressi tecnologici, come raccomanda il piano di azione eEurope 2005 .
Nel marzo 2002, il
Consiglio europeo di Barcellona ha riaffermato, nelle proprie conclusioni,
l'importanza della terza generazione delle comunicazioni mobili ai fini del
progresso della società dell'informazione in Europa ed ha esortato
FATTORI ALL'ORIGINE DEL RITARDO NELLA DIFFUSIONE DEI SERVIZI 3G
L'introduzione dei servizi 3G è il risultato di una complessa interazione tra vari soggetti: gli utenti, ma anche i produttori di sistemi elettrici, gli operatori e i fornitori di software e contenuti. Oltre alla sua inerente complessità, questo intreccio di interessi non si sviluppa in modo isolato ma dipende strettamente dalle tendenze generali dell'economia, della tecnologia e dei servizi, in considerazione dell'ampia gamma di attività derivanti dalla grande varietà di servizi che si prevede di offrire. Da questo punto di vista, l'introduzione dei servizi 3G risulta molto più complessa di quanto non lo sia stata l'introduzione delle comunicazioni mobili di seconda generazione (2G).
Contesto tecnologico
Sono state segnalate alcune difficoltà tecniche (cadute di linea, imperfezioni nel software del terminale, capacità insufficiente delle batterie) che vanno considerate difficoltà normali nel quadro dell'introduzione di nuovi prodotti caratterizzati da un alto livello di innovazione tecnologica.
Rispetto al 2001, sono stati realizzati progressi sostanziali con i terminali dove si è passati dalla fase di prototipi allo sviluppo dei primi modelli 3G pronti a essere commercializzati sul mercato europeo. Inoltre, molti fabbricanti hanno annunciato per il secondo semestre 2002 il lancio di terminali 3G a capacità bimodale ('dual-mode' - 2G + 3G). Questo tipo di terminale sarà essenziale per consumatore e la marca" class="text">il consumatore europeo abituato ad un ambiente di servizio 2G, anche perché la copertura 3G dovrebbe estendersi soltanto gradualmente.
L'Unione europea e
www.europa.eu.int
l ruolo della Commissione e degli altri organismi comunitari.
vigila sull'applicazione delle disposizioni del Trattato e del diritto derivato
formula raccomandazioni o pareri nei settori definiti dal Trattato ovvero quando lo ritiene necessario
dispone di un potere di decisione e partecipa alla formazione degli atti del Consiglio e del Parlamento; si tratta essenzialmente di un potere di iniziativa legislativa in quanto il processo legislativo ha inizio con la presentazione di una proposta da parte della Commissione
esercita le competenze che le sono conferite dal Consiglio per l'attuazione delle norme da esso stabilite; attraverso un proprio atto, il Consiglio può attribuire alla Commissione un potere normativo e ciò si verifica essenzialmente in settori molto tecnici.
L'Unione europea ha
dedicato particolare attenzione a questo tema per cui si può ormai parlare di
una Politica UE per
sviluppo di un contesto normativo e giuridico;
applicazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
monitoraggio ed analisi degli impatti societari, sociali e culturali della società dell'informazione;
promozione della società dell'informazione;
strategia internazionale per una società dell'informazione globale;
liberalizzazione del mercato internazionale delle telecomunicazioni nell'ambito del WTO.
Le azioni della Commissione europea per lo sviluppo della Società dell'informazione
Lo sviluppo della Società dell'informazione è da tempo una delle priorità dell'Ue. L'Unione europea ha costruito la propria azione di sviluppo della Società dell'informazione tenendo conto di alcuni principi generali contenuti nei trattati istitutivi e confermati in alcuni articoli del Trattato di Amsterdam del 1997, entrato in vigore il 1° maggio 1999.
