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Apuleio fiorì in uno dei periodi di maggiore stabilità- economica e politica- dell'impero romano: dopo Adriano, il quale aveva consolidato l'assetto delle province e dei confini visitando nei suoi assidui viaggi tutte le regioni dell'impero, Antonino Pio resse le sorti del mondo romano in un clima di sicurezza e di pace. Il processo di snazionalizzazione dell'impero raggiunse allora la sua pienezza e produsse benefici effetti sul piano politico e culturale. In particolare l'Africa fu in questo tempo la provincia che diede alla romanità il più valido contributo di cultura. Anche il regno di Marco Aurelio rappresentò un periodo di pace.
E' pur vero che proprio all'interno di quell'esteriore benessere materiale serpeggiavano i germi della crisi che in un prossimo futuro avrebbero avviato la comine dell'impero alla disgregazione politica e morale; ma i gravi problemi incombenti non incidevano ancora in profondità nel tessuto della vita civile.
Solo la multiforme irrequietezza dell'ambiente intellettuale mostrava i sintomi di una sotterranea inquietudine: il tono della vita culturale era dato da un accentuato cosmopolitismo e da un'ansia di ricerca proiettata nelle più varie direzioni: 'curiositas', amore per un sapere scolastico e manualistico, interesse per le scienze naturali spesso sconfinante nella magia, brama di conoscere il mondo, gusto dei viaggi, vocazione ai nuovi culti religiosi provenienti dall'Oriente.
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