Background
Nel Libro Bianco su Growth, competitiveness and employment: the challenges and courses for entering into the XXIst century' del 1983, il cosiddetto 'Rapporto Delors', si mettono in evidenza l'emergere della società dell'informazione e le profonde e irreversibili ripercussioni sociali ed economiche che il suo affermarsi comporta
A seguito di questa iniziativa, il Consiglio europeo del dicembre 1993 richiede la preparazione di un rapporto presentato poi nel giugno 1994 al Consiglio europeo di Corfù. Il Rapporto 'Europe and the Global Information Society' o 'Bangemann Report' individua una rivoluzione mondiale in atto, abile a quella industriale, basata sulle tecnologie dell'informazione e comunicazioni. In particolare, il Rapporto sottolinea come l'Europa sia già parte di questa rivoluzione ma critica l'approccio ancora troppo frammentario che potrebbe ridurre i benefici attesi
L'impegno dell'Unione europea per la società dell'informazione viene confermato con la Decisione del Consiglio del 30 marzo 1998, che adotta un programma comunitario pluriennale per incentivare la realizzazione della Società dell'informazione in Europa ('Società dell'informazione').
In occasione del vertice europeo di Helsinki del 10-l1 dicembre 1999, il Presidente della Commissione, Romano Prodi, presenta l'iniziativa 'eEurope - Una Società dell'informazione per tutti' con l'obiettivo di estendere a tutto il continente le opportunitè emergenti dalla società dell'informazione. Tra gli obiettivi: competitività delle imprese e delle infrastrutture territoriali, maggiore efficienza delle organizzazioni esistenti, scambio di conoscenze, potenziamento del sistema educativo, liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e incentivazione degli investimenti nelle tecnologie della comunicazione e dell'informazione, nuovi rapporti di cooperazione tra settore privato e servizio pubblico.
Dal Consiglio europeo di Lisbona a eEurope 2005
Un passo decisivo
nel processo d'integrazione dell'azione europea per lo sviluppo della società
dell'informazione è stato compiuto in occasione del Consiglio europeo
straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, nel corso del quale si è
ribadita la volontà di costruire politiche pubbliche comuni in favore della
crescita di una Società dell'informazione inclusiva e costruita
sull'innovazione. Il documento finale ha recepito molte delle indicazioni
contenute nel contributo italiano, soprattutto quelle relative alla necessità
di valorizzare le realtà territoriali e perfezionare la politica d'intervento
nelle aree disagiate. In seguito al vertice straordinario di Lisbona e in
considerazione dei Contributi dei singoli paesi,
Nel giugno 2000, il Summit di Feira raggiunge un accordo sul Piano di Azione europeo 'eEurope 2002. Una Società dell'informazione per tutti basato su tre principali obiettivi:
1. Accesso più economico, più rapido e più sicuro ad Internet
a) un accesso più rapido e più sicuro ad Internet: aumentare la competizione per ridurre i le tariffe di accesso e consentire la scelta dei consumatori.
b) accesso più rapido ad Internet per ricercatori e studenti: assicurare accesso veloce ad Internet per facilitare apprendimento e lavoro cooperativo.
c) reti sicure e sectiune intelligenti: facilitare l'istituzione di una infrastruttura europea per massimizzare i risultati ottenuti.
2. Investire nelle risorse umane e nella formazione
a) giovani d'Europa nell'era digitale: portare Internet e gli strumenti multimediali nelle scuole e adattare l'istruzione all'età digitale
b) lavorare nell'economia basata sulla conoscenza: sviluppare approcci innovativi per massimizzare la disponibilità di capitale di rischio per PMI high-tech
c) partecipazione di tutti all'economia basata sulla conoscenza: assicurare che la società dell'informazione tenga pieno conto delle esigenze degli individui con particolari necessità.
3. Promuovere l'utilizzo di Internet
a) accelerare il commercio elettronico: affrettare l'implementazione di un quadro legislativo appropriato e espandere l'uso dell'e-procurement.
b) amministrazioni on line - accesso elettronico ai servizi pubblici: assicurare che i cittadini abbiano un facile accesso alle informazioni e ai servizi del governo; mettere in rete il processi decisionali.
c) assistenza sanitaria on line: massimizzare l'uso delle reti e delle tecnologie intelligenti per il monitoraggio della sanità, per l'accesso all'informazione e per l'assistenza sanitaria.
d) contenuti europei digitali per reti globali: promuovere lo sviluppo di un mercato dei contenuti digitali europei
e) trasporti intelligenti: trasporto più efficiente e più sicuro attraverso l'uso delle tecnologie digitali.
Il 12 luglio 2000
Nel novembre 2000
eContent: Programma volto a stimolare lo sviluppo e l'uso di contenuti digitali europei su Internet e promuovere la diversità linguistica sui siti web europei (cfr. eEurope 3.bd).
eLearning: L'iniziativa e le azioni ad essa correlate all'interno del Programma Quadro di ricerca contribuiranno ad adeguare il sistema dell'istruzione alla 'nuova economia' (cfr. eEurope 2.abc).
sectiune intelligenti: A seguito degli incontri sulle sectiune intelligenti di Lisbona (aprile 2000) e di Atene (18-l9 settembre 2000) sono stati creati dodici gruppi di lavoro guidati dall'industria e incaricati di affrontare i vari obiettivi del settore (cfr. eEurope 1.c; 3.c).
Reti di ricerca: Attraverso il Progetto Géant verrà garantito il potenziamento fino a 10 Gigabit delle interconnessioni tra le reti di ricerca europee entro la fine del 2001 (cfr. eEurope 1.b)
I fondi regionali:
Creazione del nome di dominio .eu: L'ICANN ha accettato di delegare all'Ue la gestione del dominio .eu, che verrà istituito previo accordo con il Parlamento europeo e Consiglio.
Benchmarking: attraverso la riorientazione del Programma Promise verranno finanziate indagini e raccolti dati per attuare la valutazione ata dei risultati conseguiti attraverso l'attuazione del Piano eEurope. Il benchmarking è basato su alcuni indicatori approvati dall Consiglio del Mercato Interno (novembre 200O) cfr. 'Liste des indicateurs d'étalonnage pour le d'action eEurope '.
Nel marzo 2001
viene presentato al Consiglio europeo di Stoccolma
Analisi dell'impatto di eEurope sulla società basata sulla conoscenza, inclusa la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche nell'Unione - La diffusione delle tecnologie digitali progredisce.
a. La penetrazione di Internet tra l'utenza residenziale aumenta velocemente.
b. Il numero di utenti si moltiplica.
c. Non viene ancora sfruttato il pieno potenziale delle tecnologie digitali per quel che riguarda il miglioramento dell'efficienza. Gli utenti Internet che acquistano on line sono ancora inferiori al 5% e solo il 10% interagisce on line con il governo.
d.
Il rapido sviluppo delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione aumenta il rischio delle
disparità tra regioni in termini di accesso all'informazione e alla società
della conoscenza. Le nuove attività generate dalla società dell'informazione
tendono a concentrarsi in pochi centri urbani con il risultato di creare
concentrazioni di networks ad alte prestazioni che connettono le economie delle
regioni centrali europee. A tal fine
e. Durante il meeting di Strasburgo (novembre 2000) dei Ministri europei è stata adottata la risoluzione eGovernment ed è stato creato un gruppo di lavoro per considerare 1) l'impatto dell'e-government sulle strutture e i sistemi delle PA, 2) il potenziale che esso offre per una maggiore interazione con i cittadini e le imprese, 3) le opportunità per i servizi elettronici paneuropei. Un programma di lavoro sarà adottato entro la prima metà dell'anno 2001.
Azioni prioritarie. Iniziative concrete per favorire lo sviluppo in alcune aree chiave di eEurope.
1. Adozione di un nuovo quadro regolatorio per i servizi di comunicazione elettronica. Implementazione di infrastrutture veloci:
a. coordinazione tra gli Stati membri, a livello comunitario, europeo e mondiale, per l'allocazione delle frequenze e le condizioni di licenza per tali servizi;
b. cooperazione tra gli Stati membri per facilitare l'introduzione dei servizi di televisione digitale con capacità di rete e promozione dell'interoperabilità all'interno di un quadro di volontaria standardizzazione promossa dall'industria;
c. introduzione progressiva del Nuovo Protocollo Internet Versione 6 (IPv6) - che permette uno spazio illimitato di indirizzi.
2. eLearning ed eWorking
a. Formazione degli insegnanti.
b. Adattamento dei programmi scolastici per utilizzare al meglio il potenziale di Internet per l'istruzione e per metodi pedagogici innovativi.
c. Assicurare l'accesso a risorse multimediali di alta qualità attraverso la connessione ad alta velocità.
d. Stimolare la disponibilità di contenuto multimediale educativo di alta qualità
e. Sostenere la ricerca, attraverso il programma IST, nel settore delle tecnologie avanzate di e-learning, negli standards e la loro applicazione, per aiutare l'Europa a muoversi verso un'economia basata sulla conoscenza.
f. Affrontare la carenza di capitale umano nell'area delle tecnologie dell'informazione e della conoscenza attraverso misure che ne affrontino le cause strutturali, promuovano la riqualificazione professionale lungo l'arco dell'attività lavorativa, e sostengano una maggiore cooperazione tra i partners sociali, le istituzioni scolastiche e le parti interessate.
3. e-Commerce
a. Rapida implementazione della firma elettronica e delle Direttive sull'e-commerce per assicurare certezza legale per le aziende e i consumatori attraverso un quadro legislativo comunitario coerente.
b. La dimensione sovranazionale di Internet comporta una serie di aspetti importanti nel campo della giurisdizione e delle leggi applicabili a livello mondiale. Il rapido sviluppo di un sistema che permetta la risoluzione delle dispute in rete e un codice di condotta per l'e-commerce sia a livello comunitario che mondiale sono fondamentali per aumentare la fiducia dei consumatori e quindi il volume del commercio elettronico.
c. Promuovere il commercio elettronico tra le PMI. L'iniziativa 'go digital' si inserisce in questa finalità.
4. e-Inclusion
Come
5. e-Government
Le istituzioni europee e le amministrazioni pubbliche nazionali devono fare ogni sforzo per utilizzare l'IT per sviluppare servizi efficienti per i cittadini europei e le imprese. Il programma IDA è un valido strumento per sostenere lo sviluppo di servizi pubblici interattivi paneuropei e assicurare lo scambio di best practices tra gli Stati membri. In particolare:
a. Sviluppare servizi basati su Internet per migliorare l'accesso dei cittadini e delle imprese alle informazioni e ai servizi pubblici.
b. Utilizzare Internet per migliorare la trasparenza delle pubbliche amministrazioni e coinvolgere in maniera interattiva i cittadini e le imprese nel processo decisionale. Le risorse informative del settore pubblico devono essere facilmente disponibili per i cittadini e per l'uso commerciale.
c. Assicurare che le tecnologie digitali siano pienamente utilizzate all'interno dell'amministrazione, includendo l'uso di software open source e la firma elettronica.
d. Creare mercati elettronici per l'e-procurement, utilizzando il nuovo quadro regolatorio dell'Unione per gli acquisti e le forniture pubbliche.
6. Network sicuri
Il bisogno di
network sicuri è sempre più evidente. Nonostante l'urgenza del problema, il
progresso in questa area è stato relativamente lento aldilà dell'attività per
la le sectiune intelligenti dove
a. Creazione e cooperazione del CERTs (Computer Emergency Response Teams) per prevenire e rispondere agli incidenti, a beneficio delle imprese, del governo e dei cittadini di tutti gli Stati membri.
b. Maggiore cooperazione all'interno dell'Unione sulla sicurezza dei network nell'Unione con l'obiettivo di documentare e analizzare i problemi di sicurezza, informare gli attori del mercato e sviluppare soluzioni.
c. Sostenere lo sviluppo tecnologico e la ricerca nella sicurezza dei network sia a livello europeo che a livello degli Stati membri.
7. Comunicazioni mobili
La telefonia mobile ha visto la più alta percentuale di crescita tra la popolazione europea. Gli Stati membri hanno espresso un grande interesse nell'assicurare un ambiente favorevole alle comunicazioni mobile per assicurare che uno dei settori più dinamici dell'economia europea rimanga tale. Le azioni indicate:
a. Adozione della Decisione su un quadro regolatorio per la concessione delle frequenze radio nella Comunità.
b. Introduzione dell'IPv6 per la qualità di Internet mobile.
c. Sostenere lo sviluppo tecnologico nel settore.
Nel giugno 2002 viene presentato al Consiglio
europeo di Siviglia il piano d'azione 'eEurope
2005: una Società dell'Informazione per tutti'.
Il piano d'azione, così come richiesto alla Commissione dal Consiglio
europeo di Barcellona (15-l6 marzo 2002) si fonda su:
'la diffusione della disponibilità e dell'uso delle reti a banda larga
in tutta l'Unione entro il 2005 e lo sviluppo del protocollo Internet Ipv6 . .
la sicurezza delle reti e dell'informazione, eGovernment, eLearning, eHealth ed
eBusiness' .
eEurope 2005 subentra così al piano d'azione eEurope 2002, approvato dal
Consiglio europeo di Feira nel giugno 2000.
Per dar vita ad un'economia basata sulla conoscenza, eEurope 2002 incentrava la
propria azione sull'aumento del numero di connessioni ad Internet in Europa.
Per poter generare una crescita positiva è necessario che le connessioni ad
Internet si traducano in attività economiche: è su questo aspetto che si
fonderà eEurope 2005, stimolare i servizi, le applicazioni e i contenuti in
grado di creare nuovi mercati, ridurre i costi e possibilmente accrescere la
produttività di tutti i settori dell'economia. Lo sviluppo di contenuti,
servizi ed applicazioni e l'installazione dell'infrastruttura di supporto sono
compiti che spettano principalmente al mercato. Pertanto, il piano d'azione si
concentrerà sulle aree in cui l'azione pubblica può costituire un valore
aggiunto e contribuire a generare un ambiente favorevole all'investimento
privato.
Tra Società dell'Informazione e Telelavoro: due appuntamenti europei.
(di Patrizio Di Nicola)
1 Premessa
Il lavoro nella Società dell'Informazione è
stato al centro di innumerevoli dibattiti e iniziative della Commissione di
Bruxelles negli ultimi anni. Ma la produzione teorica e le sperimentazioni
pratiche, incentivate e finanziate dai programmi di ricerca e di dimostrazione
delle varie Direzioni generali dell'Unione Europea, hanno fatto del 1996 una
data cruciale: mai prima d'ora si era assistito ad uno sforzo di studio così
intenso e focalizzato. Sul finire dell'anno, quasi a tirare le fila del
discorso, sono stati organizzati due eventi di particolare importanza: il
Colloquio People First, tenutosi a Dublino dal 30 settembre al 1 Ottobre
con il patrocinio della Presidenza di turno irlandese, e
2. Cos'è
Per capire cosa sia
Il concetto di Società dell'Informazione nasce
sulla scia delle intuizioni di Bell e, almeno in parte, ne riprende l'eredità,
come illustrato schematicamente nella tabella 1. Al centro del nuovo sistema
produttivo vi è l'attività di raccolta, elaborazione e trasferimento delle
informazioni. Ma l'informazione non necessariamente genera servizi e cultura.
Per questo, in Europa,
Tab. 1: Dalla società post-industriale a quella dell'Informazione
Post-industriale (D. Bell, 1973) |
Società dell'Informazione (Commissione Europea, 1996) |
Centralità delle conoscenze teoriche, nuovo ruolo della scienza |
Centralità del trasferimento delle informazioni, nuovo ruolo della competizione |
Nuove tecnologie dell'intelligenza e espansione della classe degli esperti |
Aumento delle competenze richieste alla popolazione, apprendere anzichè imparare |
Modifiche del lavoro a causa della centralità nella produzione dei servizi, aumento della meritocrazia |
Semplificazione delle strutture d'impresa, complessità delle mansioni |
Integrazione delle donne nel mondo del lavoro |
Integrazione vs atomizzazione |
I siti come unità politiche |
Nuovo ruolo produttivo (politico ?) delle piccole imprese |
Fine della scarsità |
Prevedere anzichè adattare |
3. People First
Racchiusi nel bellissimo castello di Dublino,
protetti da un discreto ma imponente sistema di sicurezza, circa 350 delegati
di governi, grandi aziende, istituzioni, e organizzazioni non governative hanno
discusso per due giorni attorno al Libro Verde Living and Working in the
Information Society: People First. Un documento che trova spunto dai
rapporti preparati - quasi contemporaneamente - da due organismi: il gruppo di
esperti di alto livello sulla S.I. , diretto da Luc Soete e il Forum per
Un ulteriore modulo del libro verde riguarda le problematiche della coesione sociale. Le strade indicate per far sì che le tecnologie della comunicazione non aumentino la disgregazione regionale sono tre. La revisione dei quadri normativi - in primis la liberalizzazione delle telecomunicazioni-, il processo di alfabetizzazione informatica e alle comunicazioni; lo sviluppo di nuovi meccanismi di diffusione delle conoscenze e delle informazioni per allargare la partecipazione democratica dei cittadini alle scelte politiche. Tutto ciò potrà realizzarsi grazie alla disponibilità di un insieme minimo di servizi di comunicazione offerti a tutti a prezzi competitivi (il cosiddetto servizio universale).
A tanto ottimismo da parte del Commissario
Flynn, che ha aperto
Comprensibilmente, i due giorni di dibattito
hanno visto una vivace dialettica tra ottimisti e pessimisti, tanto che il
rettore del Trinity College, James Wickhalm, cui era affida la chiusura del
Colloquio, ha dovuto constatare l'esistenza dei due partiti. Da una parte
quello che ha definito 'degli speakers', cioè gli esperti cui erano
affidate le relazioni nelle varie sessioni; dall'altra 'la sala'. I
primi fautori della visione ottimistica, gli altri assai più preoccupati dei
lati oscuri con cui si apre
modulo ancora aperto, quindi, e non solo
metaforicamente:
4. Telework 96
Più tranquilla, forse anche troppo, la terza assise europea sul telelavoro che si è tenuta dal 4 al 6 novembre nella stupenda cornice della City Hall di Vienna. Circa 250 esperti provenienti da tutti i paesi europei (alta la concentrazione di italiani: addirittura 25 presenze) si sono confrontati con le tematiche del telelavoro e l'occupazione, l'educazione permanente e lo sviluppo sostenibile. Nonostante i moltissimi interventi di spessore, è sembrato di assistere un po' a un deja vu: poche le esperienze innovative presentate, scarsi anche gli studi sulla riconurazione organizzativa dell'impresa nella società dell'informazione, poca attenzione alle problematiche del Human Resource Management. Il telelavoro, insomma, continua ad essere presentato in maniera un po' magmatica: aumenta la competitività, riduce i costi, favorisce la riduzione dell'inquinamento; ma, chissà perché, poche aziende lo sperimentano e ancor di meno lo adottano stabilmente. La conferenza ha mancato un obiettivo che ritengo importante: quello di divenire un luogo di incontro, anziché di esperti che parlano ad altri esperti, tra comunità differenti. Temo che sarà oltremodo difficile contribuire allo sviluppo del telelavoro senza 'segmentare il mercato'. Operazione questa possibile individuando le diverse comunità di interesse: le pubbliche amministrazioni, che sono evidentemente più attente all'impatto del telelavoro sull'ambiente e sull'occupazione; le aziende di telecomunicazioni, per le quali il telelavoro è, oltre che una formula, anche una ottima opportunità di business; le piccole aziende, che hanno problematiche di gestione delle risorse completamente differenti dalle grandi; infine le associazioni sindacali, che giustamente vedono nel telelavoro soprattutto uno strumento per riconciliare lavoro e vita degli occupati. Telework 97, che si terrà a Stoccolma dal 24 al 26 settembre prossimo, sarà probabilmente molto differente: gli organizzatori, nell'introdurre l'appuntamento, hanno annunciato che esso presenterà i 100 migliori esempi di telelavoro che esistono in giro per l'Europa. Un taglio più pratico, quindi, che potrà forse stimolare nuove esperienze e consapevolezze.
5. Conclusioni
1994-2004: dieci anni di società dell'informazione
Tre fatti, per la materia che ci riguarda,
segnano l'inizio di quest'anno.
Il primo è il decreto-legge della vigilia di Natale, che in una prima versione
uscita ufficiosamente dal Palazzo il 23 dicembre infliggeva colpi durissimi al
diritto alla riservatezza dei cittadini. Il Corriere della sera pubblicava
dichiarazioni del PM Saviotti, soddisfatto per la conservazione per cinque anni
anche dei testi delle e-mail
Insorgevano ALCEI, gli internet provider e lo stesso Garante
per la protezione dei dati personali. Il testo approvato il 24 dicembre
è più accettabile, anche se presenta difficoltà applicative (vedi Dati del
traffico: chi-conserva-cosa di Andrea Monti) e potrebbe subire modifiche
nella discussione parlamentare per la conversione in legge.
Tornano alla mente le considerazioni fatte
dopo l'11 settembre 2001(Ora è a rischio la libertà della Rete): con la
giustificazione della lotta al terrorismo la libertà dei cittadini sarà sempre
più limitata. Recentissime notizie confermano quelle facili previsioni,
come la conferma dell'esistenza di centri di intercettazione delle
comunicazioni su scala etaria o il prelievo dei dati biometrici di chi entra
negli Stati Uniti da un grande numero di Paesi.
Ma la privacy non è costantemente violata solo in funzione della sicurezza: i
produttori di e-content cercano di frugare (e in moltissimi casi ci
riescono) nei PC degli utenti alla caccia di contenuti cosiddetti
'illegali', quelli di beni di largo consumo si ingegnano a pedinare i
consumatori con le etichette 'intelligenti'
Il secondo fatto significativo è del 2 gennaio: la banale rottura di un tubo dell'impianto di raffreddamento di un'importante centrale telefonica provoca un black out dei cellulari e di grandi sistemi informatici in diverse zone della Penisola. L'ennesimo esempio della vulnerabilità delle infrastrutture essenziali della società in cui viviamo.
Intanto - e questo è il terzo fatto -
La camna pubblicitaria non si arresta, un futuro più o meno lontano viene
presentato come una realtà attuale, si sottolinea che tra le meraviglie del
digitale terrestre ci sarà la tanto sospirata 'interattività'.
Sospirata da quando? Sfoglio l'archivio dei
miei articoli e trovo un pezzo significativo: un'intervista del 13 gennaio
1994 a Jim Clark, fondatore e allora chairman di Silicon Graphics.
La società californiana, all'avanguardia nel visual computing, aveva
avviato un esperimento di TV interattiva a Orlando, in Florida, insieme a Time
Warner
L'argomento dell'intervista era appunto
Due settimane dopo, quando l'articolo arrivò
in edicola, Clark non era più chairman di Silicon Graphics: si
apprestava a fondare
Certamente Clark aveva studiato con attenzione il documento che Clinton e
Gore avevano pubblicato un anno prima, 'Technology for America's
Economic Growth, A New Direction To Build Economic Strenght' (22
febbraio 1993): la prima visione delle 'autostrade
dell'informazione', in chiave esclusivamente americana.
Sempre nel
Dunque non è del tutto arbitrario assegnare al 1994 il significato di 'anno I' della società dell'informazione. A Netscape va il merito di avere aperto per milioni di persone le rotte del world wide web; al Rapporto Bangemann quello di avere indicato all'Europa le linee dello sviluppo che, bene o male, sta percorrendo. E se gli anniversari servono anche a riflettere su come si realizzano le aspettative del passato, allora può essere utile considerare sotto questa luce gli avvenimenti di oggi, dalle questioni che riguardano la privacy ai black-out delle tecnologie, per finire con l'annuncio italiano della TV interattiva.
Già,
Post-scriptum. Nel febbraio del '95, pochi giorni prima della conferenza del G7 sulla
società dell'informazione, in Italia era nata l'idea di organizzare un convegno
multimediale su alcuni problemi giuridici legati alla diffusione delle
tecnologie. Con Paolo Nuti (oggi presidente di MC-link SpA) avevamo trovato un
titolo che suonava bene: Comportamenti e norme nella società vulnerabile.
E che poi è diventato InterLex.
Chi avesse voglia di sfogliare quelle vecchie ine, troverebbe molti temi
allora 'futuribili' e oggi di grande attualità su questo, che è il
'primo' sito del web italiano sugli aspetti giuridici della società
dell'informazione. Nonostante venga ripetutamente annunciata la nascita
dell'ennesimo 'primo' sito italiano sulla materia
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